A chi serve la diga di Combanera a Viù? Alla domanda proverà a dare una risposta l’assemblea pubblica in programma martedì 10 febbraio, dalle ore 20.30, presso il Centro socioculturale di corso Nazioni Unite 32 a Ciriè.
Una videoproiezione relativa alle caratteristiche e alle problematiche del progetto aiuterà i presenti a cercare di capire “a cosa serve, a chi, quanto ci costerebbe e chi dovrebbe pagare” la diga di Combanera.
Sono tre le domande poste dagli organizzatori: perché raccogliere 50 milioni di metri cubi di acqua sopra le teste della gente quando la rete di acquedotti esistente in Torino e provincia ne disperde il 30 per cento (70 milioni di metri cubi) l’anno? perché non si risanano quegli acquedotti con maggior vantaggio per noi e per l’ambiente anziché distruggere in modo permanente una valle? perché costruire un’enorme diga in una zona ad elevata sismicità?
E la conclusione è di quelle amare: il costo di quest’opera in termini di denaro pubblico, di invivibilità nella valle (per anni), di danni ambientali e dissesto geologico (per sempre) sarebbe altissimo.
Alla serata interverranno: Salvatore Locci, assessore della Comunità montana Valli di Lanzo; Donato Adduci, vicesindaco di Robassomero e ambientalista; Emilio Soave, Pronatura; Mariano Turigliatto, consigliere regionale; Armando Petrini, segretario regionale Prc e Maria Campese, responsabile nazionale ambiente Prc.
Una videoproiezione relativa alle caratteristiche e alle problematiche del progetto aiuterà i presenti a cercare di capire “a cosa serve, a chi, quanto ci costerebbe e chi dovrebbe pagare” la diga di Combanera.
Sono tre le domande poste dagli organizzatori: perché raccogliere 50 milioni di metri cubi di acqua sopra le teste della gente quando la rete di acquedotti esistente in Torino e provincia ne disperde il 30 per cento (70 milioni di metri cubi) l’anno? perché non si risanano quegli acquedotti con maggior vantaggio per noi e per l’ambiente anziché distruggere in modo permanente una valle? perché costruire un’enorme diga in una zona ad elevata sismicità?
E la conclusione è di quelle amare: il costo di quest’opera in termini di denaro pubblico, di invivibilità nella valle (per anni), di danni ambientali e dissesto geologico (per sempre) sarebbe altissimo.
Alla serata interverranno: Salvatore Locci, assessore della Comunità montana Valli di Lanzo; Donato Adduci, vicesindaco di Robassomero e ambientalista; Emilio Soave, Pronatura; Mariano Turigliatto, consigliere regionale; Armando Petrini, segretario regionale Prc e Maria Campese, responsabile nazionale ambiente Prc.