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Educazione civica.

Oggi vi proponiamo un esercizio di ginnastica per il cervello: basta tenere duro altri cinque minuti prima di spegnere il pc e andare a letto. Gli stimoli provengono da ogni parte, basta coglierli ed è importante acquisire consapevolezza del mondo in cui viviamo. Per esempio c'è un sito indipendente e senza scopo di lucro che ci è piaciuto.

Openpolis si occupa di politica. E' aperto ai contributi di chiunque voglia intervenire e consente di "giocare" con i nostri rappresentanti . "Adotta un politico", per esempio, stimola a seguire i passi di un personaggio pubblico e raccogliere informazioni sul suo operato, tracciandone un profilo in continuo aggiornamento. Un altro strumento interessante consente di pubblicare le dichiarazioni dei politici come promemoria per le successive verifiche sui fatti. Inoltre Openpolis è un database che permette di accedere in pochi istanti a tutti i nomi che compongono le fila della gestione politica a tutti i livelli, dal nazionale al locale. Andate a ciruiosare.  

Campo di lavoro in Senegal.

 

Un'esperienza unica nel cuore della cultura africana!
3 – 14 luglio 2008
PRENOTAZIONI ENTRO: 5 GIUGNO 2008
Il progetto di T.R.A. (Turismo responsabile autogestito) si propone di contribuire a migliorare le condizioni di vita della popolazione residente nella regione di Louga (Senegal), ed in particolare nel villaggio di Yeral Fall. Nello specifico il progetto mira ad innescare una crescita socio-culturale ed economica, con l’apporto di una nuova esperienza sostenibile nel settore del turismo responsabile autogestito.
Il viaggio: un gruppo massimo di 12 persone conosceranno e condivideranno la cultura senegalese nel villaggio di Yeral Fall in particolare. Tale soggiorno, della durata complessiva di dieci giorni, include l’alloggiamento dei turisti presso le abitazioni del villaggio e la completa condivisione delle tradizioni locali nel rispetto della cultura senegalese. Per ogni viaggio che verrà effettuato, al netto delle spese, avanzerà una somma che permetterà alla comunità del villaggio di far fronte alle carenze sanitarie dei membri delle famiglie in difficoltà, di provvedere all’istruzione di tutti i bambini, e ad altre esigenze comuni. E rimboccatevi le maniche, che laggiù c'è da fare!
Info: ASSOCIAZIONE CULTURALE "Parole&Musica Onlus"
silvia: 320 26 29 571 - evelyne: 338 79 41 593
tra.senegal@gmail.com

 

NUCLEARE: Ritorno al Futuro!?.

di Patrizio Brusasco


L'emergenza energetica mondiale, figlia stretta della globalizzazione e di una crescente richiesta di fonti d'energia fossile, implementata dal boom della così detta Cindia (Cina e India), porta di nuovo alla ribalta nel nostro paese la dimenticata querelle sul nucleare, dopo i vent'anni trascorsi che ci separano da Cernobyl e dal referendum che sancì l'interruzione del programma nucleare italiano.

Il nucleare scatena inevitabilmente tre grandi questioni: salute, sicurezza e costi. Se per quanto concerne i costi cospicui, le opinioni possono verosimilmente trovare un facile comune indirizzo, affatto differente è invece il discorso per quanto attiene alla salute e alla sicurezza, evidentemente intimamente intrecciate.

L'Italia, o meglio il governo, con un intervento del ministro delle Attività Produttive all'assemblea della Confindustria, ha enunciato l'intento di far ripartire in tempi brevi un programma di costruzione di nuove centrali nucleari.

Il nostro Paese sembrerebbe dunque orientato verso una "terza generazione evoluta", ma secondo gli esperti la quarta generazione sarebbe dietro l'angolo, più sicura e offrirebbe vantaggi economici e ambientali, oltre al fatto di essere una tecnologia tutta italiana. Dunque potremmo dire: "Via alla quarta generazione nucleare!" Ne sarebbe convinta una parte della comunità scientifica che la ritiene più sicura, più pulita e renderebbe veramente indipendente il nostro Paese dai rifornimenti energetici esteri. Alcuni peraltro sostengono che sia meglio affidarsi alla terza e mezza generazione in quanto propedeutica alla quarta e di quasi immediata attuazione.

Certo è che non è proprio facile chiarirsi le idee e la scelta di un nucleare piuttosto che un altro non è impresa di poco conto, anche se gli industriali su questo punto si dimostrano come sempre molto pragmatici puntando con celerità alla terza generazione evoluta, poiché "più frequentata".

E le date? Se parliamo di terza generazione si ipotizza l'anno 2015 mentre si sale fino al 2020 o 2030 o addirittura 2040 se trattasi di quarta generazione. Insomma, anche sulla tempistica non siamo propriamente in discesa.

Quali sono i vantaggi della cosiddetta "quarta generazione" di centrali nucleari stando al parere del Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, nonché presidente dell'Enea, così esposti nel corso della sua prolusione a conclusione dei lavori della grande kermesse subalpina "Uniamo le energie" dello scorso 23 e 24 maggio presso il Palavela?

 

 

Sicurezza: la percezione del pericolo.

di Eva Milano

Qualche settimana fa mi hanno rubato la bicicletta nel cortile sotto casa. Per un paio di giorni ho accusato il colpo: immediatamente le spalle si sono irrigidite e il mio umore è sceso in picchiata. Sintomi eccessivi per una bici senza valore, non era questo il motivo del mio disagio. Una piccola riflessione e ho capito: quell'evento mi ha destabilizzato perché mi sono tornati in mente: il furto dell'oro in casa mia per mano di due ragazzi rom, la destrezza del levantino che ha rubato il portafoglio alla mia amica Manuela sull'autobus, quel ragazzo straniero che aveva tentato di portarmi via l'auto e per sua scarsa fortuna il mio arrivo gli aveva rovinato i piani. Ho ricordato che devo fare assolutamente rinforzare la porta che dà sul balcone, che va giù con una spallata, ho pensato che non mi piace vivere al primo piano rialzato, basta un salto. Di bici, per un po' non ne voglio sapere.

Il disagio è una sensazione emotiva, non dipende dall'entità del danno. La percezione che abbiamo del pericolo non rispecchia perfettamente le reali condizioni di probabilità di vedere violata la nostra serenità. E' una paura che ha un peso e quel peso va considerato, quando si prende in considerazione il tema della sicurezza.

In merito a questo argomento, in particolare per quanto riguarda l'approccio dei cittadini e del governo rispetto agli stranieri che vivono in Italia, sullo scorso numero de l'Espresso c'è un articolo molto interessante di Gigi Riva a colloquio con Ilvo Diamanti che, da tecnico (è professore di Scienza Politica all'Universita' di Urbino), analizza le diverse componenti  che intervengono nel dibattito di questi giorni in merito al tema dell'immigrazione. Tra queste, la considerazione che "dobbiamo trattare la percezione non come se fosse virtuale, perché è una realtà per chi la vive. Lo straniero 'è' un pericolo sociale. Siamo una pentola a pressione, sottoposti da anni a una tensione molto forte che non governiamo ma teniamo sotto traccia. Abbiamo una serie di problemi che potremmo riassumere in una parola, 'eterofobia', paura dell'altro". Ma questa componente, di cui l'atteggiamento del governo in questi giorni si fa espressione, dice Diamanti, non deve essere predominante, perché è irrazionale.

E allora che cosa dovrebbe fare in realtà il nuovo governo? Il professore ha le idee chiare: "Dovrebbe impedire le concentrazioni metropolitane e favorire la distribuzione di chi arriva sul territorio, aiutare a regolarizzare gli irregolari che lavorano. E smetterla con gli annunci spettacolari e inapplicabili. Con la tolleranza zero. Questa politica contrasta la paura generando altra paura. E non dobbiamo mai dimenticare che gli immigrati si adattano alla società dove si inseriscono. Se arrivano in un Paese in cui le regole sono considerate vincoli, le istituzioni nemiche, le autorità organismi da cui difendersi, beh si comportano di conseguenza".

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Trento, il festival delleconomia.

L'economia è sempre stata una scienza "difficile". Da sempre percepita come lontanta dalle scelte che riguardano la nostra vita quotidiana, quella che era una disciplinaper cervelloni, sta modificando il suo volto. Questa interessante revisione di immagine si manifesta anche grazie a un evento pubblico di ampio respiro. L'economia sceglie la veste popolare e aperta del festival per comunicare alla gente che l'andamento economico del paese dipende dalle scelte di ognuno di noi. Niente scuse.

Dal 30 maggio al 3 giugno si svolge infatti la terza edizione del Festival dell'economia a Trento. L'argomento scelto per questa sessione di incontri, Mercato e democrazia, promette sviluppi interessanti.

Così Tito Boeri, il curatore scientifico del Festival, spiega i motivi della scelta tematica. "Non tutte le democrazie sono ugualmente efficienti nel regolare i mercati e nel costruire una infrastruttura a loro protezione. Sempre più economisti studiano i sistemi elettorali, il ruolo delle lobby e i meccanismi di selezione della classe politica, consapevoli dei loro effetti sulla dimensione ed efficienza dei mercati. Studiano anche il pluralismo nell'informazione e le sue relazioni con la concorrenza nel sistema televisivo e nella carta stampata. Guardano con preoccupazione all'intreccio fra potere economico e potere mediatico - un problema molto forte nel nostro paese dove i primi cinque quotidiani sono posseduti da grandi gruppi industriali convinti che un'informazione inadeguata sulla situazione finanziaria delle imprese possa impedire lo sviluppo dei mercati. Non c'è in questa scelta solo l'interesse distaccato dello studioso, ma anche un impegno civile, democratico. Queste analisi ci servono oggi a valutare i rischi, sempre presenti, di una degenerazione delle nostre democrazie. Forse un giorno ci serviranno anche a individuare le chiavi per promuovere sviluppi democratici in quei regimi totalitari che oggi hanno un'economia di mercato".

 

Cinque domande.

Abbiamo sottoposto ai membri del nascente Coordinamento Regionale delle Liste Civiche un questionario che ha lo scopo di identificare le future opzioni politiche del movimento. Sono cinque domande che riguardano alcuni tra i temi più presenti nel dibattito politico attuale. Ve le sottoponiamo per avere la vostra opinione su quali priorità siano secondo voi da non dimenticare e vi ricordiamo che questo nuovo coordinamento è aperto alla partecipazione di chiunque intenda contribuire con la sua presenza.

Compila IL QUESTIONARIO

 

LA GRANDE KERMESSE PIEMONTESE SULLENERGIA PULITA.

di Patrizio Brusasco

Si è conclusa dunque la grande kermesse piemontese dedicata all'energia, divenuta soggetto principe della due-giorni che ha animato, presso il Palavela di Torino, il dibattito sul tema delle energie pulite e sul post-petrolio.

Vi offriamo quindi subito un resoconto dell'evento, che si è dipanato tra workshop specifici e interventi di grandi personalità del mondo scientifico e della politica regionale, con l'intento di fornirvi alcune suggestioni dettagliate nel corso dei prossimi giorni, e ricordandovi anche le preziose iniziative che ha portato avanti in questi anni il nostro gruppo consiliare in tema di ambiente.

Un consesso peraltro che si inquadra nella politica energetica mondiale con una tempistica a prova di orologio svizzero, considerando, all'indomani del sancito fallimento del protocollo di Kyoto,  l'appena concluso G8 nipponico in tema di energia, clima e inquinamento, nonché il grande dibattito che sta nuovamente emergendo nel nostro Belpaese in relazione al rispolvero dell'energia nucleare, sponsorizzata dal centrodestra e dagli ambienti legati alla Confindustria. 

Apriamo con le considerazioni della "padrona di casa" dell'evento, la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso che ha dichiarato: "Investire sulle energie rinnovabili è un grande progetto per il nostro futuro. Non esistono soluzioni semplici a una soluzione tanto complessa, ma molti segmenti di soluzioni possibili. Una di queste è dare impulso alla ricerca, investire sui nostri cervelli, che rappresentano una fonte energetica rinnovabile tra le più preziose. Il nostro impegno - ha proseguito la presidente della Regione Piemonte - è portare nell'arco della legislatura la ricerca al 3% del Pil, obiettivo che nel Paese nessuno è ancora riuscito a raggiungere...Raggiungere l'indipendenza energetica dal petrolio si può se il progetto che sta alla base di questa sfida è forte e condiviso da tutti: istituzioni, mondo economico, cittadini".

Di particolare apprezzamento la relazione del premio Nobel Carlo Rubbia, che ha portato l'attenzione dei convenuti sull'aumento esponenziale della popolosità del nostro pianeta e dunque del relativo problema energetico e di quale energie impiegare. "Partiamo da un dato che dà la misura della straordinaria esplosione demografica della popolazione mondiale: sul nostro pianeta - ha dichiarato il fisico - nascono ogni secondo 3 persone, 10.000 persone all'ora, ogni due settimane si affaccia al mondo l'equivalente della popolazione di un nuovo Piemonte; a fronte di questi fenomeni, si pone inevitabilmente il problema di produrre energia in quantità adeguate alle esigenze emergenti....oggi abbiamo altre fonti di energia ( oltre all'energia fossile - petrolio) alternativa: innanzitutto il sole, una fonte straordinaria. Una superficie ben soleggiata di 200 km quadrati potrebbe produrre da sola l'energia solare equivalente a quella prodotta da tutte le fonti fossili presenti sul pianeta...La seconda forma possibile di energia - ha proseguito Rubbia - è il nucleare, inteso con modalità innovative e diverse da quelle odierne, ovvero basato sulla fusione o su un nuovo modello di fissione, che utilizzi per esempio il torio, un materiale a basso costo e disponibile in grande abbondanza, che presenta tutta una serie di vantaggi rispetto all'uranio sia per quanto concerne  la potenza prodotta, sia per quanto riguarda lo smaltimento e sia infine per il fatto di non poter essere utilizzato per scopi bellici".

Nei prossimi giorni entreremo maggiormente nel dettaglio della kermesse, oltre a riportarvi il "Manifesto per l'indipendenza energetica dal petrolio", che è stato stilato in occasione del convegno subalpino.

Per informazioni e resoconti delle giornate sull'energia visitate il sito della Regione Piemonte.

 

Fondi sovrani.

Economia. Un'idea catturata al volo dal sito de La voce, un portale di tecnici che si occupa di economia.

"Quando i fondi sovrani sono di paesi non democratici, le società da loro partecipate possono soffrire un disagio etico e d’immagine. Perché non creare un rating da attribuire ai fondi sovrani in base alla democraticità del loro proprietario?"

Da http://www.lavoce.info/

Cosa sono i fondi sovrani, di Dotturbo (dal blog, 2 luglio 2007)

Si tratta sostanzialmente di fondi posseduti direttamente da stati sovrani, costituiti da strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e beni patrimoniali. La loro entità quantitativa complessiva è tale (circa 2500 miliardi di dollari di capitalizzazione complessiva, contro i 1600 degli Hedge Funds) da rappresentare ormai sui mercati mondiali una realtà d’importanza assolutamente primaria. Non avendo nulla a che vedere con le riserve valutarie, che servono a stabilizzare il cambio nel breve termine, sono amministrati per ottimizzare i rendimenti a lungo periodo. In genere, vengono costituiti da stati in grado di produrre avanzo primario di bilancio e con posizione commerciale con l’estero quantomeno equilibrata. Situazioni di tale tipo, si verificano spesso quando l’export delle materie prime (petrolio, preziosi) è consistente.

 

IN QUESTE ORE.

 


Raggiungiamo per primi gli obiettvi fissati dall'Unione Europea entro il 2020. Ecco il tema di questa due giorni organizzata dalla Regione Piemonte il 23 e il 24 maggio al Palavela. Nei workshop di ieri si sono delineate le linee progettuali per raggiungere questo ambizioso obiettivo. Un'intenzione concreta viene sugellata oggi alla presenza di Carlo Rubbia nella giornata conclusiva. Nei prossimi giorni forniremo un'approfondimento sui lavori.

 

 

Mostra darte a Grugliasco per Emergency.

 


Un'opera di Carla Matta, presidente dell'Associazione La Macchia

L’Associazione artistica La Macchia di Grugliasco presenta il consueto appuntamento con la mostra annuale che, come ogni anno dedica una sezione alla beneficenza. Quest’ anno il ricavato sarà devoluto all’Associazione EMERGENCY.

Il titolo dell'edizione di quest'anno è Sguardi sul mondo. Così l'associazione presenta le opere: "Spiccheranno una serie di lavori che ritraggono animali che con i loro "sguardi bestiali" ci osservano e forse…si fanno domande sul futuro del nostro bel pianeta. L’arte deve anche essere portavoce di positività e allora, dopo aver meditato sul nostro futuro, possiamo allietare i nostri occhi con esplosioni di fiori variopinti. Alcune novità anche per l’allestimento che varia quest’anno per scelta di tessuti, colori e animali in polistirolo chiamati a fare da "testimonial" ai continenti della terra. Alcuni artisti si sono impegnati nell’esecuzione di piccoli oggetti ornamentali con l’antica arte giapponese detta origami (carta piegata) e altri hanno realizzato a mano i biglietti di invito con una tecnica di ritaglio, incisione e… note di colore".

 

 

SGUARDI SUL MONDO

dal 25 maggio al 2 giugno - presso "Lo Chalet" del Parco Culturale LE SERRE in Via Tiziano Lanza, 31 – Grugliasco

 Inaugurazione domenica 25 maggio2008 alle ore 10,30

Orari di apertura: feriali ore 17,30 - 19,00 // 20,30 - 23,00 - festivi ore 10,00 - 12,00 // 15,00 - 19,00 - 20,30 - 23,00 - sabato ore 16,00 -19,00 //20,30 - 23,00 - INGRESSO LIBERO

 

 

Una questione di democrazia.

 


di Mariano Turigliatto

Con quattro mesi e mezzo sulle scadenze previste per legge la Regione ha il suo bilancio di previsione per l’anno in corso. Il Consiglio ci è arrivato dopo oltre quindici giorni di sedute ad oltranza e di negoziati esasperanti ed estenuanti fra la giunta – sostenuta dalla sua maggioranza – e le opposizioni.

Il bilancio che ne è uscito non è né meglio né peggio di quello originariamente presentato, il Piemonte non ne verrà stravolto, non cambiano neanche alcuni dei nodi critici se non che si va verso un allentamento nell’indebitamento per le spese sanitarie. Mesi di discussioni, di tatticismi, di agguati, di considerazioni, di osservazioni, hanno partorito il solito topolino.

L’opposizione può vantare una riduzione nelle spese per 130 milioni di euro: peccato che si trattasse di investimenti, dunque di denaro destinato a far crescere il Piemonte. Può anche vantare qualche spostamento nei capitoli tradizionalmente presi d’assalto per cercare di favorire le amministrazioni locali più "vicine" politicamente: cultura, montagna, turismo e assistenza. Può vantare di aver tenuto in scacco una maggioranza – che è sempre stata compatta e decisa – per oltre quattro mesi avvalendosi di un regolamento che, in alcuni sue parti, è una vergogna.

Il senso della democrazia, quello che da' sostanza all’azione è stabilire lo spazio della discussione, quello del confronto, e quello della decisione. Il regolamento del Consiglio Regionale non fissa mai il tempo della decisione, per cui si può andare avanti indefinitamente a colpi di eccezioni regolamentari anche per il solo gusto di bloccare l’azione di governo e di legificazione. Così le sedute trascorrono sovente fra ostruzionismi di varia natura, incontri riservati, negoziati dai contenuti non sempre confessabili; se uno di contendenti non si ritiene soddisfatti, si ricomincia daccapo, come se nulla fosse fino a quel momento avvenuto.

Questo regolamento forse funzionava in un contesto di politica consociativa, dove il negoziato si faceva su ogni cosa, dove il rispetto dei tempi non era un valore riconosciuto reciprocamente da tutte le parti. Da parecchio le cose non stanno più così: la maggioranza è ostaggio dell’opposizione (quando non di ciascuno dei gruppi che la compongono). La Giunta, invece di discutere il bilancio con la sua maggioranza, è costretta a negoziarlo con l’opposizione per evitare che si metta di traverso dilatando i tempio di approvazione all’infinito.

In parecchie sostengono che il modo attuale di regolare le sedute del Consiglio regionale garantisce i gruppi minori, dunque va perpetuato anche a dispetto della funzionalità. Non lo credo: chi ha delle buone ragioni da far valere può lanciare la sfida rispettando il diritto degli altri a decidere. Se ritiene che le sue istanza debbano trovare più peso, porta fuori dall’assemblea legislativa la battaglia, coinvolgendo i cittadini elettori.

Esco da questa ennesima maratona inutile con la sensazione che così si uccida la democrazia, fornendo buone ragioni a chi desidera anche il potere e la decisionalità vengano concentrate nelle mani di uno solo.

Esco soprattutto umiliato nella mia attività di consigliere, per questo voglio che questo regolamento venga cambiato: ci metterò più impegno nei prossimi mesi.

 

IN CANTIERE.

STIAMO ESEGUENDO LAVORI DI AGGIORNAMENTO PER RISOLVERE I PROBLEMI DI VISUALIZZAZIONE CHE MOLTI UTENTI HANNO RISCONTRATO. E' POSSIBILE CHE NEI PROSSIMI GIORNI ILCOLLEGAMENTO PRESENTI ANOMALIE. IL NORMALE FUNZIONAMENTO DEL SITO SARA' RIPRISTINATO APPENA POSSIBILE.

 

Festivaleconomia.

 

Un pc per ogni allievo.

 


Mariano regge a sinistra un OLPC, a destra un Asus Eee PC.

di Mariano Turigliatto

Alla fine del mese di aprile il nostro gruppo ha presentato il progetto per dotare tutti gli studenti del Piemonte, di un computer dalle dimensioni e peso ridotto, a basso costo e basso impatto ambientale, in grado di contribuire sensibilmente a ridurre il divario digitale che ci separa dalle altre nazioni europee. Il progetto – al quale il gruppo regionale Sinistra per l’Unione ha lavorato per diversi mesi – accoglie anche le indicazioni del nuovo ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: "non ci dovrà più essere la documentazione cartacea,ad esempio, le pagelle dovranno essere lette su internet".

Il rapporto del Centro Europa Ricerche "Which way forward after the Lisbon Strategy" ci descrive come l'Italia nel periodo 2000/2007 si trovi all'ultimo posto tra i paesi europei rispetto alla crescita della competitività. Uno dei principali motivi è lo scarso, anzi scarsissimo, utilizzo di internet (nel 2005 il 72% degli italiani non ha mai usato internet – fonte Eurostat 2005 -)".

Il progetto che abbiamo predisposto prende spunto dalla campagna XO - OLPC 'One laptop per child'. Ci siamo fatti spedire dagli Stati Uniti due esemplari del personal computer progettato da Nicholas Negroponte al Mit di Boston per i bambini dei paesi in via di sviluppo e li abbiamo messi a disposizione di bambini di una IV della scuola elementare Don Milani di Rivoli (TO). Ebbene, alla fine delle tre settimane di sperimentazione 18 bambini su 20 hanno dichiarato di preferire XO alla Play Station e PSP. Le motivazioni? I giochi in dotazione sono più intelligenti e possono essere personalizzati. Questa è una parziale dimostrazione di come anche le modalità di apprendimento dei ragazzi sia in costante evoluzione e vada accompagnata da interventi mirati.

L’acquisto degli OLPC è anche un gesto di solidarietà. Infatti per ogni computer comperato, al costo di 150 euro circa, se ne assicura un altro a un bambino in Africa e nei paesi del Terzo Mondo. Da questa attività, è nata l'idea di chiedere alla Regione Piemonte di attivare una serie di progetti pilota per l'utilizzo di pc per la riduzione del divario digitale nel nostro paese considerando che il processo di modifica delle conoscenze deve partire dall'infanzia.

I computer hanno la particolarità di essere leggeri e piccoli come un libro, ma anche tutte le dotazioni di un laptop classico con software per la scrittura, il calcolo, il disegno nonché la possibilità di agganciarsi alla reti wireless per navigare, chattare, giocare on-line e perché no, scaricare libri di testo. La casa editrice Garamond è già disponibile ad alleggerire il peso dello zainetto degli studenti lasciando intatte le tasche dei genitori, anzi, consentendo di scaricare i suoi e-book a € 9,9 permette un notevole risparmio rispetto al testo stampato. Stiamo allestendo un'unità mobile per far toccare con mano il progetto e gli strumenti che servono a metterlo in pratica. Questo avverrà grazie a un tour in camper che attraverserà le città della nostra regione organizzato con l'aiuto del Movimento delle Liste Civiche del Piemonte.

E' importante che la politica si occupi delle cose che servono al Piemonte di domani. Questa iniziativa consente alla nostra regione di raggiungere tutti i bambini con una spesa contenuta per educarli all'uso della tecnologia in modo efficace, e non solo. Xo è anche un promemoria portatile, un filo che collega idealmente i nostri figli con i bambini che risiedono in paesi svantaggiati e che, grazie ai pc portatili, avranno un'occasione per acquisire strumenti necessari all'interazione con il mondo del progresso.

IL COMUNICATO STAMPA
 

TESTIMONI GIUSTIZIA. PINO MASCIARI. "TEMO DI FARE LA FINE DI NOVIELLO".

Ci è arrivata una dichiarazione di Pino Masciari, fonte AGI.

 - Vibo Valentia,  17 mag. – "Temo di fare anch’io la stessa fine che ha fatto Domenico Noviello, l’imprenditore di Castel Volturno, ucciso dalla camorra per essersi ribellato al pagamento del pizzo e con le sue denunce ha mandato in galera i suoi estorsori" Ad affermarlo Pino Masciari, l’ex imprenditore calabrese, uno dei più importanti testimoni di giustizia, al pari di Novello lasciato senza programma di protezione dopo aver servito la giustizia e lo Stato. "Dicono sempre la stessa cosa, quando per qualcuno di noi arriva la camorra o la "ndrangheta a punirti. Dicono che si era fuori dal programma di protezione. Ma perché, mi chiedo,  ci deve mandare al macello quando si sa che sia la "ndrangheta sia la camorra non scherzano. "Ho chiesto scorta e tutela, ma come risposta mi hanno tolto il programma di protezione – ha aggiunto Pino Masciari – costringendomi a ricorrere al Tar, ma ohimè! Nemmeno il tribunale amministrativo si decide a dare una risposta. E poi Gerardo Dominianni, il magistrato che proprio ieri in un comune del vibonese, ha disposto il fermo di sei presunti estorsori, dichiara che tutti gli imprenditori pagano il pizzo. La risposta è semplice – continua Masciari – E’ perché sembra che sia proprio lo Stato a volerle così, altrimenti si dovrebbe comportare meglio verso coloro che si ribellano. Non è giusto, non è umano che ciò avvenga". Pino Masciari, l’imprenditore vibonese di 49 anni, che 11 anni fa denunciò e mandò in galera, costituendosi anche parte civile, gli esponenti delle più pericolose cosche calabresi, da allora è stato inviato unitamente alla moglie e i due figli piccoli  in una località protetta, si  fa per dire, come lui ama dire ironizzando. "In effetti si è trattato – aggiunge amaramente di un vero e proprio esilio, una deportazione, mentre io ho chiesto sempre di essere reinserito nel lavoro, come unica ed efficace risposta dello Stato contro la "ndrangheta". Un mese fa Pino Masciari, come segno di protesta, senza scorta è ritornato in Calabria dove ha tenuto una serie di conferenze sulla legalità. Adesso è in giro per l’Italia accolto ovunque con tutto il rispetto che merita, la città di Torino, gli ha concesso la cittadinanza onoraria ed altre città stanno per farlo. Si stanno organizzando ovunque dei gruppi e per i prossimi giorni ha annunciato azioni di protesta eclatanti.

 

Io sto con Don Ciotti.

Sul tema della sicurezza Don Luigi Ciotti ha scritto una lettera che ci sentiamo di condividere, per questo motivio abbiamo deciso di inserirla nel blog affinché tutti possano leggerla. Buona lettura

Io chiedo scusa

 

Cara signora rom,

ho visto questa mattina, sulle prime pagine di molti quotidiani, una foto che La ritrae.

Accovacciata su un furgoncino aperto, scassato, uno scialle attorno alla testa. Dietro di Lei si intravedono due bambine, una più grande, con gli occhi sbarrati, spaventati, e l´altra, piccola, che ha invece gli occhi chiusi: immagino le sue due figlie. Accanto a Lei la figura di un uomo, di spalle: suo marito, presumo. Nel suo volto, signora, si legge un´espressione di imbarazzo misto a rassegnazione. Vi stanno portando via da Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove il campo in cui abitavate è stato incendiato. Sul retro di quel furgoncino male in arnese - reti da materasso a fare da sponda - una scritta: "ferrovecchi".

 Le scrivo, cara signora, per chiederLe scusa.

 Conosco il suo popolo, le sue storie. Proprio di recente, nei dintorni di Torino, ho incontrato una vostra comunità: quanta sofferenza, ma anche quanta umanità e dignità in quei volti.

 Nel nostro Paese si parla tanto, da anni ormai, di sicurezza.

 È un´esigenza sacrosanta, la sicurezza.

 Il bisogno di sicurezza ce lo abbiamo tutti, è trasversale, appartiene a ogni essere umano, a ogni comunità, a ogni popolo. È il bisogno di sentirci rispettati, protetti, amati. Il bisogno di vivere in pace, di incontrare disponibilità e collaborazione nel nostro prossimo. Per tutelare questo bisogno ogni comunità, anche la vostra, ha deciso di dotarsi di una serie di regole. Ha stabilito dei patti di convivenza, deciso quello che era lecito fare e quello che non era lecito, perché danneggiava questo bene comune nel quale ognuno poteva riconoscersi.

 Chi trasgrediva la regola veniva punito, a volte con la perdita della libertà.

 Ma anche quella punizione, la peggiore per un uomo - essendo la libertà il bene più prezioso, e voi da popolo nomade lo sapete bene - doveva servire per reintegrare nella comunità, per riaccogliere. Il segno della civiltà è anche quello di una giustizia che punisce il trasgressore non per vendicarsi ma per accompagnarlo, attraverso la pena, a un cambiamento, a una crescita, a una presa di coscienza.

Da molto tempo questa concezione della sicurezza sta franando.

 Sta franando di fronte alle paure della gente. Paure provocate dall´insicurezza economica - che riguarda un numero sempre maggiore di persone - e dalla presenza nelle nostre città di volti e storie che l´insicurezza economica la vivono già tragicamente come povertà e sradicamento, e che hanno dovuto lasciare i loro paesi proprio nella speranza di una vita migliore.

 Cercherò, cara signora, di spiegarmi con un´immagine.

 È come se ci sentissimo tutti su una nave in balia delle onde, e sapendo che il numero delle scialuppe è limitato, il rischio di affondare ci fa percepire il nostro prossimo come un concorrente, uno che potrebbe salvarsi al nostro posto. La reazione è allora di scacciare dalla nave quelli considerati "di troppo", e pazienza se sono quasi sempre i più vulnerabili. La logica del capro espiatorio - alimentata anche da un uso irresponsabile di parole e immagini, da un´informazione a volte pronta a fomentare odi e paure - funziona così.

 Ci si accanisce su chi sta sotto di noi, su chi è più indifeso, senza capire che questa è una logica suicida che potrebbe trasformare noi stessi un giorno in vittime.

 Vivo con grande preoccupazione questo stato di cose.

 La storia ci ha insegnato che dalla legittima persecuzione del reato si può facilmente passare, se viene meno la giustizia e la razionalità, alla criminalizzazione del popolo, della condizione esistenziale, dell´idea: ebrei, omosessuali, nomadi, dissidenti politici l´hanno provato sulla loro pelle.

 Lo ripeto, non si tratta di "giustificare" il crimine, ma di avere il coraggio di riconoscere che chi vive ai margini, senza opportunità, è più incline a commettere reati rispetto a chi invece è integrato. E di non dimenticare quelle forme molto diffuse d´illegalità che non suscitano uguale allarme sociale perché "depenalizzate" nelle coscienze di chi le pratica, frutto di un individualismo insofferente ormai a regole e limiti di sorta.

 Infine di fare attenzione a tutti gli interessi in gioco: la lotta al crimine, quando scivola nella demagogia e nella semplificazione, in certi territori può trovare sostenitori perfino in esponenti della criminalità organizzata, che distolgono così l´attenzione delle forze dell´ordine e continuano più indisturbati nei loro affari.

Vorrei però anche darLe un segno di speranza.

 Mi creda, sono tante le persone che ogni giorno, nel "sociale", nella politica, nella amministrazione delle città, si sporcano le mani. Tanti i gruppi e le associazioni che con fatica e determinazione cercano di dimostrare che un´altra sicurezza è possibile. Che dove si costruisce accoglienza, dove le persone si sentono riconosciute, per ciò stesso vogliono assumersi doveri e responsabilità, vogliono partecipare da cittadini alla vita comune.

 La legalità, che è necessaria, deve fondarsi sulla prossimità e sulla giustizia sociale. Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi. E il ventilato proposito di istituire un "reato d´immigrazione clandestina" nasce proprio da questo mix di cinismo e ipocrisia: invece di limitare la clandestinità la aumenterà, aumentando di conseguenza sofferenza, tendenza a delinquere, paure.

 Un´ultima cosa vorrei dirLe, cara signora.

 Mi auguro che questa foto che La ritrae insieme ai Suoi cari possa scuotere almeno un po´ le nostre coscienze. Servire a guardarci dentro e chiederci se davvero questa è la direzione in cui vogliamo andare. Stimolare quei sentimenti di attenzione, sollecitudine, immedesimazione, che molti italiani, mi creda - anche per essere stati figli e nipoti di migranti - continuano a nutrire.

La abbraccio, dovunque Lei sia in questo momento, con Suo marito e le Sue bambine.

 E mi permetto di dirLe che lo faccio anche a nome dei tanti che credono e s´impegnano per un mondo più giusto e più umano.

 

Don Luigi Ciotti

Presidente del «Gruppo Abele» e di «Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie»

 

 

 

 

 

Una partenza intelligente.

TRA (Turismo responsabile autogestito) è un progetto dell'Associazione Parole e Musica Onlus che si propone di contribuire a migliorare le condizioni di vita della popolazione residente nella regione di Louga (Senegal), e in particolare nel villaggio di Yeral Fall. Nello specifico il progetto mira ad innescare una crescita socio-culturale ed economica, con l'apporto di una nuova esperienza sostenibile nel settore del turismo responsabile autogestito.

Il progetto prevede la predisposizione e l'organizzazione di viaggi di gruppi di turisti (massimo 12 persone) per conoscere e condividere la cultura senegalese e del villaggio di Yeral Fall in particolare. Tale soggiorno, della durata complessiva di dieci giorni, include l’alloggiamento dei turisti presso le abitazioni del villaggio e la completa condivisione delle tradizioni locali nel rispetto della cultura senegalese. Il progetto prevede la formazione di molti abitanti del villaggio, accuratamente selezionati, che a diversi livelli, permetteranno la realizzazione dello stesso. A ciò si riferisce il termine "autogestito": scopo finale del progetto sarà quello di permettere agli abitanti del villaggio (anche coloro residenti a Torino) di organizzare e gestire i viaggi. Per ogni viaggio che verrà effettuato, al netto delle spese, avanzerà una somma che permetterà alla comunità del villaggio di far fronte alle carenze sanitarie dei membri delle famiglie in difficoltà, di provvedere all’istruzione di tutti i bambini, e ad altre esigenze comuni.

VIAGGIO IN PARTENZA! Dal 3 al 14 luglio si effettuerà un viaggio al villaggio con un gruppo di turisti.

Progetto di lavoro: formazione degli abitanti del villaggio, in particolar modo per quel che riguarda la conoscenza dell'italiano per le famiglie che ospitano e per gli accompagnatori turistici.

Prenotazioni entro il 19 maggio. Per info tra.senegal@gmail.com

P.S. Sempre per questa missione TRA sta cercando un elettricista che possa realizzare l'impianto elettrico del locale dove verranno ristorati i turisti!

 

Travaglio: le voci a sostegno.

Sull'ultimo numero di Micromega c'è questa simpatica vignetta di Vauro e una carrellata di personaggi del mondo della cultura e della politica che sostengono Marco... Bavaglio. Buona lettura.

 

Solidarietà a Marco Travaglio.

Mariano ha scritto un comunicato pubblico in merito agli eventi televisivi che hanno visto Travaglio protagonista durante la trasmissione "Che tempo che fa" del 10 maggio 2008. Lo pubblichiamo di seguito.

  

Torino, 13 maggio 2008

Desidero esprimere la mia solidarietà a Marco Travaglio anche a nome dei rappresentanti della società civile a me vicini. I concetti espressi nella conversazione con Fabio Fazio in televisione non dicono niente di nuovo rispetto a quanto il giornalista ha affermato e scritto finora. Ciò che cambia è il contesto, la prima serata sul canale nazionale, e la forma, parole forti, al limite dell’offesa.

Tra le mie perplessità sul caso specifico risiede l’idea che il riferimento al "contraddittorio" a cui molti soggetti politici si sono appellati non sia tecnicamente corretto: se il problema è la modalità aggressiva, ritengo che si sente offeso debba pretendere delle scuse. Riguardo ai concetti espressi, credo che il tanto invocato "contraddittorio" non appartenga alla modalità dell’informazione. Come prevedere i soggetti nominati dall’intervistato per poter convocare la parte in causa in tempo reale? Inoltre un fatto documentato è incontestabile. Si può piuttosto non trovarlo pertinente. Per questo esiste il diritto di replica, che non può essere che conseguente.

Al di là dei giudizi e delle valutazioni sul caso specifico, mi sembra importante per le voci che rappresento sottolineare e salvaguardare l’importante e serio lavoro che il giornalista svolge da anni. Sarebbe un errore enorme sacrificare tutto il percorso di ricerca e diffusione informativa, servizio di cui siamo enormemente grati a Travaglio. Se così fosse prenderebbe forma in modo consistente l’idea che quanto si scrive sui libri, sui giornali e si dice dopo le dieci di sera non conti. Se così fosse, bisognerebbe ammettere che gli italiani non si informano adeguatamente. Se così fosse, sarebbe facile pilotare l’informazione.

Mariano Turigliatto

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5 per mille in Burkina Faso.

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SOLE Onlus opera da circa tre anni nel mondo del volontariato, dedicando le sue energie a finanziare progetti in Mozambico e in Burkina Faso. Tra i vari progetti, ricordiamo: “Donne e sviluppo in Mozambico”,”Mozambicando, donne in cammino 2006”, “Giovani protagonisti in Mozambico”. Da quest’anno, inoltre, è attivo il progetto “Karina” in Burkina Faso che ha come obiettivo la trasformazione di un’associazione di donne in una piccola impresa per la produzione, trasformazione e commercializzazione del burro di karitè.

 

SOLE Onlus realizza i suoi progetti:

 

  • organizzando mostre, convegni e attività culturali con lo scopo di diffondere la cultura della solidarietà, della pace e della conoscenza reciproca tra i popoli:

     

  • raccogliendo fondi tramite mostre-mercato, bomboniere solidali, promozione dell'artigianato africano e del commercio equo-solidale, donazioni;

     

  • promuovendo il sostegno a distanza dei progetti. 
 

Il Consiglio regionale e la democrazia.

di Eva Milano

I fatti avvenuti in questi giorni durante le sedute del Consiglio Regionale si riflettono sulle comunicazioni dei media, che dipingono giorno per giorno un'immagine negativa dell'organo legislativo e sottolineano i metodi di interazione poco costruttivi dei consiglieri. Una riflessione sulle dinamiche attuate ci sembra importante.

Il sistema democratico prevede il rispetto dei meccanismi che ne regolano il funzionamento. Al tempo per discutere deve seguire il tempo di decidere. Se viene a mancare l'equilibrio tra queste fasi gli organismi che garantiscono la democrazia perdono di credibilità. Il risultato inquietante risiede nella crisi dello stesso sistema democratico.

Il fatto che il Consiglio stia perdendo credibilità di fronte ai cittadini, dunque, è il male minore rispetto al pericolo che possa perdere di vista la sua stessa funzione. In una lettera aperta scritta qualche giorno fa, Juri Bossuto, consigliere di Sinistra Arcobaleno, rivolgeva ai colleghi alcune osservazioni, che sentiamo di condividere, in merito all'ostruzionismo della minoranza per impedire l'approvazione del bilancio di previsione per il 2008 e alla contromisura vigorosa della presidente Bresso pubblicata sui giornali di domenica scorsa.

"Non entro in merito alle ragioni che hanno portato allo stallo i lavori del Consiglio per più giorni, ad ogni cittadino il dovere di informarsi e crearsi un giudizio in merito, ma su una campagna mediatica, purtroppo da noi stessi consiglieri fomentata, che senza dubbio contribuirà a separare ancor più la politica dalle persone reali.

Mi riferisco alla questione stipendi dei consiglieri ed all’occhiello in prima pagina de La Stampa che recita: " Bresso: non votate il bilancio? Ed io vi taglio lo stipendio". In questi giorni con un taglio pericolosamente populista, è stato proposto da alcuni consiglieri la SOSPENSIONE (non la revoca) dello stipendio sin quando non giunge in aula l’esame del bilancio, atto politico fondamentale per qualsiasi ente.

E’ grave la responsabilità di chi si affida ai media con immagini di questo tipo: semplici illusorie soluzioni ad un malessere frutto di ben più intricate e complesse motivazioni. Cosa penseranno oggi i cittadini, se non che lunedì riprendiamo solo per paura di perdere i soldi di indennità: un bell’esempio di come la politica riesce a farsi del male in modo masochistico, e quindi che la minaccia riportata dai giornali, come in una scuola venale e poco morale, abbia sortito i sui effetti.

Il discorso emolumenti non va tirato fuori da taschino solo, e strumentalmente, quando può fare comodo con gli effetti devastanti di cui sopra, ma andrebbe affrontato seriamente parlando di privilegi, rimborsi chilometrici ed autocertificazioni: solo con risposte concrete a questi temi potremmo forse riscattare un luogo democratico, quale è i Consiglio, dal brutto angolo buio e demagogico in cui è stato posto da noi stessi".

 

Un pc per ogni allievo.

Mariano regge a sinistra un OLPC, a destra un Asus Eee PC.

di Mariano Turigliatto
Alla fine del mese di aprile il nostro gruppo ha presentato il progetto per dotare tutti gli studenti del Piemonte, di un computer dalle dimensioni e peso ridotto, a basso costo e basso impatto ambientale, in grado di contribuire sensibilmente a ridurre il divario digitale che ci separa dalle altre nazioni europee. Il progetto – al quale il gruppo regionale Sinistra per l’Unione ha lavorato per diversi mesi – accoglie anche le indicazioni del nuovo ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: "non ci dovrà più essere la documentazione cartacea,ad esempio, le pagelle dovranno essere lette su internet".
Il rapporto del Centro Europa Ricerche "Which way forward after the Lisbon Strategy" ci descrive come l'Italia nel periodo 2000/2007 si trovi all'ultimo posto tra i paesi europei rispetto alla crescita della competitività. Uno dei principali motivi è lo scarso, anzi scarsissimo, utilizzo di internet (nel 2005 il 72% degli italiani non ha mai usato internet – fonte Eurostat 2005 -)".
Il progetto che abbiamo predisposto prende spunto dalla campagna XO - OLPC 'One laptop per child'. Ci siamo fatti spedire dagli Stati Uniti due esemplari del personal computer progettato da Nicholas Negroponte al Mit di Boston per i bambini dei paesi in via di sviluppo e li abbiamo messi a disposizione di bambini di una IV della scuola elementare Don Milani di Rivoli (TO). Ebbene, alla fine delle tre settimane di sperimentazione 18 bambini su 20 hanno dichiarato di preferire XO alla Play Station e PSP. Le motivazioni? I giochi in dotazione sono più intelligenti e possono essere personalizzati. Questa è una parziale dimostrazione di come anche le modalità di apprendimento dei ragazzi sia in costante evoluzione e vada accompagnata da interventi mirati.
L’acquisto degli OLPC è anche un gesto di solidarietà. Infatti per ogni computer comperato, al costo di 150 euro circa, se ne assicura un altro a un bambino in Africa e nei paesi del Terzo Mondo. Da questa attività, è nata l'idea di chiedere alla Regione Piemonte di attivare una serie di progetti pilota per l'utilizzo di pc per la riduzione del divario digitale nel nostro paese considerando che il processo di modifica delle conoscenze deve partire dall'infanzia.
I computer hanno la particolarità di essere leggeri e piccoli come un libro, ma anche tutte le dotazioni di un laptop classico con software per la scrittura, il calcolo, il disegno nonché la possibilità di agganciarsi alla reti wireless per navigare, chattare, giocare on-line e perché no, scaricare libri di testo. La casa editrice Garamond è già disponibile ad alleggerire il peso dello zainetto degli studenti lasciando intatte le tasche dei genitori, anzi, consentendo di scaricare i suoi e-book a € 9,9 permette un notevole risparmio rispetto al testo stampato. Stiamo allestendo un'unità mobile per far toccare con mano il progetto e gli strumenti che servono a metterlo in pratica. Questo avverrà grazie a un tour in camper che attraverserà le città della nostra regione organizzato con l'aiuto del Movimento delle Liste Civiche del Piemonte.
E' importante che la politica si occupi delle cose che servono al Piemonte di domani. Questa iniziativa consente alla nostra regione di raggiungere tutti i bambini con una spesa contenuta per educarli all'uso della tecnologia in modo efficace, e non solo. Xo è anche un promemoria portatile, un filo che collega idealmente i nostri figli con i bambini che risiedono in paesi svantaggiati e che, grazie ai pc portatili, avranno un'occasione per acquisire strumenti necessari all'interazione con il mondo del progresso.

 

Lettera aperta a Gianfranco Morgando, segretario regionale del PD.

Gentile segretario,

ora che la tornata elettorale si è conclusa, con gli esiti dolorosi ben noti, è giunto anche il momento per esprimere – a te e a tutti coloro che hanno responsabilità politiche nell’ambito del centrosinistra piemontese – alcune considerazioni che ho finora tenuto solamente per me. Non ho mai sopportato la ricerca di visibilità attraverso le sparate sui giornali e sono non da ora convinto che le polemiche politiche e le schermaglie personali fra coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali debba trovare sedi diverse da quelle. A maggior ragione quando i protagonisti fanno parte delle stessa area politica.

Credo che il confronto di idee debba avvenire in modo attento, gentile, creativo e disinteressato; credo soprattutto che la politica debba includere chi ne è fuori, valorizzare le competenze e le risorse personali, organizzare l’elaborazione, il tutto semplicemente perché progetta il futuro di tutti; credo che la politica debba cercare sintesi e mediazioni fra interessi contrapposti o complementari senza mai dimenticare la sua funzione superiore rispetto a ciascuna delle parti in gioco; che la politica debba dettare i tempi dell’ascolto, quelli della discussione, quelli dell’elaborazione e quelli della decisione, e che il rispetto di questi tempi renda efficace e utile la partecipazione alle istanze politiche. Credo la nostra politica possa e debba generare entusiasmi e slanci ideali se si sforza di praticare ogni giorno le idee e i valori che dichiara.

Anche per questo avevo provato a partecipare alla fase costituente del Partito Democratico, organizzando una lista che coinvolgeva personaggi interessanti e inconsueti, certamente lontani dal ceto politico di più stretta osservanza: l’esperienza è finita prima di cominciare a causa del rigetto del ceto politico di più stretta osservanza… appunto. Non per questo ho abbandonato l’idea che la scommessa politica del PD fosse quella giusta, ho ridimensionato le aspettative confidando nell’azione riformatrice delle nuove regole che il PD si è dato. In primis le primarie.

In Regione ho sempre sostenuto lealmente la giunta regionale, cercando di sviluppare il ruolo di cerniera fra il mondo delle liste civiche, dell’altra politica, delle associazioni di cittadinanza attiva, delle istanze più innovative che provengono dai nostri comuni: ho perciò presentato proposte di legge in materia di energie rinnovabili, di agricoltura e alimentazione biologica, mi sono occupato di ambiente, di casa, di innovazione nel mondo dell’educazione, di informatica e di reti, eccetera. In questo cercando di sviluppare al meglio il lavoro per cui i cittadini mi hanno eletto. Non ho mai rivendicato alcunché, nemmeno quando il trattamento riservatomi – unico "indipendente" in mezzo ai gruppi derivanti da partiti - è stato palesemente ingiusto. Nel frattempo il gruppo consigliare è diventato riferimento di diverse belle realtà civiche e di quell’altra politica che non dice solo dei no, ma che si organizza per contare e far valere in proprio quelle istanze che per delega non riesce a vedere rappresentate.

Nel corso di questi ultimi mesi – accanto a forze politiche di centrosinistra che in autosufficienza si andavano organizzando al disastro di questi giorni – abbiamo lavorato per tenere insieme gruppi mortificati nella voglia di ascolto e respinti ai margini della partecipazione dalla spocchia di molti dirigenti politici: il disprezzo del mondo civico, naturalmente di serie B rispetto alla politica quella vera dei partiti, la liquidazione di tutte le istanze non conformi come "antipolitica", il trionfo dell’autoerotismo come sostituto del dibattito e dell’ascolto.

E così abbiamo visto i "candidati nominati" al posto delle primarie annunciate, la follia dell’orgoglio democratico che ha regalato Orbassano alla destra, la capitolazione di Roma, le lacrime dei tanti che ci hanno creduto e provato gettando il cuore oltre l’ostacolo. Tutto questo – e molto altro – mentre il dibattito politico si instradava sui regolamenti di conti, sui dibattiti circa il colore di fondo della bandiera di partito, sull’organizzazione di manifestazioni anti-anti-politica.

Proprio di recente un bel gruppo di imprenditori mi ha rieletto presidente del loro consorzio, consentendomi ancora una volta di godere della loro considerazione oltre che di un osservatorio privilegiato sul mondo del lavoro, su come si rapporta alle istituzioni, su come interpreta la burocrazia, l’azione legislativa, insomma l’impatto della governance sul mondo economico, in particolare di quello che sta in trincea tutto il giorno. Anche attraverso i loro occhi ho cercato di leggere come e in che modo il centrosinistra ha evaso i temi centrali dell’oggi: per esempio, il sostegno all’innovazione e alla ricerca, le energie rinnovabili come occasione di sviluppo di ricerca e di rilancio di un sistema formativo che deve ritrovare la sua bussola. Ho anche provato a offrire alcuni contributi derivanti da questa osservazione, senza apprezzabili successi. Ho cercato però di saldare queste osservazioni con la voglia di ambiente, con la ricerca di forma di partecipazione dal basso, col desiderio di rinnovamento e di coerenza che derivano dagli altri mondi che cerco di seguire e a cui voglio bene.

Le elezioni ci consegnano un centrosinistra in crisi nera, di leadership, di interlocuzione sociale, di rappresentanza, di capacità di sintesi, di simpatia.

Ti propongo – in questo raccogliendo con piacere alcune tue recenti dichiarazioni ai giornali torinesi – di avviare un confronto serrato con il mondo di cui sopra, in modo da aprire una nuova stagione politica, perché, credimi, senza un profondo cambiamento di metodo non ci saranno idee e progetti che potranno riscattare la politica della sinistra e perciò affermare quegli ideali di giustizia sociale e di voglia di futuro che ne sono la ragione fondante. C’è bisogno di cambiare, di andare oltre ciò che resta dei centralismi e delle oligarchie. Anche perché un bisogno di politica e di riscatto quando non trova interlocuzione si organizza diversamente.

Con simpatia e amicizia.

Mariano Turigliatto

 

Un pc per ogni allievo.

Mariano regge a sinistra un OLPC, a destra un Asus Eee PC.

di Mariano Turigliatto
Alla fine del mese di aprile il nostro gruppo ha presentato il progetto per dotare tutti gli studenti del Piemonte, di un computer dalle dimensioni e peso ridotto, a basso costo e basso impatto ambientale, in grado di contribuire sensibilmente a ridurre il divario digitale che ci separa dalle altre nazioni europee. Il progetto – al quale il gruppo regionale Sinistra per l’Unione ha lavorato per diversi mesi – accoglie anche le indicazioni del nuovo ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: "non ci dovrà più essere la documentazione cartacea,ad esempio, le pagelle dovranno essere lette su internet".
Il rapporto del Centro Europa Ricerche "Which way forward after the Lisbon Strategy" ci descrive come l'Italia nel periodo 2000/2007 si trovi all'ultimo posto tra i paesi europei rispetto alla crescita della competitività. Uno dei principali motivi è lo scarso, anzi scarsissimo, utilizzo di internet (nel 2005 il 72% degli italiani non ha mai usato internet – fonte Eurostat 2005 -)".
Il progetto che abbiamo predisposto prende spunto dalla campagna XO - OLPC 'One laptop per child'. Ci siamo fatti spedire dagli Stati Uniti due esemplari del personal computer progettato da Nicholas Negroponte al Mit di Boston per i bambini dei paesi in via di sviluppo e li abbiamo messi a disposizione di bambini di una IV della scuola elementare Don Milani di Rivoli (TO). Ebbene, alla fine delle tre settimane di sperimentazione 18 bambini su 20 hanno dichiarato di preferire XO alla Play Station e PSP. Le motivazioni? I giochi in dotazione sono più intelligenti e possono essere personalizzati. Questa è una parziale dimostrazione di come anche le modalità di apprendimento dei ragazzi sia in costante evoluzione e vada accompagnata da interventi mirati.
L’acquisto degli OLPC è anche un gesto di solidarietà. Infatti per ogni computer comperato, al costo di 150 euro circa, se ne assicura un altro a un bambino in Africa e nei paesi del Terzo Mondo. Da questa attività, è nata l'idea di chiedere alla Regione Piemonte di attivare una serie di progetti pilota per l'utilizzo di pc per la riduzione del divario digitale nel nostro paese considerando che il processo di modifica delle conoscenze deve partire dall'infanzia.
I computer hanno la particolarità di essere leggeri e piccoli come un libro, ma anche tutte le dotazioni di un laptop classico con software per la scrittura, il calcolo, il disegno nonché la possibilità di agganciarsi alla reti wireless per navigare, chattare, giocare on-line e perché no, scaricare libri di testo. La casa editrice Garamond è già disponibile ad alleggerire il peso dello zainetto degli studenti lasciando intatte le tasche dei genitori, anzi, consentendo di scaricare i suoi e-book a € 9,9 permette un notevole risparmio rispetto al testo stampato. Stiamo allestendo un'unità mobile per far toccare con mano il progetto e gli strumenti che servono a metterlo in pratica. Questo avverrà grazie a un tour in camper che attraverserà le città della nostra regione organizzato con l'aiuto del Movimento delle Liste Civiche del Piemonte.
E' importante che la politica si occupi delle cose che servono al Piemonte di domani. Questa iniziativa consente alla nostra regione di raggiungere tutti i bambini con una spesa contenuta per educarli all'uso della tecnologia in modo efficace, e non solo. Xo è anche un promemoria portatile, un filo che collega idealmente i nostri figli con i bambini che risiedono in paesi svantaggiati e che, grazie ai pc portatili, avranno un'occasione per acquisire strumenti necessari all'interazione con il mondo del progresso.

 

Un pc per ogni allievo.

Mariano regge a sinistra un OLPC, a destra un Asus Eee PC.

di Mariano Turigliatto
Alla fine del mese di aprile il nostro gruppo ha presentato il progetto per dotare tutti gli studenti del Piemonte, di un computer dalle dimensioni e peso ridotto, a basso costo e basso impatto ambientale, in grado di contribuire sensibilmente a ridurre il divario digitale che ci separa dalle altre nazioni europee. Il progetto – al quale il gruppo regionale Sinistra per l’Unione ha lavorato per diversi mesi – accoglie anche le indicazioni del nuovo ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: "non ci dovrà più essere la documentazione cartacea,ad esempio, le pagelle dovranno essere lette su internet".
Il rapporto del Centro Europa Ricerche "Which way forward after the Lisbon Strategy" ci descrive come l'Italia nel periodo 2000/2007 si trovi all'ultimo posto tra i paesi europei rispetto alla crescita della competitività. Uno dei principali motivi è lo scarso, anzi scarsissimo, utilizzo di internet (nel 2005 il 72% degli italiani non ha mai usato internet – fonte Eurostat 2005 -)".
Il progetto che abbiamo predisposto prende spunto dalla campagna XO - OLPC 'One laptop per child'. Ci siamo fatti spedire dagli Stati Uniti due esemplari del personal computer progettato da Nicholas Negroponte al Mit di Boston per i bambini dei paesi in via di sviluppo e li abbiamo messi a disposizione di bambini di una IV della scuola elementare Don Milani di Rivoli (TO). Ebbene, alla fine delle tre settimane di sperimentazione 18 bambini su 20 hanno dichiarato di preferire XO alla Play Station e PSP. Le motivazioni? I giochi in dotazione sono più intelligenti e possono essere personalizzati. Questa è una parziale dimostrazione di come anche le modalità di apprendimento dei ragazzi sia in costante evoluzione e vada accompagnata da interventi mirati.
L’acquisto degli OLPC è anche un gesto di solidarietà. Infatti per ogni computer comperato, al costo di 150 euro circa, se ne assicura un altro a un bambino in Africa e nei paesi del Terzo Mondo. Da questa attività, è nata l'idea di chiedere alla Regione Piemonte di attivare una serie di progetti pilota per l'utilizzo di pc per la riduzione del divario digitale nel nostro paese considerando che il processo di modifica delle conoscenze deve partire dall'infanzia.
I computer hanno la particolarità di essere leggeri e piccoli come un libro, ma anche tutte le dotazioni di un laptop classico con software per la scrittura, il calcolo, il disegno nonché la possibilità di agganciarsi alla reti wireless per navigare, chattare, giocare on-line e perché no, scaricare libri di testo. La casa editrice Garamond è già disponibile ad alleggerire il peso dello zainetto degli studenti lasciando intatte le tasche dei genitori, anzi, consentendo di scaricare i suoi e-book a € 9,9 permette un notevole risparmio rispetto al testo stampato. Stiamo allestendo un'unità mobile per far toccare con mano il progetto e gli strumenti che servono a metterlo in pratica. Questo avverrà grazie a un tour in camper che attraverserà le città della nostra regione organizzato con l'aiuto del Movimento delle Liste Civiche del Piemonte.
E' importante che la politica si occupi delle cose che servono al Piemonte di domani. Questa iniziativa consente alla nostra regione di raggiungere tutti i bambini con una spesa contenuta per educarli all'uso della tecnologia in modo efficace, e non solo. Xo è anche un promemoria portatile, un filo che collega idealmente i nostri figli con i bambini che risiedono in paesi svantaggiati e che, grazie ai pc portatili, avranno un'occasione per acquisire strumenti necessari all'interazione con il mondo del progresso.

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di Mariano Turigliatto
Alla fine del mese di aprile il nostro gruppo ha presentato il progetto per dotare tutti gli studenti del Piemonte, di un computer dalle dimensioni e peso ridotto, a basso costo e basso impatto ambientale, in grado di contribuire sensibilmente a ridurre il divario digitale che ci separa dalle altre nazioni europee. Il progetto – al quale il gruppo regionale Sinistra per l’Unione ha lavorato per diversi mesi – accoglie anche le indicazioni del nuovo ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: "non ci dovrà più essere la documentazione cartacea,ad esempio, le pagelle dovranno essere lette su internet".
Il rapporto del Centro Europa Ricerche "Which way forward after the Lisbon Strategy" ci descrive come l'Italia nel periodo 2000/2007 si trovi all'ultimo posto tra i paesi europei rispetto alla crescita della competitività. Uno dei principali motivi è lo scarso, anzi scarsissimo, utilizzo di internet (nel 2005 il 72% degli italiani non ha mai usato internet – fonte Eurostat 2005 -)".
Il progetto che abbiamo predisposto prende spunto dalla campagna XO - OLPC 'One laptop per child'. Ci siamo fatti spedire dagli Stati Uniti due esemplari del personal computer progettato da Nicholas Negroponte al Mit di Boston per i bambini dei paesi in via di sviluppo e li abbiamo messi a disposizione di bambini di una IV della scuola elementare Don Milani di Rivoli (TO). Ebbene, alla fine delle tre settimane di sperimentazione 18 bambini su 20 hanno dichiarato di preferire XO alla Play Station e PSP. Le motivazioni? I giochi in dotazione sono più intelligenti e possono essere personalizzati. Questa è una parziale dimostrazione di come anche le modalità di apprendimento dei ragazzi sia in costante evoluzione e vada accompagnata da interventi mirati.
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E' importante che la politica si occupi delle cose che servono al Piemonte di domani. Questa iniziativa consente alla nostra regione di raggiungere tutti i bambini con una spesa contenuta per educarli all'uso della tecnologia in modo efficace, e non solo. Xo è anche un promemoria portatile, un filo che collega idealmente i nostri figli con i bambini che risiedono in paesi svantaggiati e che, grazie ai pc portatili, avranno un'occasione per acquisire strumenti necessari all'interazione con il mondo del progresso.

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Stasera al Regio, IN RICORDO DI PEPPINO IMPASTATO.

di Stefano Zanotto

Trent’anni fa, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, la mafia uccideva Peppino Impastato. Il 5 maggio una serata di musica e teatro al Regio di Torino ricorderà la figura di questo straordinario giornalista e attivista politico (vedi pop up), che ha pagato con la vita il coraggio delle sue denunce contro Cosa nostra. Alla serata organizzata da Libera Piemonte si esibiranno o interverranno, tra gli altri, Boosta dei Subsonica, Marco Berry, Giancarlo Caselli, Luigi Ciotti. Il ricavato sarà impiegato per la gestione dei beni confiscati alle mafie in Piemonte.

Peppino Impastato nacque nel 1948 a Cinisi (Palermo). Ben presto prese le distanze dall’appartenenza della sua famiglia a Cosa nostra. Si impegnò nella militanza politica (aderì prima al Psiup, poi al gruppo Nuova sinistra, infine a Democrazia proletaria) e nell’organizzazione di attività culturali, in cui denunciava gli interessi della mafia nel territorio di Cinisi, feudo del boss Gaetano Badalamenti, riconosciuto solo nel 2002 come mandante del suo omicidio. Un omicidio che forze dell’ordine, magistratura e mass media bollarono dapprima come incidente occorso durante la preparazione di un attentato terroristico (Impastato fu ucciso con una carica di tritolo sui binari della ferrovia), in seguito come suicidio. Col tempo è stata resa giustizia alla memoria di Impastato: gli è stato intitolato il Centro siciliano di documentazione sulla mafia, gli è stato dedicato un film di successo come I cento passi e soprattutto le sentenze della magistratura hanno infine ricostruito la verità dei fatti.

Peppino Impastato non è l’unico giornalista morto per mano della criminalità organizzata in Italia. Altri otto hanno pagato con la vita la loro attività di informazione. A pochi giorni dal V-day con cui Beppe Grillo ha denunciato misfatti e privilegi della "casta" e del sistema massmediatico italiano, ci sembra giusto ricordare quei giornalisti che il loro dovere lo hanno fatto fino in fondo. Il primo a cadere sotto i colpi dei sicari mafiosi è stato Cosimo Cristina nel 1960; hanno condiviso la stessa sorte Mauro De Mauro, fratello del linguista ed ex ministro Tullio, Mario Francese, assassinato per ordine dei corleonesi, Giovanni Spampinato, ucciso a soli 25 anni, Pippo Fava, fondatore della testata I Siciliani. Il napoletano Giancarlo Siani è invece morto per mano della Camorra; nel caso di Mauro Rostagno ci sono stati, come per Impastato, tentativi di depistaggio delle indagini. L’ultimo a cadere è stato il messinese Beppe Alfano nel 1993.

Minacce e intimidazioni le ricevono anche oggi giornalisti e scrittori come il napoletano Roberto Saviano, autore del best seller Gomorra, e il palermitano Lirio Abbate. Le mafie, oggi come ieri, non tollerano che si parli dei loro affari e dei loro interessi. Sanno che denuncia e informazione possono produrre cambiamenti culturali e possono intaccare il consenso o quantomeno la tolleranza di cui ancora godono nel nostro Paese.

 

IL VENTO DEL NORD.

Chi sono i deboli? Di chi si dovrebbe occupare la sinistra oggi? una possibile risposta nell'editoriale del nuovo numero di Punto di Vista.

di Mariano Turigliatto

 

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Parole e Musica Onlus, promuove attività di solidarietà e cooperazione nelle realtà locali e internazionali finalizzati al sostegno di soggetti svantaggiati, assistenza sociale e/o socio-sanitaria, beneficenza e tutela dei diritti civili.

 

 

 

Dal 1992 siamo presenti nel villaggio di Yeral Fall in Senegal, dove abbiamo costruito una scuola e ogni anno inviamo medicine, integratori nutrizionali, vestiario e materiale didattico. Nell’ottobre 2007 abbiamo firmato un protocollo di partenariato con la ONG Belga Acquaved per le verifiche sul luogo del nostro progetto e operato per l’organizzazione di viaggi equo/solidali i cui utili sono messi a disposizione del villaggio per sanità e istruzione (attualmente sono 66 i bambini che frequentano regolarmente la scuola). Questo progetto si propone di contribuire a migliorare le condizioni di vita della popolazione residente nella regione di Louga (Senegal) e in particolare nel villaggio di Yeral Fall.

 

Per quanto riguarda la realtà locale i nostri soci volontari sono impegnati nell’inserimento dei Rom nel nostro territorio dando loro un aiuto, assistenziale (ricerca di un lavoro), medico, seguendo e facendo in modo che i bambini rom frequentino la scuola. Su questi progetti, aderiamo e collaboriamo con le associazioni Terra del fuoco, Nutripà e le comunità parrocchiali.

 

Organizziamo inoltre un concorso letterario nazionale, Racconti Corsari, con i contributi del Comune di Caselle (TO) e della Regione Piemonte, finalizzato a una raccolta fondi da devolvere in beneficenza. Quest’anno siamo alla IV^ edizione del concorso ed il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto all’Associazione U.G.I. (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini).

Per saperne di più http://www.paroleemusica.org/