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La situazione dei rifiuti in Piemonte.

Qual è la situazione dei rifiuti in Piemonte? Quanti inceneritori sono necessari nella Provincia di Torino? Quali sono le soluzioni su cui puntare? Michele Bertolino, responsabile in materia di rifiuti per Legambiente (Piemonte e Valle d'Aosta), ci ha illustrato il panorama regionale, in un incontro pubblico che si è svolto lo scorso martedì 29 luglio presso la sede del gruppo. L'analisi di Legambiente, legata alla prospettiva di realizzare un secondo inceneritore nella Provincia di Torino oltre al già approvato progetto del Gerbido, afferma senza esitazione l'inutilità di un ulteriore impianto: "Se si realizza un adeguato pretrattamento dei rifiuti, l'inceneritore del Gerbido è sufficiente", ha concluso Bertolino.

Vi trasmettiamo il materiale presentato durante l'incontro, in cui vengono presentati i risultati dello studio svolto. Michele Bertolino, che ringraziamo per il suo intervento, ha garantito la propria disponibilità per chiunque fosse interessato a organizzare incontri divulgativi mirati a un'illustrazione più ampia dei temi esposti nella serata di martedì.

 

 

 

 

 

Partiti leggeri e pesantezze ideologiche.

di Mariano Turigliatto 

La conclusione del congresso di Rifondazione ha messo in luce certamente i contenuti di una situazione di crisi, ma anche e soprattutto un’attitudine che sembra pervadere la sinistra (estrema e non) oltre che settori consistenti di questo nostro paese malato: la tendenza a distruggere tutto mediante la ricerca della purezza ideologica, dell’omogeneità a tutti i costi, di una tranquillizzante uniformità.

E dire che – per contro - sembrava che i partiti fossero avviati a diventare sempre più dei contenitori “leggeri”, fortemente personalistici, da dare in “appalto” a quelli che giurano fedeltà (non lealtà) al capo. Giusto il contrario, dunque.

Entrambe le tendenze mettono in luce la malattia italiana perché costituiscono l’antipolitica per antonomasia, cioè l’incapacità di sviluppare dialettiche progetti, programmi, iniziative mettendo in relazione opzioni diverse, scegliendo, assemblandole, scartando quelle non convincenti o non aderenti alla propria sensibilità, inserire aspetti che rappresentano punti di vista dell’altro non in conflitto con i nostri.

L’antipolitica non è forse l’incapacità di fare tutto questo? Rifugiandosi in assunti indimostrabili, in stereotipi ideologici corretti per definizione, ma che non portano da nessuna parte. O, al contrario, riducendo l’attività politica a organizzazione della raccolta di voti, con le stesse strategie e i medesimi obbiettivi di chi vende beni e servizi.

L'arroccamento del congresso di Rifondazione – almeno per come lo apprendiamo dai giornali - è un segno dei tempi e l’espressione di una difficoltà a navigare nel mare periglioso accettando sfide e confronti che possono mettere in crisi non tanto i valori, ma certamente i modi di sviluppare l’attività politica. Spaccare il capello in quattro, fare continui esami del sangue ai compagni di viaggio, distinguere su tutti e discutere fino allo sfinimento, sono tutte attività che producono il rigetto e la facile ricerca di semplici e inutili scorciatoie

Chi si occupa di politica - ma in generale chi si occupa di relazioni, di società – non può non tenere conto della crescente difficoltà di ascoltarsi, darsi ragione e cercare insieme la strada migliore per realizzare i progetti di cui si è portatori. Spero che non si cada mai nell’errore della pretesa autosufficienza e mi auguro un rapido rinsavimento della sinistra perché ce n’è bisogno, drammaticamente ormai.

Guai se si continua a pensare che la sistematica potatura di tutto ciò che è anche solo leggermente difforme, nei rami e nelle radici, serva a far crescere meglio l’albero. Al massimo produce un deforme bonsai.

 

LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

Anteprima

 

                                                                                                                                                     di  Patrizio Brusasco


Questa settimana il Consiglio regionale del Piemonte si occupa di federalismo, grande tema da tempo agli onori della cronaca, ma che oggi diviene sempre più apicale dal punto di vista della riforma delle autonomie locali in ossequio al dettato costituzionale.

Il problema si pone ormai da molto tempo, a partire dalla lontana Bassanini per arrivare alle novità costituzionali in materia di decentramento e di sussidiarietà, e le ultime decisioni finanziarie messe in atto dal governo di centrodestra hanno spinto sull'acceleratore di una maggiore autonomia locale, soprattutto finanziaria, in un panorama affatto complesso e variegato laddove si affrontano gli snodi delle materie concorrenti Stato-Regioni, delle disparità ormai insensate tra Regioni a Statuto speciale e a Statuto ordinario, del grande dibattito che si è acceso sulle Città metropolitane e sulle province, in un più vasto riordino amministrativo dell'apparato statale italiano.

La grande novità di questo passaggio epocale delle politica nazionale è la verosimile convergenza tra il Partito democratico e la Lega che, mai come ora, vede la concreta possibilità di realizzare quel federalismo che da sempre ha rappresentato la vera ratio della sua presenza governativa e della sua identità: due sensibilità dunque che si uniscono perfettamente tra la giunta regionale piemontese e i leghisti dell'aula consiliare.

Lo slogan con il quale Mercedes Bresso ha invocato la necessità di autonomia locale - "Si potrebbe dire che chiediamo al governo di ridarci i nostri castelli" - sintetizza magistralmente, con una semplice battuta, il senso del "federalismo differenziato" che si dovrebbe estendere a tutte le Regioni, criteri di perequazione a parte.

Infrastrutture, Università, ricerca scientifica, ambiente, sono i settori nei quali la Regione Piemonte chiede un ruolo principe e un ruolo rilevante in termini di poteri e risorse, attraverso un documento che dovrà essere approvato dal Consiglio regionale questa settimana. Un ruolo ugualmente importante è altresì giocato dal federalismo fiscale e da una più netta e chiara definizione di "materie concorrenti" che finiscono per creare un numero elevatissimo di ricorsi in materia di competenza costituzionale Stato-Regioni.

Per capire meglio quanto incida l'operato del governo centrale sulle autonomie locali, basti pensare a quanto sta accadendo in questi giorni con la cancellazione dell'Ici, che si ripercuoterà inesorabilmente sui bilanci dei comuni, e coi tagli alla sanità, che notoriamente rimane di competenza regionale (è chiaro che siamo tutti felici di risparmiare sulla tassa sugli immobili o sulle tasse per la salute, ma resta da vedere come si pensa di trovare le risorse necessarie a coprire i buchi creatisi nel frattempo).

Nelle prossime ore la presidente della Regione Piemonte incontrerà il ministro Calderoli, insieme agli altri presidenti regionali, per discutere di federalismo fiscale, che pare "l'unico modo - dichiara Mercedes Bresso - per garantire competitività tra Regioni e più risorse per tutti". 

 

 

Ma non basta.

  

"L'energia solare raddoppia nel giro di un anno e quella eolica aumenta del 42 per cento, ma non basta. Nella corsa alle rinnovabili l'Italia rimane come un'automobile ferma, troppo lenta rispetto alla velocità degli altri concorrenti. A sfrecciarci accanto sono infatti la rapidità dei cambiamenti climatici, l'incremento dei consumi e anche le performance degli altri paesi europei. Il risultato è che il traguardo del 20 per cento di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020 fissato dall'Unione Europea anziché avvicinarsi si allontana".

Su Repubblica di questi giorni un articolo di Valerio Gualerzi traccia una panoramica sulle energie rinnovabili nel nostro Paese. Purtroppo non ci sono buone notizie.

LEGGI L'ARTICOLO

 

 

 

Tutti in business.

 

di Eva Milano 

Altri grandi esempi di strategie politiche da cicale, questa settimana! L'esempio di oggi nasce da uno spunto fornito da Stella e Rizzo sul Corriere del 24 luglio, che riportiamo di seguito. Il tema è quello delle scelte del Governo in merito al bilancio del Senato.  Anziché diminuire, i costi previsti salgono.

In effetti che i senatori siano privilegiati nel trattamento lo conferma un deputato, "l'umiliato" Emerenzio Barbieri, che lamenta la disparità di trattamento in un articolo del 25 luglio su Libero. I senatori volano in business class e i deputati in economica? Che scandalo!

Le priorità di quel deputato non sono le mie. Lui non rappresenta gli italiani che lavorano duro, se serve per far quadrare i conti di tutti i giorni. Dovrebbero viaggiare in economica anche i senatori. Dovrebbero andare a piedi, anzi, visto che c'è da risollevare un paese in ginocchio. Sarà pure il caso comico della settimana anche per un giornale come Libero, ma vorrei sapere cosa ci fa lui lì alla Camera, uno che non ha la grazia di tenere per sé i commenti idioti. Va bene, non è l'unico, pensa a Bossi con l'inno. Però che nervi.

"Quattro milioni l'anno: tanto il Senato avrebbe risparmiato grazie alla riduzione dei gruppi parlamentari. Il calcolo l'aveva fatto l'Ansa, quarantotto ore dopo le elezioni, citando «fonti parlamentari». Quattro milioni: sui circa 600 che ogni anno spendiamo per la Camera alta non è una gran cifra. Ma sarebbe stato sempre meglio di niente. Invece di quei quattro piccoli milioni, nel bilancio che il Senato approva oggi, non c'è nemmeno l'ombra. Anzi. Nonostante il numero dei gruppi si sia dimezzato, passando da 11 a sei, e quest'anno ce ne siano stati quindi cinque in meno per otto mesi (la nuova legislatura è iniziata il 23 aprile), spenderemo addirittura 750 mila euro in più. Il conto salirà dai 39 milioni 350 mila euro del 2007 a 40 milioni 100 mila euro: è scritto nero su bianco a pagina 65 del bilancio. L'aumento è dell' 1,91%, superiore anche a quell'inflazione programmata che doveva rappresentare il limite invalicabile delle spese. Chiamiamola col suo nome: un'autentica beffa".

LEGGI TUTTO 

 

Irene, gioca tu!.

di Eva Milano 

Dopo cena Luca chiama Marco dal cortile del palazzo ad alta voce. Marco esce sul terrazzo dell'appartamento al primo piano e dice: "Stasera non posso scendere a giocare, mia mamma non vuole". Ma che problema c'è? "Allora giochiamo con il Nintendo!" Luigi e Marco non vedono l'ora di sfidarsi a un nuovo gioco che, se capisco bene origliando dal mio appartamento, ha per protagoniste le rane. Dopo qualche minuto la bisca è organizzata. Luca è seduto a gambe incrociate in cortile, Marco al primo piano con la sorellina Irene a fianco, con le gambe ciondoloni dalla ringhiera. Console in mano, e parte la sfida. Marco dal balcone è agguerrito e di sotto Luca si difende mica male. Poi la mamma chiama Marco e la console rimane sul pavimento del terrazzo. "Gioca tu!" Luca, preso dalla gara, dice alla piccola Irene. Non sarà brava come il fratello, ma l'importante è non perdere tempo, quando c'è da giocare!

Certo che, chi li ferma, i bambini? Penso mentre spio l'insolita cyber-sfida tra Romeo e Giulietta.
I bambini si fermano solo quando non si permette loro di andare avanti. Ora, se il supporto tecnologico è più dotato di un Nintendo DS, i ragazzi possono imparare più cose. Penso al nostro progetto di dotare ogni bambino di un laptop superportatile (vedi progetto), ovviamente, e immagino quante cose potrebbero imparare già da piccoli (lo penso non senza una certa invidia). Penso anche a quei nuovi aggeggi che simulano gli sport e fanno fare movimento ai ragazzi (vedi articolo di Dario Zucchini su D-Schola). Io preferisco gli sport veri, ma se proprio la mamma non ti lascia scendere in cortile...

 

CAMBIARE IDEA SI PUO, MA NON PARLATEMI DI SAGGEZZA!.

di Massimiliano Abbruzzese 

"Invece di tagliare l'ICI, imposta comunale sugli immobili sulla prima casa, sarebbe stato meglio intervenire su qualche altra tassa". Sono queste le parole del Ministro Roberto Calderoli battute da un'Ansa martedì 22 luglio a non più di due mesi dall'introduzione della norma, voluta dal governo di cui lui stesso fa parte, che abolisce per tutti l'imposta sulla prima casa di proprietà.

La manovra del governo Berlusconi, successiva alla già prevista riduzione dell'ICI effettuata da Prodi per il 2008, è stato calcolato che comporterà una caduta di gettito per i comuni di circa 2 miliardi di euro, che l'amministrazione centrale dovrà in qualche modo ripianare, come ricorda Gilberto Muraro sul sito de La Voce .

Così faccio una rapida riflessione e mi chiedo:
- ma è normale che un governo che professa il federalismo poi elimini l'unica imposta locale di una certa importanza?;
- ma è normale che un governo che professa come tra i suoi principali obiettivi la sicurezza, il rilancio e la cresciata trovi poi copertura per il decreto fiscale che abolisce l'ICI da capitoli di spesa quali i fondi per il trasporto pubblico locale, quelli contro la violenza sulle donne e per le opere infrastrutturali?;
- ma non era meglio recuperare milioni di euro da usare per rimpinguare proprio quei capitoli di bilancio che sono stati invece colpiti, lasciando ancora per qualche anno il taglio dell'ICI previsto dal governo Prodi? Era una norma che andava incontro alle famiglie meno agiate ma comunque proprietarie di una piccola casa e manteneva l'imposta per gli immobili di una certa metratura in possesso generalmente di persone un pò più agiate. Mi sembra molto più questa una norma da chiamare "Robin Hood Tax" che non quella che colpisce banche, assicurazioni produttori e distributori di petrolio per il prossimo triennio per circa 4 miliardi di euro ma che poi al fondo di solidarietà per i ceti meno abbienti ne invia, solo per il 2008, meno del 10%! (Vedi ricerca di Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra)

Ma di chi siamo governati? chi prende le decisioni, sulla base di quali riflessioni. Poi mi viene in mente il film di Robert Redford "Leoni per Agnelli" (http://it.youtube.com/watch?v=ZuMv_xnAzTs&feature=related) ed ho trovato la risposta.

 

prova.

http://it.youtube.com/watch?v=ZuMv_xnAzTs&feature=related

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Voci da Cuba.

 

di Eva Milano 

Yaona Sánchez è il nuovo fenomeno mediatico self-made di Cuba. Giornalista e appassionata di informatica, Yaona ha ricevuto il Premio Ortega y Gasset per il giornalismo digitale, e inizia in questi giorni a collaborare con L’Intrenazionale. Il massimo della fama lo deve a Generación Y, il suo esplosivo blog, contattatissimo. È uno spazio in cui Yaona racconta la vita quotidiana a Cuba con severa critica e che definisce “esercizio di codardia” perché, afferma, “mi permette di dire quello che mi è vietato nel mio agire civico”. Fidel Castro, nell'introduzione al libro Fidel, Bolivia y algo más lo ha apertamente criticato. Chi legge lo spagnolo può dare un’occhiata ai post che Yaona pubblica sul suo blog. Per i curiosi pubblichiamo la traduzione di un estratto che ci ha colpito e tocca il tema, che sta tornando di moda anche da noi, della tessera annonaria. Il pregio di Yaona è che sa rendere bene e con grande semplicità la difficile situazione in cui Cuba versa e che, malgrado tutto, non sembra dare segni di cambiamento.

“Finiscono i corsi scolastici e vedo già in pericolo il mio pane della tessera. Mio figlio starà a casa da scuola per due mesi e nell’agitazione delle vacanze, potrebbe mangiarsi anche i cardini delle porte. Non si accontenterà del farinoso esemplare da 80 grammi che riceve con la tessera e sicuramente attaccherà la mia o quella di suo padre.
Mi preparo da subito a domande del tipo: “Mamma, andiamo dai parenti di Camagüey?” E io che cercherò di spiegargli che la cola per gli autobus provinciali dura tre giorni (…). Non lo calmerà nemmeno sapere che i prezzi per viaggiare sugli scomodi autobus Yutong verso il centro dell’isola costano la metà dello stipendio di un lavoratore medio.
Ma cercherò di accontentarlo e gli cederò il mio pane, dormirò tre giorni nella fila per il  biglietto per Camagüey e forse gli affitterò addirittura una Playstation da un vicino per un paio d’ore. Questo solo perché è rimasto promosso”.

 

Divide et impera.

È un sistema che potrebbe avere gran peso nell'evoluzione del trattamento dei rifiuti. L'unico stabilimento al mondo che si avvale di questa nuova tecnologia si trova a Sidney, ma stanno per nascerne altri due in Gran Bretagna, costruiti dalla stessa azienda costruttrice, la Golden Renewable. Saranno pronti del 2010, costeranno 200 milioni di euro ciascuno e recupereranno il 75% dei rifiuti trattati.

Si tratta di un sistema di separazione e riciclaggio a valle, dove i sacchi di immondizia indifferenziata vengono vuotati e, tramite un processo di vagli ad azione meccanica e biologica, trattati con un processo di separazione quasi totalmente meccanizzato.

Ci fa piacere sapere che c'è anche un contributo italiano in questa operazione. Infatti, la trasformazione del residuo organico in compostaggio, è opera dell'azienda Sorain Cacchini Tecno di Roma.

 

GIOVENTU: UN GREGGE DI PECORONI?.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

Le due recenti morti delle due giovani italiane che hanno perso la vita nel tentativo di divertirsi, sono il preciso e perfetto segno dei tempi di oggi. Sia chiaro, fin dal titolo, non si vuole dire che solo i giovani siano pecoroni, poiché la società di oggi mantiene l'indiscusso e indiscutibile primato di essere demente nel suo complesso - e non vi è persona, categoria o casta che si possa chiamare fuori - , ma resta indubbio come simili problematiche si indossino affatto meglio sulla ingenua effigie di un giovane che non sulla scorza di un uomo-donna adulti. E pensiamo poi a oggi come, tra adulti afflitti dalla sindrome di Peter Pan, giovani sempre più immaturi, che ritardano il loro ingresso in società, e anziani che rifuggono la violenza del tempo impietoso - tutti legati nel folle e dissacrante vano tentativo di allontanare la morte e la noia -, il quadro sociale che emerge sia decisamente dei più preoccupanti, ma non per questo capace di indurre a comportamenti diversi intergenerazionali.

Intanto la colpa di chi è? Stabilito che questi discorsi sulle più o meno presunte colpevolizzazioni o attribuzioni di responsabilità sono a mio parere senza senso e usurate - l'argomento è stato sviscerato in ogni modo e se è pur vero che non tutti recepiscono i concetti, il pensiero sociale ha introitato in maniera esaustiva vari punti di vista - non mi resta ormai che addossare la "colpa" ai diretti interessati. Nel senso che non ci si può più rifugiare nel "ma io non sapevo" oppure "è la società che è cattiva maestra" o ancora "al tempo d'oggi" e via dicendo con queste saghe e sagre dei luoghi comuni che veramente hanno nauseato, ancor prima che stufato, un po' tutti. Dunque la "colpa" al singolo, all'individuo che sceglie comunque e sempre, nel bene e nel male, in modo più o meno cosciente, di che morte - è il caso di dire - morire!

Che nel contempo l'individuo sia il prodotto dei tempi e dell'educazione che riceve, che a sua volta, guarda caso, è figlia dei suoi tempi - forse unico esempio nella millenaria storia della civiltà in cui l'accademia non si distingue più dall'agorà, e dunque il sacro dal profano, e il serio dal faceto - è altresì cosa arcinota, secondo una spirale che è difficile da fermare o da invertire. In cauda  venenum, dicevano i Latini, oppure "in fine moto velocior" per gli amanti dell'Apocalisse, ma certo è che mai come negli ultimissimi anni si è assistito a una escalation di devianze sociali irrefrenabili, che ci piaccia o meno.

Cosa poi singolare è che queste due "morti goliardiche", che rappresentano giocoforza l'enorme vuoto cher si cela nei meandri degli animi più insospettabili, fanno da contraltare, ironia della sorte, all'incontro planetario dei giovani cattolici in quel di Sidney, alla presenza del Santo Padre: un tempismo veramente eccezionale; un regista non sarebbe riuscito a fare di meglio! E allora si riscopre il tema della cultura della morte, le solite invocazioni ai giovani - gli adulti credo si lascino fuori perché ritenuti già del tutto persi! - di farsi testimoni dei valori fondanti l'essere umano e via di questo passo.

Nessuno di noi ha una vaga idea di quello che ci riserverà il futuro prossimo e venturo, ma credo che in cuor nostro proprio nessuno di noi possa dire di essere sereno, salvo prima sballarsi con qualche droga e rischiare di fare la fine delle due sventurate italiane.

 

Emergenza per Daba.

Qualche tempo fa avevamo lanciato la partenza del gruppo T.R.A. - Turismo Responsabile Autogestito - nel villaggio di Yeral Fall in Senegal. I nostri eroi sono tornati con tante cose da raccontare e un'emergenza. Lasciamo la parola a Evelyne, responsabile del gruppo, a raccontarvi direttamente di che si tratta. (Vi ricordiamo anche che se non avere ancora pianificato le vacanze, ci sono un sacco di spedizioni in partenza per Yeral Fall fino a fine anno, andate a vedere sul sito!).

"Siamo tornati da pochi giorni dalla nostra missione in Senegal e vi racconteremo presto a che punto siamo arrivati nel nostro percorso. Però preme una cosa che devo fare subito:

Mentre eravamo in Senegal, più esattamente a Dakar, si é presentato a noi un "papà" incoraggiato da un nostro caro e fidato amico del posto che ci ha confidato il suo grande dolore. Sua figlia malata di Sarcome d'Ewing, altrimenti detto cancro, deve sottoporsi a 6 sedute di chemioterapia il più urgentemente possibile. Il tutto per una somma di euro 1037,00.

Ovviamente, questo papà la somma non ce l'aveva e non potrebbe mai averla lavorando anche giorno e notte. Ci ha quindi chiesto se potevamo dargli una mano a cercare questi fondo per le chemio. Gli abbiamo risposto che avremo fatto il possibile e abbiamo iniziato lasciandogli quello che già avevamo con noi. Questi primi soldi hanno permesso il giorno 14/7 di fare la prima chemio; ora dobbiamo trovare tutti gli altri.
In Senegal senza soldi non puoi curare niente, non é come da noi. Noi pensiamo che forse con l'aiuto anche minimo di tanti potremo farcela a trovare questi soldi e  permettere a Daba detta anche Khadì di curarsi e di evitare l'amputazione della gamba che altrimenti le é stata già annunciata.

Potete aiutarci mandando qualcosa sul conto corrente dell'Associazione

 Associazione Culturale "Parole & Musica" Onlus
  
   Credito Piemontese S.p.A.
   Agenzia 1

   Corso Giulio Cesare, 60
   10154 Torino
   IBAN IT36U0501001197000000004935
 precisando Terapie Daba sulla causale o contattandomi direttamente.

Grazie per aver letto la lettera.
Appena raggiunta la somma vi avvertiamo immediatamente.
La documentazione completa della Signorina Daba é in mio possesso, se qualcuno dovesse visionarla, non ci sono problemi".

--
Evelyne CORATELLA
tel:00 39 338 79 41 593
Viaggia con noi - TRA
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GIOVANI: UN BRANCO DI PECORE.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

In realtà non sono neppure tanto convinto del titolo di questo articolo poiché le pecore si trovano in tutte le età anagrafiche e in tutte le fasce sociali; tuttavia tra i giovani ricoprono ancora un ruolo privilegiato per le ovvie ragioni del caso, cùvale a dire un'identità in formazione e costruzione che ha come quasi unici modelli dei disvalori assoluti e una certa cultura della morte, del non rispetto, dell'arroganza, della strada più facile, della furbizia, della risate generalizzate, del sesso facile, insomma di una supergficialità di intendere la vita e di rapporti, basati molto spesso sullo "sfruttamento" delle altrui potenzialità e sul concetto della massima convenienza

 

Il dito e la luna.

Ancora qualche parola sulla manifestazione dello scorso 8 luglio a Piazza Navona. L'occasione è data da un articolo di Paolo Flores D'Arcais , che su Micromega analizza i dati di un sondaggio sull'indice di gradimento post.manifestazione. Risulta chiaro quanto sia semplice manipolare i dati e incanalare il giudizio. Ve lo trasmettiamo perché ci sembra uno spunto di riflessione interessante.

Sullo stesso sito anche il commento di Moni Ovadia, il quale, lasciando da parte le polemiche, ci sembra sostenere una posizione limpidamente incontestabile. Riassunto: si rischia di fare la fine dello stolto della novella, che guarda il dito che punta e non la luna, l'oggetto segnalato. La discussione sul fair play ha la meglio sul vero problema, l'inaccettabilità delle misure adottate dal governo...

 

I treni del futuro.

 

In questi giorni i media si sono dedicati alle nuove sfide del trasporto su rotaia, vedi Ntv di Montezemolo e Della Valle e Arenaways di un gruppo di imprenditori piemontesi. Tendenzialmente una maggiore concorrenza sul mercato dovrebbe decretare una riduzione delle tariffe per gli utenti e servizi migliori. Ci auguriamo che anche in questo caso ciò accada, ma il comitato spontaneo pendolari Torino-Milano non la pensa proprio così.

 LEGGI ARTICOLO E COMMENTO

 

Il dilemma dellinceneritore.

Il problema è: serve o non serve un secondo inceneritore nella Provincia di Torino?

La Provincia di Torino ritiene di sì. Ma il suo piano provinciale dei rifiuti non tiene conto della normativa nazionale ambientale (d.lgs. 152/06 e legge 296/2006) che prevede il raggiungimento graduale del 65% di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2012, fissando i seguenti obiettivi intermedi:
• entro il 31 dicembre 2007 il 40%;
• entro il 31 dicembre 2008 il 45%;
• entro il 31 dicembre 2009 il 50%;
• entro il 31 dicembre 2010 il 55%;
• entro il 31 dicembre 2011 il 60%.

Considerato che gli ultimi dati di Ecosportello, sulla raccolta differenziata in Piemonte vanno nella direzione degli obiettivi del d.lgs 152/06, è proprio necessaria la spesa di circa 300 MILIONI DI EURO per un secondo inceneritore nella provincia di Torino? 

 SAITTA

 

 

 

Anomalie.

Un amico del gruppo ci invia una breve - ma pesante - riflessione sulla politica italiana basata sulla sua esperienza di una vita e sulle sue riflessioni personali. È un mini resoconto per punti sullo stato del nostro paese dal punto di vista di una persona onesta e arrabbiata. Immediato e impietoso come un'istantanea, ci ha fatto riflettere, così lo pubblichiamo.

di Paolo Merlo 

Il nostro è un paese anomalo rispetto alle altre democrazie occidentali: ipoteca controriformista saldamente gestita dal Vaticano che purtroppo risiede nel nostro territorio; criminalità organizzata che controlla quasi interamente l'intera parte meridionale con forti influenze sul resto del paese; cultura fascista (Eugenio Montale: "fascismo inconsapevole"); basso livello generale di istruzione della popolazione facilmente manipolabile dal monopolio televiso; centrodestra affarista e privo di limiti morali e legali; centrosinistra perennemente indebolito dalle divisioni e dal narcisismo individualista.

Ci resta la speranza che da qualche parte riesca a emergere anche da noi uno Zapatero, nel frattempo tenuto artatamente nascosto da una classe politica autoreferenziale.

 

Detersivi self- service.

 

di Stefano Zanotto
Sono 23 i supermercati e ipermercati in Piemonte dove è possibile acquistare i detersivi sfusi “alla spina”. Il flacone si acquista la prima volta e si riutilizza poi in seguito, con un duplice vantaggio: il costo del detergente inferiore alla media e il ridotto impatto ambientale che deriva dal mancato utilizzo di volta in volta di nuove confezioni e imballi. In commercio, per ora, si trovano detersivi per il bucato a mano o in lavatrice, per piatti, pavimenti, ammorbidenti.

Il progetto è promosso dalla Regione Piemonte, che ha riunito a un tavolo di lavoro le case produttrici del settore e le maggiori catene della grande distribuzione (da Auchan a Ipercoop, da Carrefour a Crai) per favorire la diffusione dei distributori “fai da te”. La filosofia che sta alla base del progetto è opposta a quella dell’”usa e getta”: riutilizzare tutto ciò che può essere nuovamente usato e ridurre gli imballaggi per diminuire rifiuti, utilizzo di energia ed emissioni di CO2 legate a processi produttivi e trasporti di materie prime e prodotti. L’andamento del progetto è monitorato da un gruppo di ricerca: al 4 luglio 2008, a poco più di un anno e mezzo dalla loro comparsa nei primi supermercati, i distributori self service hanno permesso di risparmiare 10 tonnellate di plastica e 5,6 tonnellate di cartone, evitando l’immissione in atmosfera di 28,1 tonnellate di CO2 e facendo risparmiare 433,22 MWh di energia e 42,19 milioni di litri d’acqua.

Vedi l’elenco dei punti vendita della grande distribuzione in Piemonte dove è possibile acquistare i detersivi alla spina. In alternativa è anche possibile telefonare al numero verde della Regione 800-333444, dove si forniscono anche info su prodotti e prezzi. 

Gli stipendi dei sindaci.

In una breve intervista pubblicata su Repubblica del 13 luglio scorso Mariano viene intervistato da Sara Strippoli, che lo invita a esprimere un giudizio di confronto tra le retribuzioni nell'ambito politico. Potete leggerla di seguito.

 

 

Prova.

prova 15/07/08 

Gli stipendi dei sindaci.

In una breve intervista pubblicata su Repubblica del 13 luglio scorso Mariano viene intervistato da Sara Strippoli, che lo invita a esprimere un giudizio di confronto tra le retribuzioni nell'ambito politico. Potete leggerla di seguito.

 

 

Gli stipendi dei sindaci.

In una breve intervista pubblicata su Repubblica del 13 luglio scorso Mariano viene intervistato da Sara Strippoli, che lo invita a esprimere un giudizio di confronto tra le retribuzioni nell'ambito politico. Potete leggerla di seguito.

 

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Gli stipendi dei sindaci.

In una breve intervista pubblicata su Repubblica del 13 luglio scorso Mariano viene intervistato da Sara Strippoli, che lo invita a esprimere un giudizio di confronto tra le retribuzioni nell'ambito politico. Potete leggerla di seguito.

 

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I comuni ricicloni.

 

Ogni anno Legambiente presenta un dossier sulla produzione dei rifiuti dei comuni d'Italia. Comuni Ricicloni è un riconoscimento assegnato alle amministrazioni locali che volontariamente si confrontano sulle performance in materia di gestione dei rifiuti realizzate nell’anno precedente. Quest'anno, per entrare nella classifica, i comuni hanno dovuto centrare l'obiettivo del 40% di raccolta differenziata. Ai comuni del Nord al di sotto dei 10.000 abitanti, invece, la giuria ha imposto il superamento della soglia del 55%. Nella graduatoria sono entrati ben 1081 comuni italiani, di cui 968 al Nord, 42 al centro e 71 al Sud.


"Dopo il consolidamento della raccolta differenziata, per il Nord Italia la nuova sfida sarà la riduzione a monte della produzione dei rifiuti – dichiara Vanda Bonardo, Presidente di Legambiente in Piemonte e Valle d'Aosta –. Saranno necessarie politiche nazionali sull’intero ciclo di produzione dei beni e sul settore della distribuzione e diffondere a livello locale le buone pratiche già messe in atto in diverse parti d’Italia. Solo così il nostro Paese potrà imboccare una volta per tutte la via di una corretta gestione dei propri rifiuti”.

 Leggi il comunicato stampa

Leggi il dossier completo: http://www.ecosportello.org/

 

 

Rifugiati somali a Settimo.

  

Qualche giorno fa la stampa italiana ha riportato la notizia di un gruppo di 80 rifugiati, in prevalenza somali, ospitati temporaneamente a Settimo Torinese. Abbiamo sentito i referenti del centro di accoglienza, che ci hanno manifestato il bisogno di un grande supporto, soprattutto in questa prima fase critica, in cui le difficoltà partono dalla mancanza della capacità di comunicare in italiano... Serve una mano da parte di chiunque possa fare qualcosa.

Le coordinate bancarie dell'associazione che si occupa dell'accoglienza:

Associazione Soomaaliya Onlus - IBAN IT62J0300201005000065488531 - CAUSALE: RIFUGIATI SETTIMO T.SE
Da parte mia un abbraccio affettuoso e ancora grazie soprattutto per la prontezza del tuo attivarti concretamente.
Siamo a completa disposizione per qualsiasi altro ti serva.
buona giornata e buon lavoro
Cicci

Associazione Soomaaliya Onlus
Via dei Mille, 23 - 10123 Torino (Italy)
tel +39 011 8123675 - fax +39 011 8140861
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NIENTE GARANTE PER I DISABILI AL COMUNE DI TORINO.

Questo è l'epilogo di una storia che vi abbiamo raccontato e per cui avevamo richiesto il vostro appoggio. Conoscendo la determinazione di chi porta avanti questa iniziativa, probabilmente è solo una battaglia persa, ma la guerra è lunga e i nostri sono forti e ccombattivi! Nel frattempo, le famiglie dei disabili gravi sono pregate di inoltrare le richieste al solito, buon vecchio angelo custode...

dal blog di Paolo Turati 

NIENTE GARANTE PER I DISABILI AL COMUNE DI TORINO

Nonostante l’impegno profuso anche attraverso l’ottenimento di 1200 firme che abbiamo contribuito a raccogliere, non è stato possibile ottenere dal comune di Torino l’istituzione della figura del “Garante per i disabili”. Un’occasione persa e un altro po’ di “distacco” in più nell’attività volta ad affrontare le problematiche sociali da parte della nostra Amministrazione rispetto a quella di altre grandi città, come Roma. Nonostante ciò, qualche motivo di soddisfazione lo si può registrare grazie ad un clima di apertura generale che è apparso andarsi a formare presso alcuni degli uffici competenti. Ecco qui sotto il comunicato stampa in merito a cura dell’Associazione (x disabili gravissimi) promotrice “Claudia Bottigelli”.

Lo Staff di A.R.E.A. Civica di Responsabilità.

Questo è il comunicato stampa diffuso in merito alla notizia.

Torino   5/07/2008
                                             COMUNICATO STAMPA :

                                                

                                       AUDIZIONE IV COMMISSIONE

PER  MOTIVARE LA RICHIESTA DELLA  NOMINA DEL GARANTE PER I DISABILI PRESENTATA CON REGOLARE PETIZIONE AI SENSI DELL’ART. 13 DELLO STATUTO  COMUNE DI  TORINO.
 
Pur continuando  a ritenere che la figura del Garante per i disabili o comunque di un referente  a cui rivolgersi in caso di mancato rispetto  delle normative vigenti  sia necessario per tutelare le persone disabili ci riteniamo soddisfatti  di quanto  è scaturito dall’incontro  perché  sembra , (e l’impegno preso dalla Presidente della Commissione  M..Teresa.  Silvestrini a contattare il Difensore Civico Comunale per un incontro ne è solo l’inizio) che  un’apertura per affrontare  veramente e approfonditamente le problematiche  da noi presentate  sia stata presa seriamente in considerazione..

Siamo molto rammaricati  però della dura opposizione presentata  contro la nomina di tale figura istituzionale da alcune delle associazioni presenti che conferma quanto la quotidianità e le difficoltà incontrate dalle famiglie siano quasi sconosciute  anche dalle associazione che dovrebbero tutelarle.
 

Riteniamo anche  che la nomina del Garante per la disabilità non  avrebbe in alcun modo intaccato i privilegi che alcune di queste associazioni hanno conquistato .

Si è persa un’altra buona occasione di coesione, necessaria, per affrontare concretamente l’argomento disabilità  che come già  da noi espresso  in altri contesti  è un  TEMA SOCIALE  a cui  tutti sono chiamati a interessarsi  senza continuare a chiudere e criticare  l’operato altrui  senza neppure conoscere gli intendimenti.

 la Presidente
Marina Cometto

 

La casalinga di Voghera e gli straordinari.

 

Su Repubblica è comparso ieri un articolo di Carlo Clericetti dal titolo Non basta lavorare di più, che  annuncia  la conferma, data dalle ultime proiezioni Istat, dell'inutilità della detassazione degli straordinari per aumentare la produttività e manifesta lo scetticismo dell'autore di fronte questa misura apparentemente vantaggiosa. Un amico ci scrive sottoponendoci il testo e esprimendo il suo commento, secondo noi assolutamente giustificato, che vi proponiamo.

di Giovanni Nepote 

Non è che Repubblica sia la Bibbia, ma tutto sommato conferma un paio di cose che ricordo di aver studiato in economia e su cui invece c'è un inquietante silenzio da parte degli opinion-maker (a differenza dei sostenitori del concetto esattamente opposto, che è la posizione di Confindustria). Montezemolo, Marcegaglia e banda continuano a ripeterci che "ogni aumento salariale deve derivare solo da aumenti di produttività".

Bene. Si può discutere, ma:
la produttività come ogni fenomeno economico si può misurare e i fattori sono: lavoro, capitale e tecnologia. La casalinga di Voghera a questo punto si chiederebbe: "ma perchè solo chi lavora deve pagare il prezzo dell'aumento di produttività e non anche chi mette il capitale (spesso non proprio) o dovrebbe investire in ricerca e sviluppo?" La stessa massaia direbbe: "ma se i salari si sono fortemente deprezzati negli ultimi anni, per quale motivo per avere lo stesso salario di uno, due o tre anni fa i lavoratori dovrebbero lavorare di più, mentre l'inflazione nel frattempo ha fatto guadagnare di più gli imprenditori? Non dovrebbero essere loro a pagare?"  Non mi risulta che la casalinga di Voghera sia comunista, è solo una che ha studiato un po' di economia prima di uscire dal mercato del lavoro diventando "inoccupata" e non risultando neanche più nelle statistiche della forza-lavoro.
L'altra questione è: aumentare la produttività del lavoro significa solo lavorare di più o lavorare meglio e/o con sistemi più avanzati? La norma sulla detassazione degli staordinari sembrerebbe dare una risposta chiara (la prima ipotesi) che però è puramente ideologica, perchè basata sull'esatto contrario di una vecchissima teoria condivisa da tutte le scuole economiche,  nota come "produttività decrescente dei fattori di produzione". La teoria in sostanza dice che se una macchina producenormalmente 100 pezzi all'ora, puoi aumentare la produzione sempre di più, 120, 150 pezzi, finchè la macchina si romperà, bloccando la produzione (chi ha studiato seriamente economia scusi la semplificazione, ma la brava massaia se la ricorda così). Stessa storia per il lavoro: oltre un certo numero di ore lavorate i lavoratori rendono sempre di meno, e magari distrattamente finiscono pure sotto una pressa o cadono dal ponteggio. Ma queste cose da noi non succedono...


Il silenzio sul tema è assordante. Forse il tema non è pruriginoso come le intercettazioni sulla Carfagna o emergenza nazionale come la "magistratura politicizzata", ma è storia di tutti i giorni. Meno male che ci sono i sindacati e l'opposizione a spiegare alla gente come la stanno fregando. Ops, non ne stanno parlando nè i sindacati nè l'opposizione. Scusate, forse mi sono sbagliato io, e l'economia sta andando bene. Basta solo lavorare un po' di più...

 

TRA VELTRONI E DI PIETRO NON METTERE IL DITO!.

Anteprima

 

di Giovanni Lava

 Ho combattuto con il sonno che mi chiudeva entrambi gli occhi, ma sono riuscito a seguire l’intervista a Veltroni da parte di Mentana a Matrix ieri sera. E il segretario del Pd mi aveva quasi convinto della grande cazzata compiuta da Di Pietro e soci l’altro giorno a piazza Navona e di come l’unica opposizione vera al governo Berlusconi  venisse dal suo partito. Veltroni, non c’è che dire, è bravo e convincente, soprattutto se lo si lascia parlare senza domande imbarazzanti e senza essere interrotto. Poi però in agguato c’è sempre il dettaglio traditore. Il dettaglio che mi ha smontato il desiderio di prendere per oro colato il rassicurante monologo veltroniano l’ho colto nell’affermazione, riferita a Sabina Guzzanti, che: “È grazie a gente come lei se oggi in Campidoglio siede Alemanno circondato dai saluti fascisti”. La Guzzanti aveva affermato di aver votato il Pd di Veltroni alle politiche, ma non Rutelli a sindaco di Roma. Il Nostro non è stato sfiorato neppure per un attimo dal dubbio che la sconfitta romana potesse essere il frutto e del suo governo – evidentemente non era poi tutto oro ciò che luccicava negli anni scorsi – e dalla sua scelta sciagurata di ricandidare la minestra riscaldata di Rutelli. No, la responsabilità va ascritta tutta alle tante guzzanti che non hanno votato Rutelli.

Sono il primo ad augurarmi che la strategia di Veltroni non fallisca, ma sarà concesso nutrire qualche dubbio davanti a tanta arroganza e mancanza di capacità di assumersi le proprie responsabilità?

Ma veniamo alla manifestazione di Piazza Navona. Intanto Veltroni dovrebbe chiedersi come mai così tanta gente ha risposto all’appello e se quella piazza e la cosiddetta “deriva” dell’antipolitica non siano il risultato del vuoto lasciato proprio dall’assenza di iniziative pubbliche da parte del suo partito. Per non lasciare l’egemonia della piazza ai vari Grillo e Guzzanti c’è solo un modo. Quello di riempirle al loro posto. Le sofisticate argomentazioni di Veltroni trasmesse nel cuore della notte su Canale 5 possono servire agli addetti ai lavori, ai militanti puri e duri, ma ben poco possono contro la martellante propaganda sempre più spudorata di Berlusconi e C. che va in onda ad ogni ora del giorno e della notte sul 90 per cento e oltre della comunicazione televisiva nazionale.

Non credo che la prospettiva vincente contro la destra possa essere rappresentata dai vari Grillo e Travaglio, ma demonizzarli non serve a niente, anche perché sono in sintonia con un sentire sempre più diffuso tra gli elettori del centrosinistra, soprattutto tra i giovani. Né possiamo pensare che Di Pietro possa farci vincere da solo. Ma Veltroni dovrebbe dire anche la verità vera sul perché il proclama “andiamo da soli” abbia visto la sua subitanea negazione con l’alleanza con Di Pietro, che già aveva apertamente aderito ai vari “vaffa” di Grillo. Ci dica la verità, se vuole convincerci della bontà del suo odierno ripudio.

Il problema è politico. Il problema sta nel fatto che il Pd ha bisogno di Di Pietro (e come si è visto non basta) se vuole coltivare speranze di vittoria, quindi c’è poco da avere la puzza sotto il naso. Come Di Pietro sa che se vuole contare qualcosa ha bisogno dell’alleanza col Pd. Come conciliare un progetto riformista serio con la realtà italiana dove la sinistra riformista per vincere le elezioni in solitudine, se mai dovesse accadere, avrà bisogno di decenni? Sempre che prima dimostri di essere capace di rinnovare profondamente se stessa, cosa che il Pd al momento ha peraltro ampiamente disatteso. Allora gli anatemi reciproci servono solo a fare un po’ di ammuina, mentre il sempiterno Berlusconi finisce di affossare l’Italia. Amen.

 

Novità al gruppo.

di Mariano Turigliatto 

Da martedì 8 luglio 2008 il gruppo regionale Sinistra per l’Unione non c’è più. Era stato costituito due anni fa da me a da Graziella Valloggia, eletta nelle liste di Rifondazione, che aveva deciso di lasciare.
Ora Graziella ha deciso di aderire ai Moderati e ha perciò comunicato l’intenzione di essere parte di quel gruppo consigliare. Il nostro gruppo riprende il nome della lista che l’aveva generato Insieme per Bresso e continuerà ad occuparsi delle cose che ci hanno visto lavorare in questi anni con rinnovata intensità e voglia di fare.

 

SPECCHIO DELLE MIE BRAME CHI E IL PEGGIORE DEL REAME?.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

E' fin troppo evidente che la mega manifestazione dipietrista dell'8 luglio in quel di Roma, in piazza Navona, sia stata l'ennesimo esempio di come il meccanismo della nostra democrazia, con tutte le sue variegate e poliedriche forme di espressione, sia gravemente malato e alla deriva, anche in considerazione di come vengano sempre date le notizie dalla stampa nazionale, vale a dire cercando il massimo della spettacolarizzazione di ogni evento, meglio se intriso di sangue, turpiloquio, sesso e quant'altro.

Si può anche dire che forse molti in cuor loro se lo aspettavano già, viste alcune premesse e alcune più o meno tacite preoccupazioni, soprattutto in seno al Pd,  sull'esito del bagno di  folla dell'urbe; ma forse questa volta si è andati oltre ogni ragionevole supposizione, con le invettive e i turpiloqui dispensati al Colle, al Pd e al Santo Padre.

Che le istituzioni secolari e millenarie ormai vacillino sotto i colpi spesso di un insensato relativismo maleducato, talvolta ben peggiore o comunque paritetico ai Palazzi che si vorrebbero messi a fuoco e fiamme, è cosa arcinota; tuttavia è evidente come, al di là di azioni distruttive, peraltro da ambo le parti con la differenza che talune si fregiano di una presunta e sedicente legittimità, non si sappia e non si voglia andare. E' come se i cervelli si fossero svuotati di ogni ragionamento, che implica necessariamente fatica, e si appellassero al pensiero debole che diviene foriero di azioni inconsulte. E' come se le nostre sinapsi fossero mortalmente inquinate, monche e mutile; come se la leggerezza dell'essere soppiantasse, senza appello alcuno, buon senso e logica dell'argomentare...in una parola è come se la più atroce delle volgarità si impadronisse dei nostri esseri, drogandoli e rendendoli incapaci e nolenti di concepire un qualcosa che, fino a poco tempo fa, distingueva l'uomo dalla bestia. E' come vivere in un enorme girone infernale dantesco dove i lumi sono obnubilati dalla più nera delle oscurità...un medioevo al contrario!

Ma non si deve parimenti, per colpa dell'opinabilissima suddetta tipologia rappresentativa, dimenticare il fiume di persone sincere (pare circa 50mila, prescindendo dal solito giochino delle cifre brandite ora dall'uno ora dall'altro) che si sono recate in piazza Navona per dimostrare un leale attaccamento ai valori principi della Repubblica  e contro le presunte leggi ad personam o canaglia che dir si voglia. E neppure si devono dimenticare gli interventi  politici di reali rappresentanti del popolo dell'opposizione (Furio Colombo, Di Pietro e Pancho Pardi) che hanno rappresentato il vero senso della manifestazione di piazza, in attesa che il Pd individui una formula di opposizione più efficace di quanto, a dir di molti, non sia riuscito a fare sinora per vari e plurimi motivi. Tutto ciò per dimostrare che esiste realmente un'emergenza democratica in questo Paese, al di là di presunte persecuzioni di parte. Del resto il "problema" Berlusconi in Italia regna da molto tempo e se  oggi ci troviamo nella medesima situazione di stallo di quindici anni or sono e se ancora ci troviamo a parlare di conflitto di interessi, di lodo Schifani-Alfano, della magistratura che si accanisce col Berlusca, di Rete 4 sul satellite, forse la colpa non è tutta dell'attuale presidente del Consiglio. Si sarebbe potuta gestire in altro modo? Difficile il dirlo, ma oramai è così e si deve andare avanti con gli ingredienti che abbiamo. E se poi i colleghi giornalisti si sforzassero di insistere maggiormente sul significato di tali eventi e sulle problematiche che hanno comunque mosso una cospicua forza popolare, evitando così talvolta la ineludibile rincorsa alla politica-spettacolo per ragioni di cassa,  saremmo già a buon punto. Mi permetto ancora di ricordare al Sig. Grillo che la sua lotta contro i giornalisti troverebbe un maggior senso e consenso se volesse veramente mirare al cuore del problema: vale a dire che sono gli editori che mantengono le linee e le scelte editoriali, oltre che gli inciuci e la riscossione dei finanziamenti pubblici  (le note provvidenze) all'editoria, mentre i giornalisti quasi sempre, anzi sempre a certi livelli superni, attaccano l'asino dove il padrone desidera.

 

Ora non vogliamo addossare le responsabilità a Di Pietro per quello che è stato detto da altre persone, per lo più comici e attori dello spettacolo - possibile che la politica sia finita in mano a loro?! - con l'eccezione di un Travaglio che discetta e argomenta col giusto piglio della sacrosanta critica giornalistica - , ma per sua sfortuna è sempre sull'organizzatore di un evento che si concentrano sempre e più eventuali critiche per l'andamento e il bilancio inevitabili della serata....e francamente non penso che lo stesso Di Pietro si possa ritenere soddisfatto per l'esito della serata capitolina.

E' un gran peccato perché i motivi sui quali si voleva, e si sarebbe potuto,  contestare erano pazzescamente importanti ed evidenti a tutti. Il pensiero che mi avvolge ora è: ma se non si riesce più a dare una risposta sensata a questioni fondamentali per una democrazia, figurarsi sulle mille altre questioni lievemente meno epocali! Certo è che siamo ben messi.

In sostanza la "protesta" di Roma si è trasformata in un parziale autogoal straordinario. Passare per cafoni non era proprio l'intento di coloro, peraltro molti, che vedevano nella piazza un'occasione importante per far valere la loro flebile voce in difesa di una democrazia sempre più vacillante. Anch'essi boicottati dal trivial agire di comici e attori: che ci avessero informato male e che fosse tutto solo un grande avanspettacolo estivo, scambiato per una mobilitazione di massa politica?...sarebbe meglio che fosse stato così!

 

 

prova suono 1.

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Nucleare in Italia: unanalisi.

Oggi pubblichiamo un'anteprima. E' l'estratto di un articolo di Gianni Silvestrini per il volume della collana Quaderni di AIEE “Prospettive per un’opzione nucleare in Italia: analisi e pareri a confronto” che verrà pubblicato a settembre e presentato ai primi di ottobre. Di seguito i punti chiave del discorso.

L’incremento del nucleare sarà problematico fino alla diffusione dei reattori di quarta generazione che avverrà attorno al 2030-40. Appaiono invece più chiare le prospettive delle rinnovabili facilitate dalle riduzioni dei costi a fronte dell’incremento dei prezzi dei combustibili fossili.

Se proiettiamo poi lo sguardo al 2050 si vede che per dimezzare le emissioni di CO2 il ruolo principale sarà affidato all’efficienza energetica, mentre il contributo delle rinnovabili sarà 3,5 volte superiore a quello del nucleare, tecnologia che contribuirebbe solo al 6% della riduzione delle emissioni al 2050

Semmai la quarta generazione verrà alla luce, sarà una sfida tra la coppia centralizzata nucleare-idrogeno e la rete diffusa solare-idrogeno

Va ricordato un altro rischio, legato agli impatti di possibili incidenti.

Per la chiusura del ciclo nucleare in Italia sono stati, al momento, previsti 4,3 miliardi €. Resta ancora però totalmente indeterminato il destino delle 253 tonnellate di scorie in corso di trattamento in Francia (1.000 €/kg) che dovranno inderogabilmente tornare nel nostro paese entro il 2025.

negli anni scorsi si era in presenza di una sovrabbondanza di uranio anche per l’utilizzo del materiale proveniente dal programma di disarmo nucleare. Questa situazione è destinata a cambiare e le difficoltà ad aprire nuove miniere stanno già facendo lievitare il prezzo spot, sestuplicato negli ultimi 5 anni.

LEGGI TUTTO

 

Parere: il nucleare in Italia.

Oggi pubblichiamo un'anteprima. E' l'estratto di un articolo di Gianni Silvestrini per il volume della collana Quaderni di AIEE “Prospettive per un’opzione nucleare in Italia: analisi e pareri a confronto” che verrà pubblicato a settembre e presentato ai primi di ottobre. Di seguito i punti chiave del discorso.

L’incremento del nucleare sarà problematico fino alla diffusione dei reattori di quarta generazione che avverrà attorno al 2030-40. Appaiono invece più chiare le prospettive delle rinnovabili facilitate dalle riduzioni dei costi a fronte dell’incremento dei prezzi dei combustibili fossili.

Se proiettiamo poi lo sguardo al 2050 si vede che per dimezzare le emissioni di CO2 il ruolo principale sarà affidato all’efficienza energetica, mentre il contributo delle rinnovabili sarà 3,5 volte superiore a quello del nucleare, tecnologia che contribuirebbe solo al 6% della riduzione delle emissioni al 2050.

Semmai la quarta generazione verrà alla luce, sarà una sfida tra la coppia centralizzata nucleare-idrogeno e la rete diffusa solare-idrogeno.

Va ricordato un altro rischio, legato agli impatti di possibili incidenti.

Per la chiusura del ciclo nucleare in Italia sono stati, al momento, previsti 4,3 miliardi €. Resta ancora però totalmente indeterminato il destino delle 253 tonnellate di scorie in corso di trattamento in Francia (1.000 €/kg) che dovranno inderogabilmente tornare nel nostro paese entro il 2025.

Negli anni scorsi si era in presenza di una sovrabbondanza di uranio anche per l’utilizzo del materiale proveniente dal programma di disarmo nucleare. Questa situazione è destinata a cambiare e le difficoltà ad aprire nuove miniere stanno già facendo lievitare il prezzo spot, sestuplicato negli ultimi 5 anni.

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Info news.

1° SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO
SULLE TEMATICHE AMBIENTALI: I RIFIUTI

Qual’è la situazione in Piemonte? Intervento a cura di MICHELE BERTOLINO (Responsabile regionale di LEGAMBIENTE per i rifiuti). VENERDI' 18 alle ore 18.00 - Via Arsenale 14, Torino – Palazzo della Regione – Gruppo Insieme per Bresso - 5° piano.
Segnalate la vostra adesione tel. 011 57 57 344 oppure gruppo.unione@consiglioregionale.piemonte.it

 

Piazza Navona, 8 luglio: perché è giusto esserci.


di Mariano Turigliatto


Mentre fervono i preparativi per la manifestazione, i giornali si occupano delle ormai quotidiane polemiche fra i vertici del PD e gli organizzatori della manifestazione, come se fossero questi ultimi gli avversari da battere. C’è da essere sconcertati, soprattutto perché non si scontrano due proposte, due visioni, ma una cosa concreta – la protesta di piazza Navona – e una nebulosa forse raccolta di firme contro il governo da farsi in autunno.
Allora si comincia a questionare se Di Pietro sia di destra o di sinistra, se Flores sia antipatico o faccia solo finta, se sia giustizialismo o estremismo forcaiolo, se sia un bene o un male, se, se, se. A spaccare il capello in quattro sono sovente gli stessi che non più tardi di nove mesi fa hanno resuscitato Berlusconi, reiterando l’errore e consegnandocelo più forte e caimano di prima.
Spero che la partecipazione alla manifestazione li zittisca per sempre, ma ne dubito perché non lo fanno mai, nemmeno quando dovrebbero aprire la bocca solo per fare un po’ di autocritica. Significativo che sostengano che la manifestazione “farà il gioco di Berlusconi”; loro che cosa hanno fatto finora? C’è davvero di che essere sconcertati.
Intanto un centrosinistra senza idee e senza una visione del futuro si appresta a guardare la manifestazione sdegnosamente rinchiuso nelle stanza delle sue sedi e dei suoi palazzi, chiedendosi come resuscitare bei tempi andati che non torneranno più.
Dai, facciamo qualcosa di veramente innovativo per questo paese: chiediamo la cancellazione delle leggi canaglia.

__________________________________ 

Importante!

In concomitanza con la manifestazione indetta per domani a Roma, se ne svolgerà una parallela a Torino. Il punto di incontro è Piazza Castello alle ore 17.00, martedì 8 luglio. Un'occasione per partecipare.

 

 

ZZZZZZanzare!!!.


di Dida Neirotti
Su Repubblica di lunedì 30 giugno un'intera pagina è occupata dalla notizia che una zanzara geneticamente modificata riuscirà asconfiggere la malaria.
Il progetto si basa sulla creazione di maschi sterili coabitanti con le femmine portatrici del protozoo Plasmodium, responsabile della malaria in modo da impedire la loro riproduzione.
Tutto ciò dovrebbe avvenire in enormi gabbie che possono contenere da 50 a 100 mila insetti in modo da poter controllare l'andamento dell'esperimento.
La notizia di per sè sembra entusiasmante però.... andando a leggere l'articolo si scopre che queste gabbie saranno sistemate in Italia, non si sa ancora dove, con motivazioni che fanno per lo meno sorridere.
"Qui la ricerca sarà più sicura"  afferma il Prof. Andrea Crisanti che lavora tra Londra e Perugia e che sarà il coordinatore del progetto. E prosegue "Il livello di sicurezza ambientale nel nostro paese è superiore a quello di un paese africano" e già questa affermazione dovrebbe molto tranquillizzarci.  In più, afferma ancora che "I rischi sono minimi" e, a questo punto il panico è totale.
Conosciamo troppo bene i "rischi minimi" all'italiana (immondizia, inceneritori, alluvioni, dissesto idrogeologico, altavelocità...) e poi questi maschi sterili pungono o non pungono? e se pungono quali possono essere le conseguenze sui viventi?
Vorremmo qualche informazione in più per evitare la nascita di comitati antizanzare o, naturalmente, la militarizzazione attorno alle benedette gabbie! 

Siamo stati bravi!.

 
Antonio Mele
Comitato Sankara XX

Si è fatto un gran parlare del premio Galileo dato ad Ingrid Betancourt, liberata pochi giorni dopo, e ritirato dalla figlia, cerimonia emozionante che avrebbe visto, tra gli altri premiati, anche l'affamatore di un'intera nazione e l'organizzatore di guerre civili in mezza Africa: il ladro di sera che si presenta a casa vostra da vigilante la mattina, il piromane che indossa la divisa da pompiere quando le fiamme sono ormai alte, il "pacificatore" dei conflitti africani, che conosce bene visto che li organizza anche lui. Tutto questo dal Burkina Faso, un Paese che è stato testimone del sogno di cambiamento incarnato da Thomas Sankara, dalla sua rivoluzione, dal suo tentativo di far vivere i suoi simili con dignità , liberi dai gioghi degli sfruttatori, bianchi o neri che fossero. Siamo stati bravi! Con la nostra mobilitazione decisa non abbiamo permesso che a Firenze avvenisse questo misfatto.

Ne dobbiamo andare orgogliosi, visto che molto probabilmente il Premio Galileo, che gode dell'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, avrebbe costituito una credenziale in più in tasca all'affamatore nel suo percorso verso un ipotetico premio Nobel per la pace, uno dei tanti premi che gli osservatori dell'Africa iniziano a scoprire e che sembrano creati ad arte per produrre incenso da spargere sulla testa del pacificatore guerrafondaio. Il prossimo: il primo vertice mondiale delle star per la Terra, organizzato dall'Alleanza Francofona proprio in Burkina Faso nel novembre prossimo. La nostra mobilitazione servirà da esempio ad altri che dovranno opporsi con uguale vigore a questi tentativi infami di cambiare il passato.

 

prova.

La sequenza ininterrotta di provvedimenti inaccettabili del nuovo governo nei primi due mesi di mandato - dalla depenalizzazione del falso in bilancio al controllo politico sulla magistratura - ci spinge a farci portavoce di queste iniziative
 
Liberacittadinanza e Micromega
organizzano una

manifestazione in piazza del Pantheon
Roma - 8 luglio - ore 18,00

COLOMBO, PARDI, FLORES D’ARCAIS invitano gli italiani a scendere in piazza contro le "leggi-canaglia"
 Vi invitiamo a prendere parte a questo appuntamento e a farvene portavoce.

Inoltre

Stiamo organizzando un pullman per partecipare alla manifestazione organizzata da Beppe Grillo per il 25 luglio a Roma. Chi fosse interessato a partecipare può scriverci all'indirizzo \n gruppo.unione@consiglioregionale.piemonte.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo o contattare per info il Meetup Torino 3.

 

No al numero chiuso allUniversità.

Massimo Citro, medico e autore del libro Vietato studiare, in cui denuncia tutte le assurdità del sistema universitario in Italia, si batte da anni per l'abolizione del test d'ammissione per l'accesso alle varie facoltà, una misura che in effetti proprio non ci convince. Le riflessioni di Massimo sul diritto allo studio e sulle assurdità di un sistema che non ha prodotto miglioramenti nella qualità dell'istruzione, sono contenute anche in un'intervista al TG5 andata in onda pochi giorni fa.

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Un sorriso per ogni bambino.

  

La Terapia del Sorriso: Animazione Emozionale e Animazione Terapeutica

di Silvia Pepe

La Terapia del Sorriso è una tecnica che insegna agli educatori  e  ai genitori come prendersi  cura delle emozioni dei bambini attraverso dei giochi creativi e agli operatori sanitari a comprendere i bisogni del paziente valutandone l’aspetto emotivo, di pari passo con le cure mediche del caso. Questa tecnica, messa a punto per aiutare il bambino a crescere in modo equilibrato, aiuta  l’operatore ad interagire con lui, creando un rapporto di comprensione e attenzione ai suoi bisogni. Gli scopi  principali sono di individuare i disequilibri emotivi nel bambino ed aiutarlo a riequilibrarli , di creare un supporto per il bambino in difficoltà , formando il genitore e l’educatore in modo che sappia leggere al meglio le sue necessità.
 
La Terapia del Sorriso è divisa in due parti: l’animazione emozionale che consiste nell’effettuare alcuni sfioramenti riconducibili agli ondeggiamenti del liquido amniotico, con diverse modalità e in diversi punti, a  seconda delle reazioni emozionali del paziente e in rapporto alle diverse patologie e l'animazione terapeutica che consiste nell’effettuare una serie di “esercizi-gioco” in gruppo o individuali allo scopo di ristabilire un contatto con la parte creativa di noi stessi, risvegliando di conseguenza lo stimolo alla vita.
 
Se il genitore o chi è a lui vicino
trasmette insicurezza,
egli apprenderà l’inquietudine;
se gli verrà trasmessa la rabbia,
egli apprenderà la violenza;
se gli verrà trasmessa la tristezza,
egli apprenderà l’impotenza;
se gli verrà trasmessa la gioia,
egli sarà felice
se gli verrà trasmessa
la comprensione
egli apprenderà l’Amore.
 
Per questo ritengo sia molto importante che le persone preposte all’educazione dei piccoli (genitori, insegnanti, educatori ecc..) debbano essere in equilibrio per trasmettere serenità e apertura, per comprendere  quali sono i disequilibri dei bambini per aiutarli nella loro crescita, nel loro equilibrio psicoemotivo.

Silvia Pepe è autrice del libro Terapia del sorriso, Edizioni sì, 2008.

 

Walter e i maiali di Orwell.

 

Antonio Tabucchi commenta sul sito di Micromega gli eventi politici dell'ultimo periodo. Un lucido parallelismo con il paradosso letterario del famoso romanzo di Orwell, dai risolti interessanti. E' un file audio. Buon ascolto.

ASCOLTA IL FILE

 

Scampato pericolo.

 Thomas Sankara

 di Dida Neirotti

Ogni tanto la mobilitazione paga.
Gli organizzatori del Premio Galilei pensavano di assegnarlo quest'anno a Blaise Campaorè, Presidente del Burkina Faso e responsabile dell'assassinio di Thomas Sankara, precedente Presidente e grande riformatore.
Il premio, tra l'altro, aveva come motivazione "Premio speciale per l'impegno nella mediazione dei conflitti etnici e sociali".
Riportiamo l'articolo comparso sul sito di peacelink, a seguito del quale la quantità di mail di protesta ha indotto gli organizzatori a rinunciare al conferimento del premio.

"Il Premio Galileo a Blaise Compaoré è una vergogna intollerabile. Consideriamo oscure le ragioni che hanno portato a tale scelta, vista l'implicazione di Compaoré nell'assassinio del presidente Thomas Sankara, per pochi anni speranza dell'Africa libera."
18 giugno 2008
 

APPUNTAMENTO IL 25/6 ALLE 19 DAVANTI ALL'ISTITUTO D'ARTE DI FIRENZE A PORTA ROMANA PER UNA FESTA DI CONTESTAZIONE

Il 25 Giugno 2008 il presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré riceverà a Firenze nell'Istituto d'Arte di Porta Romana il Premio Galileo 2000 per la mediazione nei conflitti etnici e sociali.
Consideriamo oscure le ragioni che hanno portato a tale scelta, vista l'implicazione di Compaoré nell'assassinio del presidente Thomas Sankara, per pochi anni speranza dell'Africa libera. Se ciò non bastasse, Compaoré è riconosciuto da un rapporto dell'ONU del 2004 come organizzatore di traffici con l'UNITA che alimentavano la guerra civile in Angola, così come ha poi fatto con Charles Taylor nella lucrativa e creata ad arte guerra civile in Liberia e in Sierra Leone e nel recente conflitto in Costa d'Avorio.

 

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