NOVITA'
latest

468x60

header-ad

CALCE E CARRELLO: FRENIAMO?

I grandi centri commerciali crescono come funghi , in otto anni nella nostra regione sono raddoppiati di numero e un sacco di richieste di nuovi insediamenti sono al vaglio della Commissione Regionale. Il consumo di territorio cresce a ritmi frenetici, senza alcuna programmazione efficace e devastando la rete del piccolo commercio.

Occorre mettere mano alle regole, che evidentemente non stanno funzionando al meglio. Per questo - Stefano Lepri e il sottoscritto - abbiamo predisposto un ordine del giorno da sottoporre al Consiglio regionale all'apertura della sua attività a settembre.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, abbiamo spiegato cosa sta accadendo anche sul versante della legalità e della trasparenza delle procedure di acquisizione delle aree e delle convenzioni con le amministrazioni locali.

I giornali ne hanno abbondantemente parlato e vi allego, appena capisco come si fa, i pdf degli articoli pubblicati oggi da La Stampa, Repubblica e Torino Cronaca.

Mariano Turigliatto

UNA STORIA DI FERRAGOSTO

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su come vanno le cose nel nostro paese - anche nei mondi più "amici" e sensibili alle tematiche di giustizia e rispetto dei diritti, a cominciare da quelli di chi ne ha pochi - una breve storiella di Ferragosto:

Mercoled' 19 agosto, alle ore 18 presso il Palazzo delle Feste di Bardonecchia Alessandra Moro-Buronzo presenta il suo libro SAVOIR ECOUTER LES CHEVAUX.
Parla dell'esperienza di un cittadino di Bardonecchia, Renato, ed è scritto in francese perché Alessandra vive e pubblica a Parigi.

Renato è il proprietario e il gestore, insieme alla sua famiglia, di un maneggio sopra il Melezet. Si chiama Silverado: non mancano mai appassionati, bambini in difficoltà che traggiono giovamento dall'ippoterapia, aspiranti cavalieri, amanti della montagna e anche degli indiani d'America. Renato con loro ci ha vissuto a lungo e mantiene rapporti fraterni con quelli che vivono nella riserva di cui parla come se fosse casa sua. Lui e la sua famiglia sono un esempio commovente di dedizione, di cura, di passione e di saggezza: indicano a chi vuole ascoltare e vedere un modo di vivere faticoso e pieno di difficoltà, ma anche denso di senso e di spessore.
Alessandra è, come me, un'amica di Renato e della sua famiglia. Ha scritto questo libro raccontando di un approccio al mondo della montagna e dei cavalli originale, profondo, locale e nello stesso tempo universale. L'ha pubblicato in Francia con un certo successo di vendite.
"Nemo propheta in patria" verrebbe da commentare, passando ad altra notizia. No, non è solo il libro e la valorizzazione della attività di Silverado.

Renato lotta da anni per ottenere ciò che aveva già avuto, il permesso di costruire una casa rurale nelle sue terre, vicino alle stalle dei cavalli, nel cuore della sua attività. Sono anni che aspetta, che battaglia, che spera, che vive in 25 mq, estate e inverno, che sopporta spese e angherie. Sto dietro alla vicenda da quattro anni e i passi avanti compiuti non giustificano il tempo passato fra un capriccio del funzionario del Comune e l'attesa che il dirigente regionale torni dall'Abruzzo terremotato per apporre una firma a un parere.

Se Renato non avesse avuto il diritto, sarei stato il primo a dissuaderlo dal continuare a chiedere la sua casetta, ma il diritto lui ce l'ha, solo che non riesce ad esigerlo.
Dall'alto delle sue terre, con vicino i suoi amici, i clienti del suo maneggio e qualche volte i suoi amici nativi americani che vengono a trovarlo, ammira le case e i palazzi sorti anche in questi ultimi anni in quel di Bardonecchia e a volte si chiede dove ha sbagliato.

Il permesso di costruire non ce l'ha perché aspettiamo la fine dell'ennesimo iter burocratico che ai polli viene spiegato come necessario e fondamentale.
Però mercoledì il Comune gli fa la festa presentando il libro che parla di lui.

Mariano Turigliatto

PS Se postate dei commenti glieli giro. Se volete saperne di più cercatemi.

SCUOLA E FUTURO: aspettando una legge regionale sulla scuola



Non passa giorno che qualche illustre studioso non ci ricordi che il futuro dipende in larga parte dal sistema di istruzione e formazione delle giovani generazioni. In altri termini dipendono in larga parte dall’efficienza e dalla qualità scuola le possibilità che i nostri giovani avranno di realizzare qualcosa di buono nella loro esistenza, singolarmente e collettivamente. Ma ci vuole una scuola all’altezza, capace di fronteggiare la complessità del mondo d’oggi, con insegnanti preparati e motivati, poco incrostata di privilegi e molto attenta alle dinamiche, che premia il merito e la passione. Una scuola senza raccomandati, dove si entra con prove selettive pubbliche, dove gli orari sono funzionali alle esigenze della didattica, così come l’articolazione dei servizi, dove gli allievi e gli studenti possono trovare il meglio della tecnologia e delle tecniche di apprendimento. Dove la famiglie, invece di prendere le parti dei frugoletti contro gli insegnanti, cooperano e collaborano alla loro educazione. Dove gli insegnanti smettono di lamentarsi e accettano di essere a loro volta valutati e utilizzati al meglio delle loro possibilità.
Per fare questo occorre un paese onesto, occorrono soldi e volontà. Mentre gli allocchi gioiscono per l’aumento dei bocciati, per il grembiulino e per le altre sciocchezza introdotte dalla Gelmini per mascherare i tagli massicci, crescono l’ignoranza, l’incapacità di studiare e di stare attenti, la voglia di credere che sapere è benessere, il senso di contribuire a determinare la cultura di una nazione.
La nostra Regione destina da una parte oltre 100 milioni di euro per l’esercizio del diritto allo studio - rette, trasporti, libri, fra le voci finanziate -, mentre appare decisamente in ritardo nella promozione della qualità della didattica, delle struttura e dell’innovazione. La scuola del Piemonte ha bisogno di una legge che recepisca i contenuti del federalismo e che li coniughi con una scuola al passo coi tempi, accogliente e competente.

Mariano Turigliatto

10 ANNI...

6 agosto: Pasquale ci manca da ormai 10 anni. Manca a tanta gente. Ecco cosa ci chiede di pubblicare uno di quelli che non lo hanno dimenticato:

10 anni... sono tanti da quel 6 agosto 1999, ma ricordarlo è un dovere per chi ha avuto l'onore e il privilegio di averlo conosciuto, anche se solo per pochi mesi (come me). Bisogna tenere vivo il ricordo in qualunque modo e forma possibile.
I membri dell'associazione a lui dedicata hanno organizzato alla fine di giugno una serata al teatro Agnelli in cui hanno presentato il libro che parla di lui.

Non basta però. Rinnovo l'invito e l'auspicio a costruire un pool di persone che si occupino del dilagante malaffare. Credo che questo sia il miglior modo di ricordarlo, oltre che per la persona che è stato, anche per le idee che ha lasciato in eredità.

Luca Incarnato

SCUOLA: A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

A pochi giorni dall'inizio delle vacanze estive, la Direzione Regionale dell'Assessorato regionale Istruzione ha pensato bene di mandare a tutte le scuole una lettera: comunicava che i servizi informatici della Regione, compresi nella Rete Unica Pubblica Amministrazione Regionale (RUPAR) sarebbero stati chiusi dal 1 settembre. Qualche protesta, subito giunta dalle scuole ancora aperte, ha fatto spostare la data al 15 settembre.
Perderanno la casella di posta certificata tutti quegli operatori (insegnanti e altri) che la utilizzzavano da almeno 10 anni, soprattutto verranno meno i servizi agli allievi. In primi luogo i filtri internet che tanti guai hanno evitato ai laboratori di informatica delle scuole del Piemonte.
Qualcuno potrebbe pensare che questi servizi siano stati elimianti per investire diversamente le poche risorse disponibili. No, per ora non si hanno notizie in questo senso.
La cosa mi sembra grave, è soprattutto un brutto segnale che la Regione da alle scuole. Ho perciò presentato un'interrogazione all'assessore Pentenero per sapere le ragioni e chiedere conto della decisione.

Mariano Turigliatto