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IL BEL DANUBIO BLU

I fanghi tossici arrivano al fiume: una lezione all'Europa.

Dopo due giorni di rassicurazioni e di attacchi agli "allarmisti" che temevano l'allargamento della catastrofe ecologica, le peggiori previsioni sono confermate: i fanghi tossici all'alluminio sono arrivati al Danubio. Già circolano le prime fotografie di pesci morti, di carcasse di ucceli animali fluviali, già si comincia a reclamare decisi interventi da parte della cominità internazionale, questa volta anche per scongiurare il peggio. Solo che siamo già nel peggio. Tutto questo a breve distanza da altre catastrofi del genere, tutte con un unico denominatore, il profitto dei privati, la sconsideratezza degli stati che controllano poco ciò che fanno, il perpetuo ricatto dell'economia vecchia e tossica sull'ecologia.
Ogni volta che qualcuno cerca di suggerire prima e lottare poi per un modello di economia più rispettoso delle persone, delle cose e dell'ambiente, finisce per ritrovarsi clasificato fra gli inveterati estremisti; quelli che - se solo si desse loro retta - porterebbero il pianeta alla fame.
Ogni volta che si prova a rivendicare un modo di vivere e di produrre più in sintonia con i bisogni veri, con la voglia di giustizia e di pulizia, con l'attenzione ai figli dei figli, con l'idea che deve essercene anche per loro, ogni volta senti i soloni che impiegano pagine di giornali e ore di televisione per spiegare che non è così che si può costruire il futuro migliore per tutti.

Ci dicono che la felicità sta nella disponibilità di beni, nella competizione sempre  e comunque, nel consumo e nell'immagine. Ci spiegano che i programmi ecologisti in politica non funzionano perché la gente non vuole stare bene, vuole vivere alla grande, ci spiegano che le paure vanno alimentate e che delle conseguenze delle nostre porcate altri dovranno occuparsene.
Ci ripetono - anche i nostri amici - giaculatorie che richiamano alle idee di cinquant'anni fa, quando la globalizzazione era un concetto fashion e chi lavorava contava più di oggi, nella società e nell'economia.
Questo ci disono i cadaverini di pesci del Danubio, ce lo ribadiscono gli intossicati ungheresi, quelli che sono morti e quelli che moriranno nei prossimi giorni. A loro un pensiero e l'augurio ai loro congiunti di non pensare che "si è trattato di un incidente, una fatalità".
Mariano
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