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CANCUN, UNA BELLA SORPRESA

Impegni concreti per frenare il riscaldamento globale.

I giornali italiani in questi giorni sono impegnati a deliziarci sulle infinite conte dei parlamentari sul voto di fiducia di domani; non hanno avuto tempo e spazio per dare conto dei lavori della Conferenza sul Cambiamento Climatico dell'ONU di Cancun e dei suoi esiti, forse ritenendo il tema troppo elevato per la grettezza provinciale dei loro italici lettori.
Credo che ancora una volta abbiano perso un'occasione d'oro per spiegare ai loro lettori, cittadini italiani di media e buona cultura e forse anche un po' interessati alle cose del mondo, che sul nostro pianeta ci sono tante forze - politiche, umane, sociali, economiche - che hanno preso atto del riscaldamento del pianeta per effetto dell'abuso di combustibili fossili, per l'espansione degli spazi agricoli destinati all'allevamento animale, eccetera. Che, dunque, una sensibilità planetaria esiste e tocca anche i vertici politici, quegli stessi che dopo Kyoto non erano più riusciti a produrre iniziative comuni importanti per cercare di intervenire in modo drastico e rigoroso, adesso che forse è già tardi.

L'anno scorso a Copenhagen i lavori si erano conclusi con un nulla di fatto - impotenti come sembravano i governi a governare una crisi lacerante, che metteva in difficoltà anche le politiche ambientali più prudenti - e in pochi avrebbero sperato che a Cancun le cose potessero andare diversamente.
Invece no: il protocollo di Kyoto è stato confermato, altri governi hanno aderito, le spigolosità sono state limate e un accenno di politiche ambientali comune comincia ad apparire all'orizzonte. Non sfugge che questi provvedimenti siano ancora del tutto inadeguati rispetto alla previsione circa il riscaldamento del pianeta e gli effetti che questo aumento ha già e avrà ancora di più nel futuro prossimo, tuttavia anche qui è rilevante l'inversione di rotta. Per ora si tratta di un accordo di metodo, bisognerà vedere come si puntualizzeranno i contenuti (sintesi dell'accordo), ma occorre cogliere la voglia di invertire la rotta di Copenhagen.
Vedremo come finirà, per adesso diciamolo in giro.

Mariano
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