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QUANTI ERORRI A MIRAFIORI

I terreni e i lavoratori di Mirafiori nelle pentole della cucina politica
Su l'Espresso in edicola la settimana scorsa l'opinionista Massimo Riva (leggi l'articolo) traccia in poche righe un'analisi che il ceto politico piemontese (e non solo quello) dovrebbe mandare a memoria. Soprattutto adesso che Marchionne siede alla destra del Padre, i sindacati sono più divisi e deboli che mai, i lavoratori stanchi e sfruttati, il lavoro sempre meno e in condizioni incredibili.
L'articolo di Riva ci racconta come la FIAT è arrivata a questo punto e come potrebbe andare a finire la storia di Mirafiori, Pomigliano, Termini.
Neanche lui è un comunista radicale, eppure .... non sembra che le sua analisi abbiano alcun seguito.

A questo proposito segnalo che alcuni dei pretendenti all'investitura di candidato sindaco di Torino per il centrosinistra hanno già cominciato a ipotizzare il baratto economico con  la proprietà che avevo subodorato in un mio post di qualche giorno fa (leggi post): ti cambio la destinazione d'uso delle aree, così le vendi ai costruttori per farci case e centri commerciali e guadagni tanti bei soldini, in cambio mi prometti che mantieni qualche produzione a Torino.
Insomma una variazione sul tema eterno: la FIAT puppa soldi pubblici, questa volta in modo differito.

Rilancio la proposta: vogliamo provare a fare come Marchionne, cioè ad usare gli strumenti che l'amministrazione pubblica ha a disposizione per giocare una volta d'anticipo?

Se non lo si vuole fare, si potrebbe evitare questo desolante spettacolo di pubblici rappresentanti prostrati davanti al bel mondo industriale, con quella divisa un po' pretenziosa che li fa apparire del parvenu ansiosi di ben figurare nei salotti buoni per esservi ammessi prima e per rimanerci poi?
Fa male al cuore e un danno terribile alla democrazia.

Mariano
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