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Tornano le arance della salute.

 

Tornano in piazza anche quest'anno le arance della salute, iniziativa di raccolta fondi promossa dall'Airc. L'appuntamento e' per sabato 31 gennaio. In 2.700 piazze di tutta Italia 20 mila volontari distribuiranno le 438 mila reticelle di arance donate dalla Regione Sicilia per sostenere la ricerca scientifica. L'obiettivo? Raccogliere almeno tre milioni e mezzo di euro, un risultato "che per noi e' un ottimo punto di partenza - dice il presidente Airc, Piero Sierra - perche' ci permette di mantenere gli impegni assunti".

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TROVA LA PIAZZA PIU' VICINA A CASA TUA  

 

 

Strani materiali dal futuro.


 
Esistono materiali veramente molto strani. Alcuni, come la carta di minerali, sembrano una contraddizione in termini. Eppure le aziende più innovatrici stanno investendo molto sul loro sviluppo, per isolare, per non inquinare, per motivi estetici o per ragioni nobili. La webzine Popular Mechanics propone una rassegna delle 16 novità di questo settore, ipotizzando un loro utilizzo nel presente e nel futuro.
Ne dà notizia "Il Corriere della Sera" in un articolo a firma Emanuela Di Pasqua: le invenzioni più bizzarri (ma util sviluppate da azienda Usa che potrebbero essere usate in vari gadget.

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Il Consiglio si accende sulle Europee.

Anteprima

 

di Patrizio Brusasco

 

Una settimana decisamente calda nell'Aula consiliare di Palazzo Lascaris, convocata eccezionalmente per tre giornate consecutive.

Si è parlato di crisi economica, si sta parlando del drammatico caso di Eluana Englaro, stupri (si vive ormai in un'emergenza continua su tutto e con una rapidità sconcertante), ma soprattutto ieri si è accesa la protesta in seguito alle voci che giungevano da Roma, relativamente alla scelta dei due massimi leader della Pdl e del Pd di introdurre il criticatissimo sbarramento al 4% nelle prossime elezioni europee, accendendo le polveri a tutta una serie di dichiarazioni pesantissime sia a livello nazionale che locale.

Il Consiglio dunque si è bloccato per la vibrante protesta messa in atto dai partiti "minori" che, alla luce dello sbarramento nazionale in nome del conclamato malfunzionante (almeno nel nostro paese!) bipolarismo - ricordiamo peraltro che non ci sono mai stati così tanti partiti dalla presunta introduzione del modello anglosassone - , hanno inscenato un acceso sit in, con il consigliere Chieppa dei Comunisti italiani in piedi e col pugno chiuso.

"Lo stravolgimento della legge elettorale per le elezioni europee, assolutamente immotivato visto che al Parlamento europeo non c'è né un problema di governabilità né di frammentazione delle forze politiche - dichiarano i capigruppo Giampiero Clement (Prc), Vincenzo Chieppa (Pdci), Giorgio Comella (Sd) ed Enrico Moriconi (Uniti a Sinistra) - è un vero e proprio colpo di stato e alla democrazia attuato da Veltrusconi  (unione di Veltroni e Berlusconi, ndr)".

"L'unico obiettivo del Pd e dell'Italia dei valori nel perseguire una malefatta di tale genere - concludono i suddetti consiglieri regionali - sta nel tentativo di ammazzare tutti i partiti presenti alla loro sinistra. Si tratta dell'ennesima truffa ai danni dei cittadini e degli elettori italiani. Chiediamo formalmente alla presidente Bresso di dissociarsi dalle posizioni nazionali del suo partito". 

 

Regione, centomila euro per Gaza.

 
di Patrizio Brusasco

E' notizia di pochissimi minuti fa: il Consiglio regionale del Piemonte ha deliberato l'approvazione al finanziamento per il progetto di emergenza a Gaza.
A seguito delle note vicende belliche tra Hamas e Israele,  che hanno avuto ancora tragicamente come protagonista la Striscia di Gaza, è scattata l'emergenza umanitaria internazionale e ovviamente degli Stati nazionali, fino agli Enti locali.
Proprio qualche minuto fa, nell'Aula consiliare della Regione Piemonte, è stata approvata la proposta di deliberazione n. 422 che dà il via al finanziamento del progetto di emergenza a Gaza, supportata a livello normativo dalla legge regionale 28 gennaio 1982, n.4.
La presente proposta è stata avanzata dal Comitato regionale di Solidarietà al Consiglio regionale del Piemonte che, in base all'articolo 1, comma 1 della suddetta legge regionale n.4/1982, può deliberare, nell'ambito delle competenze regionali, interventi di soccorso a favore di popolazioni colpite da calamità naturali o catastrofi, ovvero per altre situazioni che comportino grave danno o pericolo all'incolumità delle persone e dei beni.
La delibera, che recepisce la proposta del Governo centrale verso le Regioni italiane per partecipare a un'azione umanitaria d'emergenza comune a favore della popolazione civile di Gaza,  prevede lo stanziamento di  50 mila euro, destinato all'acquisto di generi di prima necessità, da inviare presso il centro di raccolta nazionale; il finanziamento di ulteriori 50 mila euro da destinarsi a successivi interventi nella Striscia di Gaza, nonché l'attivazione del conto corrente postale n. 480111, intestato a Regione Piemonte - Comitato di solidarietà, per eventuali sottoscrizioni, sia da parte di soggetti pubblici che privati.
La Regione Piemonte, attraverso gli organi istituzionali della Giunta e del Consiglio regionale,  si pone dunque come capofila sul territorio regionale della raccolta fondi per l'emergenza dei civili della Striscia di Gaza, con il contributo altresì personale di assesssori e consiglieri.
"Con questo provvedimento - ha dichiarato Mariano Turigliatto -, pur nella difficile situazione congiunturale internazionale e locale, speriamo di fornire il nostro contributo per l'ennesima emergenza umanitaria che tocca drammaticamente le popolazioni civili della Striscia di Gaza, quasi sempre vittime di interessi e di ideologie esasperati e dissennati. L'approvazione di questa delibera - conclude il presidente di Insieme per Bresso - cade peraltro all'indomani delle auspiciose dichiarazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti alla televisione Al-Arabya, che potrebbero aprire una nuova stagione di pace, al di là delle responsabilità degli uni e degli altri, tra palestinesi e israeliani".
 
 

Federalismo fiscale senza numeri.

 
 
In un immaginario dialogo, un discepolo ingenuo pone al suo illuminato Maestro alcune domande all'indomani dell'approvazione in Italia di una importante legge delega. Si scopre così che il federalismo fiscale è un elettrone, che aspetta di essere osservato. E per questo, il grande sacerdote si rifiuta di dare i numeri. Mentre le vie dell'opposizione sono imperscrutabili come le stelle. Ma la grande riforma risponde perfettamente alle esigenze della comunicazione politica.

La "scoperta" è stata realizzata sul sito web www.lavoce.info dal professor Massimo Bordignon, professore straordinario di Scienza delle finanze presso l'Università Cattolica di Milano, dove dirige anche il Master in Economia pubblica. Un'analisi che merita un'attenta lettura.


LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU WWW.LAVOCE.INFO

 

 

"Le Gru", quindici anni dopo.



A distanza di quindici anni, Mariano Turigliatto - oggi consigliere regionale del gruppo “Insieme per Bresso” - torna a parlare dell’”Affaire Le Gru”, lo scandalo che negli ultimi giorni del 1993 squarciò il velo su intrighi di malaffare e portò al crollo di un’intera classe politica e di un sistema di potere. Fu la più grande Tangentopoli che Torino ricordi, il lavoro della magistratura smontò una struttura oliata e diede impulso a una nuova stagione politica. Grugliasco si fece interprete di questa nuova spinta, presto però esaurita. Tanto che le più recenti vicende di tangenti e corruzione (Campania, ma non solo) hanno ricordato le modalità dello scandalo legato all’allora più grande shopville d’Italia.

Ed è questa inquietante analogia ad avere spinto Mariano Turigliatto a riflettere su quel periodo: “L’affaire Le Gru contiene i paradigmi di tante altre storie, ne parlo senza l’intenzione di voler rivangare il passato ma solo perché oggi mi sembra di rivivere lo stesso film”. Una riflessione che parte dalla sua elezione a sindaco nel 1994 (“Nessuno se la immaginava, tanto meno il sottoscritto. Ero convinto di andare del ballottaggio e alla vigilia  mi sarei accontentato del 40 per cento dei voti”), tocca i due mandati amministrativi (“In tempi di politica molto sfilacciata, la Giunta grugliaschese era diventata un soggetto politico che rappresentava l’interesse collettivo”) e i relativi successi (“Eravamo la dimostrazione che un’amministrazione viva può muovere la città. Non facevamo politica né di destra né di sinistra, ma eravamo dalla parte della gente e la gente s’è adeguata alla svelta”) fino a raggiungere il graduale scivolamento della politica verso il basso (“Purtroppo questa stagione s’è conclusa troppo presto e l’involuzione ha preso la forma del ritorno alle coalizioni politiche mescolate ai pressappochismi”). Turigliatto boccia senza appello l’oggi: “Ieri la politica governava: gestiva, cambiava e innovava. Oggi è al servizio di altre attività e chi se ne occupa non fa che conciliare esigenze particolari. E’ un arbitro: l’interesse collettivo non se lo fila più nessuno” e chiude coltivando una piccola speranza: “Confido nel fatto che cresca l’indignazione, di fatto l’unico sentimento che può produrre cambiamento”.

LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA A MARIANO TURIGLIATTO

SCHEDA: "AFFAIRE LE GRU", COS'ERA SUCCESSO QUINDICI ANNI FA

 

 

"Le Gru", quindici anni dopo.


 
di Guglielmo Riccardi

Quindici anni e non li dimostra. Nel senso che, se ci si va a rileggere l’enorme quantità di articoli che i giornali nazionali e locali riservarono alla vicenda e lo si fa nascondendone la data,  si pensa subito a una storia dei giorni nostri, simile a quella che da un paio di mesi agita la Campania o alle tante che albergano in tutta Italia e con sconcertante regolarità emergono dalla palude politica e sociale del Belpaese. Ma, come scritto in partenza, dai fatti di quello che venne definito “affaire Le Gru” sono invece passati ben quindici anni: l’arresto del sindaco di Grugliasco, Domenico Bernardi (Pds), il conseguente crollo di una classe politica e di un sistema di potere che aveva fatto della “Stalingrado d’Italia” un incubatore di malaffare, fino all’avvento di un nuovo modo di fare politica e amministrare la città. Un “new deal metropolitano” che ebbe come primo attore Mariano Turigliatto, eletto sindaco nella primavera del ’94 e confermato tale tre anni più tardi, dopo che l’intero arco costituzionale dei partiti presenti a Grugliasco (Pds compreso) lo aveva sgambettato con una vigliacca manovra di corridoio.

Mariano Turigliatto, spieghi a un alieno e in estrema sintesi, i tratti salienti dell’affaire le Gru.
“Quindici anni fa le confessioni di alcuni amministratori di Grugliasco squarciavano il sipario su un impasto di soldi e rapporti politici.  Ne erano protagonisti personaggi di caratteri e orientamenti politici diversi, accomunati però da una cosa: un brodo unico e puzzolente nel quale cascavano con inesorabile regolarità”.

E fu terremoto…
“Sei arresti, in manette pure il sindaco eletto da appena dieci giorni, il Consiglio comunale sciolto prima ancora di essersi insediato, la nomina di un commissario prefettizio. Un vero shock. Di fatto si scoperchiò la pentola del brodo di cui sopra”.

 Spianando la strada all’elezione di Turigliatto…
“Calma! La mia elezione fu molto sorprendente. Nessuno se la immaginava, tanto meno il sottoscritto. Ero convinto di andare del ballottaggio e alla vigilia  mi sarei accontentato del 40 per cento dei voti. Il favorito era il candidato di Forza Italia, Bernardino Mussetto. Bisognava fare i conti con lui e con l’effetto novità che il partito del Cavaliere aveva appena scatenato”.

Invece.
“Accadde qualcosa di clamoroso e sbalorditivo allo stesso tempo. Quel giorno, oltre che per le Comunali, si votava anche per le le Europee: in queste ultime Forza Italia e Alleanza nazionale superarono il 50 per cento dei voti e distrussero i partiti storici di Grugliasco. Ma dallo scrutinio delle Comunali – avvenuto il giorno dopo quello delle Europee – uscì la sorpresa: io raccolsi il 52,1 per cento dei voti e fui eletto al primo turno. In sostanza, la gente votò diversamente per il Comune e si scelse il sindaco”.

Che, a sua volta, si scelse una Giunta fatta di nomi nuovi e destinata a cambiare il volto della città.
“Con delle premesse di questo tipo, il ruolo della Giunta comunale ne usciva rafforzato e a me veniva data l’opportunità di scegliere il  meglio possibile nella qualità delle persone. In tempi di politica molto sfilacciata, la Giunta grugliaschese diventava un soggetto politico e rappresentava l’interesse collettivo. Ne facevano parte persone che avevano a che fare con i partiti - come Silvio Calvi - e altre che sposavano un’immensa preparazione politica alle grandi capacità professionali, è il caso di Guido Laganà, che non s’è ‘limitato’ a pensare il nuovo Piano regolatore della città, ma ha anche trovato il modo di realizzarlo e chiuderlo nel modo giusto.
Il compito dei sei assessori (gli altri quattro erano Elide Tisi, Teodoro Capannelli, Lorenzo Marinaccio e Gabriele Tolino) era quello di rivoltare il Comune come un calzino fino a sviluppare un modello amministrativo assolutamente nuovo. Per riuscirci era opportuno cogliere la separazione tra politica e tecnica, fare finalmente sì che il Comune fosse un elemento più vicino al cittadino e che soprattutto prendesse a funzionare meglio.
In questo modo, una macchina comunale finalmente motivata (e dimagrita, da 400 elementi passammo a 295) si era finalmente potuta dedicare a progetti importanti e gratificanti, Piano regolatore e Università su tutti”.

La novità maggiore di questo nuovo corso?
“La politica che non diventava più invasiva ma, al contrario, stabiliva regole con la massima trasparenza affinché le stesse venissero realizzate dalla macchina comunale. Un impianto che funziona se le figure di riferimento sono relativamente poche. Mi spiego: se l’interlocutore è il dirigente assunto a tempo indeterminato, ci sono maggiori possibilità di raggiungere l’obiettivo migliore perché quel dirigente ti può anche dire di no se ritiene sbagliata o insufficiente la proposta dell’amministratore. L’attuale boom di incarichi e consulenze comporta invece la presenza di vere coorti e non di una squadra utile al Comune”.

La forza della Giunta Turigliatto fu immediatamente visibile.
“Se ne rendevano maggiormente conto gli altri, quelli che cioè stavano all’esterno. Noi no, ne avevamo una percezione minore. Anche se un giorno, nel corso di una riunione un po’ tesa, un dirigente ci disse: ‘Lavorare con voi è come stare sulle montagne russe’. In effetti, noi ci sentivamo davvero lassù, animati da una duplice urgenza: dimostrare molto in fretta che quanto avevamo annunciato in sede di campagna elettorale era davvero realizzabile e, poi, risolvere emergenze piccole e grandi con soluzione innovative. Sia che si trattasse del centro commerciale “Le Gru” o di un lampione rotto, la modalità era quella di ricercare un sistema capace di affrontare categorie di problemi assimilabili. In questo senso, l’esempio dell’Ici fu eclatante: mezza Grugliasco riceveva cartelle esattoriali per errori, spesso commessi in buona fede, nella compilazione dei bollettini. Noi chiedemmo a una ventina di dipendenti comunali, che in questo modo potevano anche arrotondare lo stipendio, di occuparsi dei cittadini che a loro volta potevano ricevere a casa l’Ici correttamente compilata. Aderirono circa 12 mila persone, l’80 per cento dei contribuenti grugliaschesi. Un duplice successo: il Comune conosceva con precisione l’ammontare delle entrate, il cittadino sapeva di essere in regola e che in caso di errore ne avrebbe risposto il Comune.
Un altro esperimento riuscito fu quello nato dalla necessità di implementare i fondi sociali. Decidemmo che chi già riceveva un sussidio comunale dovesse prestare un certo numero di ore di servizio per il Comune stesso: in poco tempo la richiesta di sussidio calò del 75 per cento. Era evidente che chi riceveva quei soldi lavorava in realtà in nero. Questi soggetti rinunciarono al sussidio e noi destinammo quei soldi all’aiuto degli anziani alle prese con difficoltà nel pagare l’affitto. Fummo anche tra i primi a creare un Consorzio socio-assistenziale e ad adottare i mutui prima casa per i giovani”.

Con effetti che uscivano dai confini grugliaschesi.
“Altri Comuni bussavano alla nostra porta per chiederci aiuto o conoscere i dettagli di un provvedimento. Eravamo la dimostrazione che un’amministrazione viva può muovere la città. Non facevamo politica né di destra né di sinistra, anche se per trasparenza era sicuramente di sinistra, ma eravamo dalla parte della gente e la gente s’è adeguata alla svelta. La mia sensazione era quella che i grugliaschesi avessero cominciato a capire una cosa importante: conviene a tutti che il proprio Comune funzioni. Il Comune è la parte di Stato con cui la gente viene maggiormente a contatto e quando funziona riesce anche a trasmettere l’idea che lo Stato funzioni. Se tratti i cittadini con coscienza ed equità saranno proprio loro i primi a capire che Comune e Stato funzionanti sono una garanzia per tutti. Passare davanti agli altri, affidarsi ai favori è invece la strada sbagliata, ma purtroppo oggi più praticata”.

Cambiarono radicalmente anche il sistema di assegnazione degli appalti e la gestione dei relativi cantieri.
“I cantieri finivano tutti in anticipo: chi arrivava da fuori sapeva che con noi non si poteva scherzare e che le penali sarebbero scattate subito. Avevano tutti il timore di sgarrare e noi non andavamo a cena con nessuno. Solo i lavori della piscina ritardarono di un mese e io venni abbondantemente crocifisso. Oggi non vedo finire un cantiere senza cause o varianti e non ne vedo nessuno durare un anno anziché otto o dieci. Eppure le ditte non sono cambiate”.

Quindi quella magica spinta s’è esaurita?
“Quella tendenza s’è arrestata tra il ’98 e il ’99, da lì in poi s’è ahinoi tornati tutti indietro. La spinta non ha riguardato solo Grugliasco: nel nostro Paese c’è stato un momento in cui s’è registrata una ripartenza fatta di una potente iniezione di innovazione. Penso alla prima Giunta Castellani a Torino o al primo mandato romano di Rutelli, ma anche al lavoro della Provincia di Torino in materia di infrastrutture informatiche. Purtroppo questa stagione s’è conclusa troppo presto e l’involuzione ha preso la forma del ritorno alle coalizioni politiche mescolate ai pressappochismi.  Oggi la politica si nutre di posti di sottogoverno moltiplicati all’infinito e capaci di innescare un ritorno al passato. Oggi a vivere di politica è una quantità sterminata di persone, di fatto una lobby potentissima. Oggi la pubblica amministrazione è tornata a essere il regno dell’arbitrio: non era più così”.

Purtroppo è cambiato anche il modo di essere dei politici.
“A una stagione di grandi individualità e spinta s’è sostituita una fase che ha prodotto un livellamento verso il basso. Anche in politica ed economia s’è tagliata la testa a tutti quelli che provavano a venire fuori. Oggi la maggiore preoccupazione di un politico è quella di farsi ricandidare, mentre chi ha capacità viene percepito come una minaccia. Uno troppo bravo rischia di fare ombra agli altri e perciò viene messo alla porta.
I politici di oggi hanno una ragione sociale differente dai politici di ieri. Questi ultimi avevano come obiettivo quello di essere eletti per mettere gambe a idee utili a un processo di trasformazione in grado di cambiare la città. Il politico di oggi ha il potere e lavora per mantenerlo, si muove poco e sposta ancor meno i piedi, si limita a mediare tra interessi diversi. Ieri la politica governava: gestiva, cambiava e innovava. Oggi è al servizio di altre attività e chi se ne occupa non fa che conciliare esigenze particolari. E’ un arbitro: l’interesse collettivo non se lo fila più nessuno”.

E sui giornali s’è tornato a leggere di vicende analoghe a quella di Grugliasco di quindici anni fa.
“L’affaire Le Gru contiene i paradigmi di tante altre storie, ne parlo senza l’intenzione di voler rivangare il passato ma solo perché mi sembra di rivivere lo stesso film. Con una differenza importante: allora persino uno come me, marginale alla scena politica di un certo tipo, tornava utile, perché la gente aveva comunque l’idea che si potesse cambiare. Oggi è più difficile perché la gente nutre una disaffezione totale e completa: nel 2009 la politica e i politici, fino a ieri ritenuti inutili, sono addirittura diventati dannosi. Anche oggi si parla di questione morale, ma i termini sono cambiati radicalmente per i politici e per gli elettori”.

Disaffezione per la politica e assuefazione ai danni che porta con sé. E’ un vicolo cieco?
“Confido nel fatto che cresca l’indignazione, di fatto l’unico sentimento che può produrre cambiamento. L’indignazione è un sentimento profondo, l’invidia invece è un’emozione e dura poco. Certo, sarebbe bello se cominciasse a prevalere la capacità: un politico è bravo anche se non ti piace. Invece nei Consigli comunali troviamo sempre più spesso persone di un certo tipo, scelte dall’elettore prima di tutto per comodità. Ma è come se l’ammalato si affidasse al medico più vicino e non a quello più bravo, una follia. Se a scuola cerco la maestra più brava, perché in Consiglio comunale non cerco il consigliere migliore? Per uscire da questo stallo abbiamo bisogno dei medici, delle maestre e dei consiglieri comunali migliori”.

 

Scheda: laffaire Le Gru.

E’ l’alba del 16 dicembre 1993, quando il neo eletto sindaco di Grugliasco, Domenico Bernardi (Pds), viene arrestato e portato in carcere a Novara. L’accusa è quella di corruzione. Assieme a lui vengono arrestati l’ex sindaco comunista Angelo Ferrara, il vicesindaco socialista Giuseppe Facchini, la capogruppo Dc Lina Visentin, gli assessori socialisti Girolamo Turone e Gaetano Marasco, più il presidente dell’Ascom, Ottavio Guala.
La pietra dello scandalo è la costruzione della shopville “Le Gru”, un colosso commerciale di oltre 140 mila metri quadri, al tempo il più grande d’Europa. A mettere nei guai gli amministratori di Grugliasco sono le dichiarazioni di Alberto Milan, ex amministratore delegato della “Trema”, la multinazionale francese del commercio che gestisce le gallerie commerciali della shopville grugliaschese.

“Le Gru” erano state inaugurate appena sette giorni prima, alla presenza di Silvio Berlusconi (allora “semplice” imprenditore) che vi era atterrato in elicottero e aveva tenuto un discorso. Il parroco di Grugliasco aveva poi benedetto l’opera tra damazze e politici in sfilata.
Bernardi era stato eletto dieci giorni prima e non aveva fatto ancora in tempo a nominare la Giunta e insediare il Consiglio comunale. Le nubi si stavano addensando all’orizzonte e i giornali ne davano conto da almeno un mese, ma il sindaco aveva sempre rivendicato la sua estraneità (ribadita con energia anche dai massimi vertici provinciali del suo partito), proponendosi anzi come colui che avrebbe riportato la buona politica in città. Una volta in cella, Bernardi resiste proclamandosi innocente, poi crolla e confessa tutto in un memoriale scritto in carcere. A quel punto, il sindaco viene deposto, il Consiglio comunale sciolto e al Prefetto non resta altro che nominare un commissario in attesa delle nuove elezioni, previste per la primavera del 1994.
Tre anni e mezzo dopo, alla conclusione delle indagini, patteggiano in undici: due dirigenti della Trema un anno e nove mesi, Alberto Milan 18 mesi, gli ex sindaci Bernardi e Ferrara e l’ex vicesindaco Facchini sedici mesi, un anno l’ex assessore Albino Rossello (entrato nell’inchiesta in un secondo momento), per tutti gli altri invece pene pecuniarie. Vengono assolti Renato Ciaiolo (coop costruttrici) e Pietro Capussotto (ex assessore grugliaschese all’Urbanistica).
La nuova amministrazione di Grugliasco intraprenderà azioni volte al ripristino della legalità e chiuderà la faccenda degli abusi edilizi con un guadagno di circa venti miliardi di lire per il Comune. Lo stesso Comune si costituisce anche parte civile nel processo volto a stabilire i danni morali e materiali che gli amministratori corrotti hanno arrecato al Comune: verranno condannati a un risarcimento di circa un miliardo di lire che a oggi non è stato nemmeno in parte recuperato.

 

Civica Cuneo a Telecupole.

  

 

Stasera la lista Civica - Cuneo sarà ospite del programma Monitor, in onda su Telecupole a partire dalle ore 21.

Questa puntata verte sull'attualissimo tema dell'immigrazione, con particolare riferimento alla nostra Regione, traendo spunto anche da quanto sta accadendo drammaticamente in questi giorni a Lampedusa.

Tra gli ospiti della serata: Silvana Dutto (Civica Cuneo), il deputato della Lega Elena Maccanti, il dr. Magliano (Resp. Centro Servizi regionali di volontariato), il consigliere regionale di Rifondazione Gian Piero Clement, Bruna Gerbaudo, responsabile dei Centri Migranti di Cuneo, l'Associazione Il Mosaico di Bra, che si occupa di integrazione.

Conduce il giornalista Giulio Botto.

 

"Le Gru", quindici anni dopo.



A distanza di quindici anni, Mariano Turigliatto - oggi consigliere regionale del gruppo “Insieme per Bresso” - torna a parlare dell’”Affaire Le Gru”, lo scandalo che negli ultimi giorni del 1993 squarciò il velo su intrighi di malaffare e portò al crollo di un’intera classe politica e di un sistema di potere. Fu la più grande Tangentopoli che Torino ricordi, il lavoro della magistratura smontò una struttura oliata e diede impulso a una nuova stagione politica. Grugliasco si fece interprete di questa nuova spinta, presto però esaurita. Tanto che le più recenti vicende di tangenti e corruzione (Campania, ma non solo) hanno ricordato le modalità dello scandalo legato all’allora più grande shopville d’Italia.
Ed è questa inquietante analogia ad avere spinto Mariano Turigliatto a riflettere su quel periodo: “L’affaire Le Gru contiene i paradigmi di tante altre storie, ne parlo senza l’intenzione di voler rivangare il passato ma solo perché oggi mi sembra di rivivere lo stesso film”. Una riflessione che parte dalla sua elezione a sindaco nel 1994 (“Nessuno se la immaginava, tanto meno il sottoscritto. Ero convinto di andare del ballottaggio e alla vigilia  mi sarei accontentato del 40 per cento dei voti”), tocca i due mandati amministrativi (“In tempi di politica molto sfilacciata, la Giunta grugliaschese era diventata un soggetto politico che rappresentava l’interesse collettivo”) e i relativi successi (“Eravamo la dimostrazione che un’amministrazione viva può muovere la città. Non facevamo politica né di destra né di sinistra, ma eravamo dalla parte della gente e la gente s’è adeguata alla svelta”) fino a raggiungere il graduale scivolamento della politica verso il basso (“Purtroppo questa stagione s’è conclusa troppo presto e l’involuzione ha preso la forma del ritorno alle coalizioni politiche mescolate ai pressappochismi”). Turigliatto boccia senza appello l’oggi: “Ieri la politica governava: gestiva, cambiava e innovava. Oggi è al servizio di altre attività e chi se ne occupa non fa che conciliare esigenze particolari. E’ un arbitro: l’interesse collettivo non se lo fila più nessuno” e chiude coltivando una piccola speranza: “Confido nel fatto che cresca l’indignazione, di fatto l’unico sentimento che può produrre cambiamento”.


LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA A MARIANO TURIGLIATTO

SCHEDA: "AFFAIRE LE GRU", COS'ERA SUCCESSO QUINDICI ANNI FA

 

 

Il 2009 dei conti pubblici.


Le informazioni sull'andamento delle variabili macroeconomiche nell'ultimo trimestre 2008 sono ancora molto limitate. Per avere qualche indicazione sul 2009 possiamo guardare i dati della produzione industriale. Confrontati con quelli del 1992-93, mostrano che l'intensità della recessione di oggi è molto superiore a quella di allora. Anche la riduzione del Pil non potrà che essere maggiore. A meno che il settore dei servizi privati non si rivitalizzi per la ripresa delle liberalizzazioni o il settore pubblico non aumenti la spesa. Entrambi eventi improbabili.
E' quanto scrive oggi sul sito www.lavoce.info il professor Francesco Daveri, ordinario di Politica economica presso l’Università di Parma. Un documento lucido che indica nel 13 febbraio una prima, attendibile, cartina di tornasole: quel giorno, l’Istat diffonderà infatti la stima preliminare del Pil nel quarto trimestre 2008.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU WWW.LAVOCE.INFO
 

CRONOSTORIA DI UN'ESCLUSIONE

Il prossimo 28 marzo i cittadini piemontesi saranno chiamati alle urne per esprimere la propria preferenza per le elezioni regionali.

Sono già trascorsi cinque anni da quando Mariano Turigliatto è stato eletto in Consiglio regionale con la Lista Insieme per Bresso e ora vorrebbe provare ad accogliere la proposta che gli ha fatto la stessa Bresso
( presidente@regione.piemonte.it ) ricandidandosi nella lista della presidente.

Tra le attività di questi anni trova spazio la pubblicazione del periodico di informazione e approfondimento politico “Punto di Vista”, giornale del gruppo che dà voce alle numerose liste civiche del territorio piemontese.

La libera espressione, la critica costruttiva, sono purtroppo sempre poco tollerate dagli esponenti di qualsiasi governo tanto da spingere alcuni sindaci del Pd a chiedere la sua testa dopo aver preso visione di alcune, peraltro legittime, critiche alla loro amministrazione, apparse sul nostro periodico Punto di Vista.

Molti ritengono che la richiesta di esclusione di Mariano, formulata da alcuni sindaci del Pd, sia un modo per favorire la corsa alle prossime elezioni all'assessore, Andrea Bairati, futuro capolista della Lista Insieme per Bresso, senza il minimo rischio e timore che qualcuno, Mariano, possa mettere in forse la sua elezione, o più semplicemente soffiargli il posto.

Questa l’estrema sintesi di una storia che vorremmo non si concludesse con l’esclusione di Mariano dalle elezioni regionali. Pertanto ti chiediamo, se ritieni, di aiutarci a far riflettere i cosiddetti “politici di professione” sul fatto che l’assenza di Mariano alle prossime elezioni amministrative regionali sarebbe un danno grave per le tante persone che credono in lui e nel suo modo di intendere la politica, al servizio del cittadino.

Di seguito trovate tutti gli articoli apparsi sulla vicenda in questi giorni, a seguito di lettere di privati e di liste civiche piemontesi di sostegno a Mariano che hanno indirizzato la loro voce ora alla presidente Bresso ora alla politica in generale.

1 - LETTERA ANONIMA ALLA PRESIDENTE BRESSO
    (Luna Nuova)

2 - RISPOSTA DI MARIANO ALLA BRESSO 

3 - LA LETTERA DEI SINDACI ALLA BRESSO
Questo è il testo della lettera pervenuta alla Presidente Bresso dai Sindaci. 

Non ne abbiamo avuto copia  ma siamo lo stesso in grado di fornirvene il testo.
(Tralasciamo di riportare il fax di accompagnamento)

4 - LA LETTERA DEGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI PRO-MARIANO 

5 - L'ARTICOLO DELL'ESCLUSIONE DI MARIANO 
    (La Repubblica)

6 - LA REPLICA DI MARIANO SU " LA REPUBBLICA"

Digitale terrestre, le tappe.

Torino e Cuneo faranno da apripista all'avvento della televisione digitale terrestre in Piemonte. Entro il 20 maggio di quest'anno, nelle due province è previsto il passaggio al DTT di Rai Due e Rete 4, mentre tra settembre e ottobre (sempre di quest'anno) il passaggio riguarderà tutte le altre reti. Nelle altre province piemontesi il passaggio di Rai Due e Rete 4 si avrà nel secondo semestre 2009, quello delle altre reti nel primo semestre 2010.

LEGGI LA NOTIZIA COMPLETA SUL SITO DELLA REGIONE PIEMONTE

 

 

Api uccise dai pesticidi.

  

Bastano due minuti: un'ape beve le gocce d’acqua essudate da piante di mais trattate con i nuovi potenti insetticidi neonicotinoidi, e nel giro di soli due minuti cade a terra morta. Queste le ultime scoperte degli scienziati sul rapporto tra pesticidi utilizzati in agricoltura e la crescente moria delle api che ha colpito il nostro Paese.
Se ne parlerà al congresso degli apicoltori italiani, in programma da oggi fino a lunedì 26 gennaio a Sorrento. Lo scrive il “Corriere della Sera” in un articolo che disegna scenari inquietanti anche per quanto riguarda l’uomo e i potenziali effetti dei pesticidi. 

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SUL SITO DEL CORRIERE

 

 

La nota sul Consiglio regionale.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

L'ultima seduta del Consiglio regionale piemontese è stata surriscaldata dalla dichiarazioni che giungevano da Bruxelles della presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso sul drammatico, se non tragico, caso della sfortunata Eluana Englaro (la ragazza che è tenuta in vita in stato vegetativo da quasi due decadi).

L'intera giornata consiliare è stata letteralmente fagocitata da questa complicatissima situazione che ha colpito il cuore e l'interesse di tutti gli italiani, innescando tutta una serie di varie posizioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica.

Ma cosa è successo all'interno della nostra istituzione regionale? Mercedes Bresso, che si era già dichiarata favorevole ad accettare presso una struttura sanitaria regionale Eluana Englaro, è tornata sull'argomento da Bruxelles ribadendo che, nell'eventualità che qualcuno lo chiedesse, la Regione Piemonte sarebbe disponibile ad accettare il trasferimento della povera Eluana in un ospedale piemontese per la sospensione delle cure che la tengono tuttora in vita.

A questa dichiarazione ("A noi non è stato chiesto niente e non ci offriamo, però se ci viene richiesto per noi non ci sono problemi. Se ce lo chiedono, noi siamo disposti. Ovviamente in strutture pubbliche perché quelle private sono sotto scacco del ministro") ha fatto seguito un acceso dibattito consiliare, che ha portato a diverse posizioni, talora antitetiche: dall'Italia dei Valori che ha parlato di "gesto di responsabilità" da parte della presidente della Regione Piemonte, ad An che ha definito la proposta come"immorale e irrispettosa"; dall'ala cattolica del Pd (gli ex diellini- La Margherita), che ritiene più ragionevole non decidere, al Prc che dà il massimo sostegno alla Bresso; e ancora dal Pdci, che si è definito orgoglioso del coraggio della presidente regionale, alla Lega che ha definito la Bresso "insensibile verso la tutela della vita"; per Fi - Pdl, invece, la Bresso farebbe già campagna elettorale.

La posizione della Curia è infine inequivocabile: per il cardinale Poletto, togliere cibo e acqua alla ragazza è vera e propria eutanasia.

Una dichiarazione, quella rilasciata da Mercedes Bresso, che fa e farà discutere non solo i politici dell'aula consiliare ma l'intera popolazione piemontese... non vi è alcun dubbio!

 

Eluana e la Regione Piemonte.


di Mariano Turigliatto

“Adesso c'è una speranza non solo per Eluana, ma anche per tutti quelli che, come noi, si sono trovati scoperti davanti all'intransigenza della medicina e alla limitatezza della politica”
. Con queste parole, Beppino Englaro, papà di Eluana, ha commentato l’affermazione di ieri della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso: “Se me lo chiedono, accoglierò Eluana”.
Credo che nelle parole di Beppino Englaro ci siano tutta la sofferenza e tutta la dignità che derivano da una vicenda tanto straziante e lunga. E credo che la dichiarazione della presidente Bresso sia un esempio, anche di coraggio, in anni in cui la politica mostra troppi limiti ed è spesso incapace di guardare avanti. La sanità pubblica piemontese può aiutare un padre a ottenere il rispetto di diritti che finora sono stati calpestati.
 

MARIANO TURIGLIATTO - CURRICULUM






L’anagrafe e il lavoro.
Sono nato a Sparone (To) il 12 settembre 1954. Sono sposato con Angela da 34 anni, abbiamo due figli già grandi e accasati. Marco e Valentina ci hanno dato Cloe, la prima nipotina. Andrea  e Ribella aspettano Maria, la seconda.
Abito a Grugliasco dal 1982 e ci sto proprio bene. Ci sono arrivato dopo le superiori, era il 1973, quando fui assunto dal Comune come insegnante elementare nei servizi di doposcuola. Poi nel 1976 ho vinto un concorso pubblico e sono entrato in ruolo come insegnante elementare presso la scuola “B. Ciari”, sempre a Grugliasco. Era una scuola pioniera nel tempo pieno e ci sono stato benissimo. Mi sono iscritto alla CGIL Scuola e ci ho militato attivamente fino a pochi anni fa, tuttora sono iscritto anche se sempre con minore convinzione. Mi sono laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Torino nel 1983, ho partecipato al concorso pubblico di  lettere alle superiori vincendolo. Per questo sono docente di ruolo di lettere all'Itis "Majorana" di Grugliasco dall'85; insegno nel triennio del corso per periti informatici. Sono stato in aspettativa dal 2005 al 2010, per via della mia elezione a consigliere regionale. Poi sono tornato a scuola e ci vado felicemente tutti i giorni.

Le altre esperienze professionali:

Nel corso degli anni ho organizzato e tenuto corsi di formazioni per insegnanti elementari di prima nomina, ho partecipato al Piano nazionale per l’Informatica e sono da sempre tutor dei nuovi docenti. Ho organizzato e diretto centri di vacanza come socio della Coop. CARI di Bologna dal 1976 al 1993,
Sono stato presidente e amministratore delegato del CONIG, un consorzio di 29 imprese di Grugliasco, dal dicembre 2004 al gennaio 2012; per me si è trattato di un'esperienza eccezionale, visto che ho iniziato in tempi e condizioni di estrema difficoltà e sono riuscito a insediare oltre 20 nuove imprese in aggiunta alle poche esistenti. Ho dovuto lasciare di recente  per candidarmi nuovamente a sindaco a Grugliasco.
Ho lavorato come docente attività presso il Politecnico e tante altre cose che, se avete voglia di leggere, trovate qui. LEGGI IL CURRICULUM COMPLETO

Le mie pubblicazioni, gli studi e le collaborazioni.

Ho partecipato alla pubblicazione di manuali per gli operatori del tempo libero a cura della Coop. Cari (“Che cos’è il gioco?”, Bologna 1988; “Cooperazione e pedagogia del tempo libero”, Bologna 1986).
Ho collaborato a lungo con “Metafora Verde”, rivista ambientalista. Ho pubblicato come coautore "A scuola come... Se 40 ore vi sembran poche” (quaderni dell’Agenzia Stampa del Sns-Cgil), uno studio sulle risposte offerte dagli insegnanti elementari impiegati nella sperimentazione didattica ed educativa, e per la Sei ”Scienze”, manuale per la scuola media, di cui ho curato  la sezione di geografia astronomica e gli inserti di storia delle scienze.
La DeAgoastini nel 1996 ha pubblicato "Finestra sulla lingua”, un manuale di grammatica italiana e di analisi testuale e composizione, scritto da me con Maurizio Chatel. Nel maggio 2001: “Mutande al mondo” (edizioni Informa 2000), con prefazione di Luigi Ciotti. Nel 2004 ho pubblicato (insieme a Fiora di Centocroci) il volume “Il Palazzo delle antiche Segreterie di Stato e la Provincia di Torino”. Negli ultimi anni ho collaborato con la coop. Tenda Servizi per il testo “Interni di città”, pubblicato da Ananke nel 2007. Ho collaborato al volume "L'amministrazione della giustizia nel distretto di Torino" (Barbuto, Caselli, Maddalena, Turigliatto) con il saggio "Oltre gli scandali: la zona grigia delle pubbliche amministrazioni". Le pubblicazioni, le collaborazioni e gli interventi sono parecchi di più, ho indicato solo quelli più rilevanti, per la lista completa leggi il curriculum completo.

I miei incarichi politico-amministrativi.
Sono stato eletto consigliere comunale a Grugliasco nel 1985, poi rieletto nel 1990 (in carica fino al dicembre 1991 per dimissioni volontarie, la rotazione). Sono stato eletto al primo turno sindaco di Grugliasco nel giugno 1994 e dichiarato decaduto per effetto delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali il 19 luglio 1997; di nuovo rieletto al primo turno nelle successive elezioni del 16 novembre 1997. Il mio mandato è scaduto nella primavera 2002.
Sono stato membro del direttivo regionale dell’Anci (l'associazione nazionale dei Comuni) dal gennaio 1995 all'ottobre 1999 e del direttivo nazionale dall’agosto 1994 alla primavera 1995. Sono altresì stato membro dell’assemblea dei soci del CIDIU e del CISAP per tutta la durata dei miei mandati.
Dal maggio 2005 sono stato  Consigliere Regionale del Piemonte, presidente di gruppo, primo eletto nella lista “Insieme per Bresso” con 2703 voti di preferenza. Nuovamente candidato nel 2010 con i VERDI-CIVICA, la lista non ha raggiunto il quorum necessario e il lusinghiero successo personale (circa 2.000 voti) non è stato sufficiente alla rielezione.
Nel 2007 sono stato eletto consigliere comunale a Grugliasco nella lista civica "Grugliasco Democratica". Nel 2012, in qualità di candidato a sindaco di una coalizione di liste civiche, ho ottenuto il 21,5% dei voti (4.200 preferenze): non abbastanza da vincere le elezioni, ma sufficienti a eleggere 4 consiglieri comunali di opposizione. Sono uno di loro.

Qui trovi il curriculum completo

(aggiornato al 30 aprile 2013)

Le nuove energie di Obama.

L'amministrazione Bush quasi negava il riscaldamento globale provocato dall'uomo e aveva legami documentati con le grandi compagnie petrolifere. Il nuovo segretario all'Energia scelto da Barack Obama è invece uno scienziato che da anni conduce studi sui biocombustibili, vorrebbe portare le tasse sulla benzina ai livelli europei e crede che gli Stati Uniti debbano muoversi per primi nella lotta all'effetto serra.
Steven Chu, sino-americano premiato con il Nobel per la fisica nel 1997, ha presentato nei giorni scorsi il suo programma di fronte alla Commissione Energia e Risorse naturali del Senato.
Ne dà notizia e approfondisce l’argomento il sito di “Peace Reporter” in un articolo scritto da Alessandro Ursic che vale la pena di leggere.

LEGGI L’ARTICOLO SUL SITO DI PEACE REPORTER



 

I pc di Rivoli sul Tg2.

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CLICCA QUI PER VEDERE IL SERVIZIO DEL TG2

Anche il Tg2 ha ceduto al fascino di “Un computer per ogni studente”, l’iniziativa promossa dal gruppo consiliare regionale “Insieme per Bresso” e la cui sperimentazione è stata avviata all’inizio dell’anno scolastico presso due scuole elementari di Rivoli e Pavone Canavese.
Venerdì 16 gennaio, l’edizione delle ore 13 del Tg2 ha mandato in onda un ampio servizio (realizzato da Monica Sorrentino) dedicato a “Un computer per ogni studente”, comprensivo di interviste agli studenti della scuola elementare “Don Milani” di Rivoli, al dirigente scolastico Antonietta Di Martino e ai tre insegnanti (Marco Guastavigna, Paola Limone e Dario Zucchini) che hanno predisposto le unità didattiche rivolte ai docenti e, nel corso degli ultimi quattro mesi, si sono cimentati giorno per giorno con l’iniziativa.
Il servizio del Tg2 si va ad aggiungere agli ampi crediti che “Un computer per ogni studente” ha raccolto sui media nazionali e non: dalla Bbc al “Venerdì di Repubblica”, da “Il Sole XXIV Ore” ai periodici “Visto e “Gente”, senza dimenticare giornali e televisioni locali e la fondamentale partnership con “La Stampa” e il relativo blog.
Ampia soddisfazione è stata espressa da Mariano Turigliatto, consigliere regionale di “Insieme per Bresso” e principale fautore dell’iniziativa. “Tanto interesse – ha dichiarato Turigliatto – è la dimostrazione della bontà dell’idea e della funzionalità che la stessa assume all’interno di un percorso didattico efficace, diretto e al passo coi tempi. Il computer è diventato uno strumento di ulteriore arricchimento per questi giovani e fortunati studenti”. 

 

Turigliatto e Tav ad "Aria Pulita".


Lunedì 19 gennaio, a partire dalle ore 13, su Telecity 7 Gold andrà in onda una puntata di "Aria Pulita" dedicata ai trasporti e al Treno ad Alta velocità in particolare. Ospiti della giornalista Giulia Gioda saranno il consigliere regionale del gruppo "Insieme per Bresso", Mariano Turigliatto e il presidente della Comunità montana Bassa val di Susa, Antonio Ferrentino.
 

Avanti il prossimo.


 
di Mariano Turigliatto

Adesso tocca a Di Pietro finire nel tritacarne delle indagini. I giornali sono pieni dei racconti delle intercettazioni, delle gesta del figlio e delle illazioni intorno al suo operato… fino ad arrivare alla messa in discussione della gestione del suo partito, Italia del Valori. Qualcuno gongola: mal comune mezzo gaudio, altri si affrettano a rincarare la dose, altri ancora lo difendono a spada tratta, così pensando di difendere se stessi. Insomma, il solito desolante teatrino.
Il tessuto civile del nostro paese è rovinato da anni di  tolleranze a senso unico, di ammiccamenti agli evasori fiscali, di indifferenza alle mafie, ai criminali in camicia e cravatta impuniti e immuni per via della loro elezione a parlamentari, al sistematico calpestare le regole delle moderne democrazie, perfino quelle più ovvie. Nelle pubbliche amministrazioni italiane – dalla più piccola ai ministeri – non si fanno più concorsi, ma solo contratti nominativi a tempo determinato. I politici hanno consolidato corti cospicue di soggetti che dipendono da loro in tutto per tutto e che, sovente per questo, non sono in grado di far valere interessi generali e regole comuni.
In ogni ambito della vita sociale, dall’economia alla finanza, dall’industria alla politica, trionfa la mediocrità di gruppi dirigenti scelti perché possano essere facilmente manovrabili. Ogni alzata di ingegno, ogni velleità di autonomia, ogni esercizio di creatività, ogni assunzione dir responsabilità… tutto viene piallato da ormai troppo tempo perché non si possano ignorare i guasti fin qui prodotti. Ormai a tutti i livelli, chi si assume responsabilità viene dileggiato e osteggiato dai suoi stessi colleghi; trionfa la delega, il rinvio, il tentativo di spostare altrove il lavoro, ma non lo stipendio. Chi non è così la paga cara.
La politica si fa organizzando lobbies e costruendo regole per fare fuori i concorrenti (a questo sono servite le leggi elettorali e a questo dovrebbe servire il caminetto veltroniano con il centrodestra)… fino ad accreditare l’idea che le elezioni non si vincono con persone e progetti all’altezza, ma con trucchi e trucchetti, compreso quello di costruire un parlamento di nominati, fedeli al capo sennò perdono il posto.
Perché stupirsi se anche a Di Pietro chiedono favori? Perché meravigliarsi se il suo partito manca di democrazia ed è preso d’assalto da soggetti di tutti i tipi accolti a volte con troppa disinvoltura? Perché puntare infantilmente il ditino per segnalare che siamo tutti uguali?
Continuo a pensare che si debba lavorare per cambiare il brodo puzzolente nel quale galleggia la vita politica ed economica del nostro paese. Quel brodo imputridisce tutto, qualunque cosa buona, qualunque velleità di cambiamento. Quel brodo è fatto delle tante furberie nazionali, di quell’individualismo che si giustifica nella fregatura al prossimo, nella astuzia ottusa di chi si dà la zappa sui piedi convinto che, accorciandoli, spenderà molto meno di calzature.
Anche i partiti, i movimenti, le associazioni debbono fare seriamente i conti con la loro democratizzazione. Non c’è bisogno di continuare a chiedere a dirigenti stracchi e dannosi di farsi da parte, magari a favore di rampolli cresciuti nelle loro segreterie che ce li farebbero presto rimpiangere. Ciò che si deve rivendicare è l’approvazione di regole certe che permettano a chi ha il coraggio e i numeri di farsi valere senza essere annientato dai potentati ancora prima che cominci a provarci.

Se poi il tutto fosse condito da una sana indignazione, da qualche luminosa idea su come costruire il futuro dell'Italia e da una dose di coraggio per rischiare... allora si potrebbe ricominciare a sperare.

 

Reddito minimo alla francese.

 

 

L'estate prossima entrerà in vigore in Francia il Revenu de Solidarité Active, un nuovo sussidio pubblico ideato per semplificare la giungla delle misure di sostegno, lottare in modo efficace contro la povertà ed evitare fenomeni di disincentivazione al lavoro. Anche in Italia da tempo circolano proposte di reddito minimo garantito. La riforma francese può essere un esempio anche per noi? Due i problemi: i costi per le esangui casse statali e l'imponente tasso di lavoro sommerso e di evasione fiscale, che potrebbero mettere in dubbio l'efficacia di un simile strumento.E’ questo l’argomento dell’analisi compiuta dall’economista Andrea Garnero sul sito www.lavoce.info. Un’analisi che merita di essere letta con molta attenzione. 

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Turigliatto parla del Toro su TsT.

 
 
Questa sera, con inizio alle ore 20.30, TeleStudio trasmette in diretta la trasmissione "Qui Studio Sport", condotta dalla giornalista Clara Vercelli. Tra gli ospiti del programma figura anche Mariano Turigliatto, consigliere regionale del gruppo "Insieme per Bresso" e tifoso granata. Assieme a Turigliatto anche i giornalisti Beppe Gandolfo ("Tg5") e Bruno Bernardi ("La Stampa") più altri ospiti fissi della trasmissione che è un punto di riferimento per i tifosi di Torino e Juventus. In "Qui Studio Sport" si parlerà dell'opposto momento di salute delle due squadre torinesi, del finora fantomatico "Mister X" che vorrebbe acquistare il Toro e della faraonica offerta che il Manchester City ha avanzato per l'acquisto del calciatore brasiliano del Milan, Ricardo Kakà.
 

La Nota sul Consiglio Regionale.

Anteprima

 

di Patrizio Brusasco

 

Dopo la recente approvazione del Testo Unico sull'Artigianato, ieri il Consiglio regionale ha licenziato un'altra legge importantissima per il Piemonte, terra di monti e di sport invernali, nonché - è bene ricordarlo - ex stazione olimpica invernale, e alla luce dei troppi gravi incidenti che si sono succeduti negli ultimi tempi per varie concause, dall'irresponsabilità degli sciatori e degli addetti ai lavori, alle grandi trasformazioni tecnologiche sportive e fino alla mancanza di una legge ordinatrice del comparto.

L'articolato della legge sulla sicurezza sullo sci è stato approvato al fulmicotone, dopo in verità un anno di attesa,  con una larghissima convergenza consiliare, in virtù anche dei suoi due firmatari Laus e Vignale, rispettivamente dei Moderati e di An, dunque di maggioranza e minoranza.

Ma cosa prevede la nuova legge? Tra le novità, l'elenco regionale delle piste e classificazione aree sciabili; l'assicurazione obbligatoria delle società di impianti; le sanzioni fino a 250 euro per gli sciatori trasgressori; il divieto di circolazione per motoslitte (con deroghe ai gestori di skiarea e ai Comuni) con ammenda da 400 a 2500 euro, oltre al sequestro del mezzo; la parificazione tra mountain bike e sci; infine, lo stanziamento importante per il 2009 di 8 milioni di euro.

Questa legge dunque si caratterizza per essere innovativa nel porre il settore degli sport invernali al passo coi tempi e in armonia con le realtà produttive, e senza dimenticare lo sviluppo dell'economia delle valli.

Ancora importanti da segnalare le norme che riguardano gli amanti dei fuoripista che dovranno portare obbligatoriamente una pala, una sonda e un segnalatore elettronico (nella sfortunata ipotesi che lo sciatore sia vittima di una valanga).

Da oggi dunque potremo tutti sciare più sicuri, fermo restando che nessuna legge può arrivare laddove manchi il tradizionale BUON SENSO!

 

Caos climatico, lo dice il Worldwatch.

 
 
E' caos climatico. Lo dice una fonte molto autorevole, il Worldwatch Institute, uno dei più prestigiosi istituti di ricerca americani: nel suo "State of the World" conferma le previsioni più pessimistiche sulla situazione ambientale del pianeta. Il punto di partenza è che undici degli ultimi dodici anni sono stati tra i dodici anni più caldi dal 1800 a oggi.
Ne dà notizia "La Repubblica" in un articolo a firma di Antonio Cianciullo che parla anche delle "misure per evitare il peggio".

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Italia, cresce lenergia eolica.

  

 

Cresce l’energia del vento in Italia. Nel 2008 ha fatto segnare un saldo positivo del 37 per cento che ha portato a una produzione di oltre sei miliardi di kilowattora, vale a dire il 2 per cento dei consumi elettrici.
Lo scrive oggi il “Corriere della Sera” in un articolo a firma di Franco Foresta Martin. Alla luce di questo nuovo dato, l’Italia occupa il terzo o quarto posto per potenza eolica installata, alle spalle di Germania, Spagna e forse Francia.
 

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"Non comprate le tv al plasma".

 

"Non comprate televisori al plasma: inquinano come dei Suv". L'iniziativa è del governo inglese che è sul punto di rivolgere questo appello ambientalista ai consumatori d’oltremanica. La notizia è diffusa oggi dal quotidiano “La Repubblica” in un articolo a firma del corrispondente, Enrico Franceschini. Vi si legge che: “Un televisore al plasma da 50 pollici può consumare 822 kilowatt per ora, contro i 350 di un televisore a cristalli liquidi della stessa grandezza e i 322 di un tradizionale televisore a tubo catodico”.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SUL SITO DI REPUBBLICA

 

La Nota sul Consiglio Regionale.

Anteprima

 

di Patrizio Brusasco

 

L'ultima seduta del Consiglio regionale del Piemonte ha visto l'approvazione del Testo Unico per l'Artigianato in Piemonte: un articolato importante perché ridisegna il comparto artigiano attribuendogli il giusto valore e parallelamente le giuste riforme per svilupparlo.

L'Aula consiliare ha dunque votato positivamente il nuovo articolato predisposto dall'assessore regionale Paolo Peveraro, vice presidente della giunta regionale, con la convergenza di maggiorana e opposizione. 

"In questo momento di crisi per il Piemonte e più in generale per l'economia mondiale - ha dichiarato l'Assessore Peveraro - il Testo Unico potrà fornire un ulteriore strumento per fronteggiare le dificoltà congiunturali, aggiungendosi alle misure straordinarie messe in campo dalla Regione, tra cui anche lo stanziamento di 70 milioni di euro a favore del sistema dei Confidi con l'obiettivo di facilitare l'accessibilità al credito per le imprese artigiane".

Tra le novità introdotte dal novellato, la comunicazione unica per l'iscrizione all'Albo delle imprese artigiane, la realizzazione di sistemi di monitoraggio quantitativo e qualitativo degli interventi attuati dalla Regione con l'obiettivo di verificare l'efficacia delle politiche; inoltre, maggiore enfasi all'Eccellenza artigiana con i marchi "Eccellenza artigiana" e "Maestro artigiano"; agevolazioni e servizi che puntano sull'innovazione, ricerca e qualificazione produttiva e organizzativa; acceso al credito e rafforzamento del sistema di garanzia e controgaranzia, qualità e certificazione di processo e prodotto, sviluppo dell'associazionismo economico  e della cooperazione tra imprese.

Infine, sviluppo delle imprese artigiane a conduzione femminile e giovanile, valorizzazione e tutela dell'artigianato artistico e tipico di qualità, formazione e aggiornamento tecnico-professionale degli imprenditori e dei lavoratori, consolidamento della presenza dell'artigianto sui mercati nazionali ed esteri, progettazione e realizzazione di marchi di qualità e origine; nascita di nuove imprese, agevolazione del trasferimento d'impresa e del passaggio generazionale...insomma un articolato decisamente innovativo ed esaustivo che funge da propulsore al comparto artigiano piemontese.

 

Il 2008 di Greenpeace.

 
 
Una selezione delle immagini più belle e appassionanti racconta il 2008 di Greenpeace. Tante azioni e tante vittorie sul fronte clima, foreste, inquinamento, trasporti, mare e Ogm. È stato un anno molto intenso. Ancora più ambiziose saranno le sfide del 2009.

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Turigliatto su Rete 7 Piemonte.

Anteprima

 

Questa sera Mariano Turigliatto sarà ospite del programma  "Rosso di Sera", in onda su Rete 7 alle ore 20.30.
Nel corso della trasmissione si traccerà un bilancio dell'anno appena trascorso e si getterà uno sguardo sulle aspettative per il 2009.
Tra gli ospiti di "Rosso di Sera" anche l'assessore regionale Sergio Deorsola, i consiglieri regionali Luca Robotti e Ugo  Cavallera e il consigliere comunale Antonello Angeleri.

 

 

Stop al consumo di territorio.


 
Si chiama "Stop al consumo di territorio" ed è il movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato. I sostenitori richiedono una moratoria generale ai piani regolatori e delle lottizzazioni, in attesa che ciascun Comune faccia una precisa “mappatura” di case sfitte e capannoni vuoti. Sottoscrivono un manifesto perché si blocchi il consumo di suolo e si costruisca esclusivamente su aree già urbanizzate, salvaguardando il patrimonio storico del Paese.

Sul sito - in costruzione - del movimento si legge: "L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio. Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio. Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è stata Seppellita sotto il cemento.
Il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema Italia non è più in grado di autoriprodursi è sempre più vicino. Ma nessuno se ne cura. Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto.
Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari. Non si può andare avanti così!
La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto.
La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!".

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Donne, uomini e vera parità.

 
Il sito www.lavoce.info pubblica oggi un interessante articolo a firma di Chiara Saraceno (professore ordinario di Sociologia della famiglia presso la facoltà di Scienze politiche di Torino) a proposito dell'età pensionabile di uomini e donne, un tema tornato di stretta attualità dopo le dichiarazioni in materia del ministro Brunetta.
Scrive la professoressa Saraceno: "Un’età della pensione più bassa penalizza le donne, ha sentenziato la Corte Europea. Ma eliminare questa disparità non basta. Bisognerebbe prendere atto che quelle di loro che si fanno carico di responsabilità famigliari hanno una vita lavorativa complessivamente più lunga e pesante di quella degli uomini e pagano prezzi economici elevati. Su questo occorre intervenire".

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