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TOPOLINIA FEVER

Molta agitazione fra i topolini che contano

C'è del nervosismo a Topolinia e non se ne comprendono bene la ragioni. Qualcuno sostiene che ci sia una anticipazione delle fibrillazioni elettorali perché gli aspiranti sono più di uno e tutti di qualità così elevata da generare il panico nella popolazione che deve scegliere. Si parla di primarie e Faccia da Bambi non è contento perché teme di perderle, anche perché il capo di Topolinia ancora in carica sembra non sostenerlo più con la stessa intensità del passato. Nell'ombra altri candidati stanno tramando per fargli le scarpe e la faccenda non è ancora neppure cominciata...

LA SCIATTERIA

Cura, rispetto, attenzione e considerazione: cominciamo da noi.

Guardate questa immagine: mi sembra la perfetta rappresentazione della sciatteria italica: in fondo dovevano fare le strisce, mica pulire la strada!
"Non è di mia competenza", "Non è sotto la mia responsabilità", "Con i quattro soldi che mi danno", "Se l'esempio non lo danno i dirigenti, perché dovrei proprio io?", "Ma non vedi il governo, i partiti, il parlamento..."... e il paese scivola verso il fondo.
Negli enti pubblici i dirigenti pensano a produrre la carta che giustifica i loro premi a fine anno, nel mentre si parano il culo allontanando da sé le responsabilità delle decisioni e anche il piacere di contrapporsi a quei politici che reclamano prebende e incarichi per i loro protetti. Se il lavoro non è fatto bene, non importa, non è di loro competenza, basta che tutta la carta sia a posto.

SCUOLA: UN APPELLO


Cosa ne pensate? Cos'altro bisognerebbe dire oggi della scuola?
A voi la parola.
Mariano

PUNTO DI VISTA: IN DISTRIBUZIONE IL NUOVO NUMERO

Pubblicato il nuovo numero di PUNTO DI VISTA con articoli interessanti e divertenti. Dopo che avevano tentato di chiuderlo eravamo in pochi a sperare di farcela, per questo e per la democrazia siamo particolarmente soddisfatti del risultato.
E' stata dura e difficile, ma ce l'abbiamo fatta! Grazie  a Giovanni  e grazie a tutti quelli che ci hanno scritto su e a quelli che lo stanno distribuendo.
Scarica il giornale
Fateci sapere le vostre opinioni e  commenti.

UN ALTRO MODO DI VEDERE LE COSE

Oltre gli schemi di oggi, un'idea utile per domani

Oggi il governo è finito sotto due volte nella sola mattina, a riprova del perdurare di un'agonia che si preannuncia dura e dolorosa. Ma non di questo ci occupiamo qui: di Berlusconi si parla già al passato e lo fanno perfino i suoi amici... Ben più importante e interessante è occuparci di quello che succederà dopo, non solo nella contingenza del crollo della sedicente II repubblica, ma anche degli scenari politici che il nostro paese è in grado di costruire per uscire dal tunnel e darsi un futuro.
Amo le predizioni, ma non ci azzecco mai molto quando le faccio. In questo sono in buona compagnia: ricorderete cosa dicevano dell'Irlanda qualche mese fa autorevoli economisti che spronavano l'Italia a fare altrettanto; ricorderete anche cosa si diceva della crisi, che sarebbe finita a inizio 2010; o dei grandi benefici delle privatizzazioni o ancora della libertà di assumere e licenziare che avrebbe rigenerato l'economia e molte altre cose ancora. Ma voglio provarci anche io a prevedere il futuro, a costo di darvi lo strumento per sfottermi a lungo e con intensità.

IL VERMINAIO DELLE LIBERTA' , I GIORNALI E LE TIVU'

Se anche la Carfagna lascia la casa...

Vuol proprio dire che siamo alla frutta, anzi oltre. Ogni giorno la politichetta nazionale ci riserva sorprese che lasciano esterrefatti e ci fanno dimenticare quella del giorno prima, travolti come siamo un un vorticare di avvenimenti che testimoniano uno sfacelo senza precedenti.
Il boss non ha ancora finito di dire che tutto va bene da Lisbona che, come se fosse tutto programmato, la Carfagna si fa intervistare per annunciare il suo abbandono a tutto. Il capo sta ancora spiegando che governerà fino al 2013 e anche coltre e le motivazioni della sentenza su Dell'Utri ci confermano ciò che già sapevamo dei suoi legami con la Mafia siciliana. Chissà cos'altro ci riserveranno i prossimi giorni.

LA SCUOLA SI MUOVE?

Fermenti e proteste in una scuola sotto assalto

Mercoledì un bel corteo festoso ha sfilato a Torino lungo il solito percorso, riunendo insieme studenti e insegnanti e personale della scuola. Lo stesso è successo in gran parte d'Italia, ma è presto per dire se si tratta di un vero risveglio oppure degli ultimi sussulti di un organismo già quasi cadavere.
Parole d'ordine tutte incentrate condannare l'operato del governo e della gelmini (la maiuscola non riesco proprio a mettercela), con una determinazione e una competenza che da tempo non trovavo. Si avvertiva che gli studenti avevano discusso della partecipazione al corteo, che essere lì non era per divertimento, ma il frutto di una scelta precisa che c'era anche la voglia e la sorpresa di trovarsi a sostenere gioiosamente le buone ragioni di una generazione che non ha davvero più nessuna speranza e pochissima fiducia nel mondo degli adulti.

TORMENTI DEMOCRATICI

"Prima perdevamo le elezioni, adesso anche le primarie", dice Veltroni

Effettivamente l'esito delle primarie di Milano ha sorpreso e  sorprende. A fronte di un' affluenza non entusiasmante, dunque presumibilmente composta nella sua maggior parte da persone schierate, il candidato principale del PD subisce una sonora sconfitta da parte di un personaggio sulla carta assai meno forte.
I giornalisti hanno attribuito il successo di Pisapia all'appoggio di Vendola; credo invece che non abbia influito per nulla dato che ha contato la notorietà del personaggio, le sue idee chiare e comprensibili, la serietà con cui ha fatto il parlamentare in passato e la sua scelta di campo in quanto a programma politico ed elettorale.

ASSAGGI DI RIBELLIONE

Rivolta: istruzioni per l'uso?

Il post di venerdì ha stimolato parecchi commenti su fb. Il filo conduttore di tutti era la richiesta di maggiori delucidazioni su come si fa a ribellarsi a questo stato di cose, il tutto come se io fossi quello che certamente sa rispondere a una domanda così impegnativa e complessa. Grazie per la considerazione ma.... confesso che non so rispondere!
Diverse volte ho provato a ribellarmi - ancora lo faccio com'è certamente noto a chi legge questo post, così com' è certamente chiaro quanto l'abbia pagata cara -, in qualche caso i risultati della mia ribellione sono stati positivi, in altri casi disastrosi.
Una cosa l'ho imparata: la ribellione da soli è un esercizio votato quasi sempre all'insuccesso, ribellarsi insieme ad altri produce gioia e qualche risultato in più.

GIOVANI GENERAZIONI E VECCHIE CONTRADDIZIONI

Prof, come si fa a ribellarsi?

Me ne stavo tutto tranquillo a spiegare la crisi demografica, economica e politica del 1300 a 25 sedicenni catalettici abbastanza silenziosi e dall'occhio vitreo straordinariamente fisso e... mi sono cacciato nei guai senza che ce ne fosse bisogno.
Uno di loro - si vede particolarmente vivace, forse perché va a letto presto la sera, oppure perché ha un ciclo biologico normale - mi interrompe nel bel mezzo della spiegazione sulle conseguenze del calo demografico e mi fa una domanda a tradimento sulla durata della vita - oggi e allora - spingendomi a parlare di previdenza pensionistica, assistenza sanitaria e quant'altro connesso alle mie preoccupazioni di quasi vecchio nel mondo d'oggi.
Senza quasi accorgermene, ho pesantemente provocato l'aula intera sogghignando nell'affermare: "Cerco di trattarvi bene perché vi toccherà lavorare da precari tutta la vita per pagarmi la pensione il più a lungo possibile", e poi ho anche aggiunto: "... e cercate anche di non ribellarvi troppo che fate casino e mi impedite di godermela" con tono da gradasso che ha avuto tutto dalla vita e che ancora ne aspetta tanto. Un vero provocatore.

IL VENETO NEL FANGO, L'ITALIA SOTTO

Rischi, vantaggi e disastri dell'Italietta del "ghe pensi mi"

Il Veneto è sott'acqua e la catastrofe continua a non "bucare" le prime pagine dei giornali e le aperture dei tiggì. Non è una questione di antipatia o di semplice sottovalutazione di quello che sta accadendo, è che sembra proprio impossibile che una cosa del genere possa capitare nella locomotiva veneta.
Sono almeno dieci anni che sentiamo parlare del Veneto come luogo felice, sede di un nuovo miracolo economico, basato sulla piccola e piccolissima industria, disseminata in migliaia di capannoni costruiti in ogni dove e sovente vuoti a causa delle delocalizzazione a est. Da altrettanto tempo sotto valutiamo il consumo di territorio, ma anche la progressiva desertificazione culturale, a partire dal bassissimo tasso di scolarità.

I ROTTAMATORI DEL PD IN CONGRESSO

La rivolta dei gregari genera il giusto ricambio? 

Sono riuniti a Firenze, alla corte di Rienzi, i cosiddetti "rottamatori" della vecchia dirigenza democratica. Proclami bellicosi e pagine sui giornali in quantità, tutto per segnare una rivendicazione di ex-giovani che aspirano a succedere ai brontosauri delle nomenclature che governano tutti i partiti, il PD in testa.
Molti di quelli che oggi si propongono di rottamare i vertici del PD sono figli delle segreterie particolari, nutriti fin da giovani da incarichi professional-politici che li hanno tenuti al calduccio dagli spifferi gelati di cui hanno patito i loro coetanei: lavoro evanescente, merito zero e familismo esasperato, sempre ben ricoverati in qualche ufficio pubblico a occupare ruoli ottenuti mediante l'uso sapiente dell'appartenenza politica e dell'essere anagraficamente gggiovani.

TOPOLINIA CHIAMA ROMANIA

Non si butta via niente: utili sinergie fra pubblico e privato

La notizia fa in fretta il giro della città: Topolinia ha una nuova cittadina amica. Non è ancora proprio gemellata, ma si sta lavorando a questo, per adesso i topolini e i romanici (si chiamo così i nuovi amichetti) hanno cominciato a volersi bene, insomma hanno fatto amicizia. D'altra parte risale alla notte dei tempi la vocazione internazionalista di Topolinia, mica se la sono inventata oggi. Cominciò con Squirrel, ridente cittadina dell'hinterland di Oisonopole. Continuò con Nebiolò e poi ancora con con il resto del mondo.

ITALIA SOTT'ACQUA E DISASTRI ANNUNCIATI



Quattro giorni di pioggia mettono in rilievo la fragilità dell'Italia e l'imprevidenza di un popolo che ama l'emergenza e piange sul latte versato, ma non ha alcuna voglia vera di prevenire le disgrazie.
Il Veneto  é disastrato in alcune delle zone più importanti e centrali della regione, frane dovunque (qualcuno le ha chiamate "assassine" come se gli assassini non fossero i politici che redigono piani regolatori con case dovunque, anche nelle zone pericolose) nell'Italia centrale e settentrionale, la Liguria ha ripreso a piangere, ma già arriva l'eco dal sud, visto che le piogge stanno arrivando anche lì.
Eppure è normale che piova, specialmente in autunno, guai se non accadesse.

Stupisce l'intensità e la quantità di acqua che cade in poco tempo, come se fossimo ai tropici e non nella zona temperata.
Meno normali sono le temperature di questi giorni grigi, tutte superiori alla media, così che le nevi cadute da poco si sciolgono e vanno a ingrossare fiumi già gonfi di acqua. E' la manifestazione evidente dell'effetto serra, quello che per vent'anni si è continuato a mettere in discussione, trattando il tema del riscaldamento del pianeta come una follia di pochi ambientalisti a caccia di farfalle.
Il clima è già cambiato, solo un folle non se ne accorge. E' cambiato qui come in tutto il resto del mondo. Fingere che tutto sia come prima non aiuta ad evitare frane, dissesti, morti e danni che impiegano risorse che potrebbero essere usate per dare lavoro nella manutenzione del territorio. Stupisce che di questo non se ne accorgano le forze politiche e sociali di massa, quelle che hanno la responsabilità di costruire il futuro, prossimo e remoto, delle nostre città, dei paesi, delle coste, delle pianure e delle montagne.
Non serve la stizza e la spocchia dell'ambientalismo intellettualoide, forse serve una sana cultura scientifica e un po' di attenzione al modo con cui le giovani generazioni affrontano i problemi della vita di domani. Le vecchie generazioni hanno già dimostrato che cosa sanno fare in materia e finora non hanno dato un buon esempio.

Mariano

TRASPARENZA E CORRETTEZZA

Lo strano caso di un concorso per dirigenti pubblici.

Sentite questa. Capita a Grugliasco, cittadina ridente del nord ovest, governata da una amministrazione di centrosinistra "ortodossa", una cittadina in prima linea nella difesa dei valori della legalità, della trasparenza e con amministratori sempre pronti a fregiarsi dei bollini blu del settore.
Succede che l'amministrazione comunale decide di bandire concorsi pubblici per reclutare ben 4 dirigenti per ricoprire posizioni che attualmente sono occupate da altri soggetti con contratti a termine.
Interessante osservare che il comune sta esternalizzando buona parte dei servizi mediante una privatizzazione selvaggia; nonostante ciò, invece di ridurre i dirigenti li moltiplica. Infatti il rapporto dirigenti/dipendenti è oramai di 1 a 25/30 e tutte le attività utili alla città delegate ad altre società.

I KILLER DEL PASSEGGINO

Crescono le vittime di uno strano modo per farsi strada.

Oramai è costume universale, qui da noi, dedicare un supplemento di attenzione a mamme, papà nonni e nonne che vanno in giro col passeggino. Normalmente scelgono i luoghi più affollati - mercati al sabato, centri commerciali nei giorni festivi, strade pedonali piene di gente nelle occasioni particolari - per farsi avanti spingendo l'attrezzo, incuranti di chi viene loro incontro, come se il solo possesso del passeggino li autorizzasse a sbattersene del contesto. "Alle vostre caviglia pensateci voi, sembrano dire con gli occhi fiammeggianti, e provate a cadere sull'attrezzo, che vi sbanchiamo in tribunale."
Sono gli altri che si debbono adeguare, che debbono prestare attenzione e che devono mantenere alta la vigilanza perché i guidatori di passeggino tagliano la strada senza preavviso, cambiano direzione guardandoti con quell'aria di superiorità, si bloccano sul più bello davanti a una vetrina, leccano voluttuosamente il gelato guardando altrove, insomma se ne sbattono altamente del prossimo: loro hanno il bebè.