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Deboli.

Chi sono i veri deboli? Questa è la domanda cui - a sinistra - non si riesce più a dare una risposta condivisa.

Luca Ricolfi, La Stampa 18 settembre 2007

 

Punto di Vista.

E' USCITO IL NUMERO 9!

Notizie da Asti, Cuneo, Avigliana, Bussoleno, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Rivalta, Rivoli, Santena, Venaria

Editoriale - Il vento del Nord di Mariano Turigliatto

Il presidio di Libera - Acmos per Pino Masciari, collaboratore di giustizia

Il bando regionale sui mutui casa

 

Lopinione: GRILLO HA RAGIONE PERO....

di Patrizio Brusasco

Si è consumato quest'anno il più particolare dei 25 aprile, tra paventati revisionismi e le solite polemiche ideologiche di parte, ma con la grande novità del V-day del "guru" Beppe Grillo che ha preso in senso figurato il giorno della Liberazione, proponendo una liberazione dalla cattiva informazione che, giocoforza, attanaglia in nostro Belpaese.

Non poteva mancare, com'è ovvio che fosse, la levata di scudi da parte dell'Ordine dei Giornalisti e delle varie testate giornalistiche di carta stampata piuttosto che di emittenza radiotelevisiva. Ora, al di là, delle giuste osservazioni mosse dal comico genovese, anche se a volte i toni sono sembrati un po' eccessivi, ma vanno compresi nella semiotica del testo del copione teatrale o della recita a soggetto, non si può fare a meno di dedurre alcune facili considerazioni:

La prima è che è tutto il sistema Italia che è profondamente malato, e il sistema informativo rappresenta un tassello, certamente importantissimo, ma non l'unico, soprattutto se si pensa che l'informazione trasmette - e qui si denuncia drammaticamente tutta la sua grave passività di fronte al sistema - le varie realtà nonché i meri interessi socio-politici ed economici italici; ne rappresenta dunque l'anello terminale! 

 

Per ora tengo i bambini lontano dallinformatica.

Dario Zucchini ci ha inviato una simpatica ma efficace riflessione sulla reticenza alla tecnologia da parte di alcuni genitori. E' stato pubblicato sul sito di Dschola nei giorni del Festival della Scienza di Grugliasco che si è concluso pochi giorni fa a Grugliasco. Ve lo trasmettiamo...

In occasione del festival della scienza e tecnologia di Grugliasco ho mandato parecchi inviti via mail e, da un amico, ho ricevuto una risposta del tipo "Per ora tengo i bambini lontani dall’informatica, non voglio che si rovinino subito…"
Da subito volevo precisare che l’informatica era solo uno dei tantissimi argomenti trattati al festival, forse perfino quello meno rappresentato ma sicuramente il più trasversale ma poi sono stato allo spirito della battuta e gli ho risposto di essere ancora più coerente con questa scelta. Tenere i bambini lontani dall’informatica è una scelta molto impegnativa, ecco allora un possibile decalogo per gli adulti che vogliono fanciulli "unplugghed":

Evitare la metropolitana di Torino (è comandata da un computer)

Non usare automobili Euro 1,2,3,4,5 (per non inquinare i moderni motori sono controllati da un computer – chiamato "centralina")

Non usare automobili con ESP e ABS (la frenata e la sbandata sono controllate da un computer che non si vede ma ci salva la vita)

Non usare imbarcazioni più grosse di un gommone (anche le barche a vela hanno sistemi informatici di navigazione satellitare sofisticatissimi)

Non usare i navigatori satellitari ed il TelePass

Niente TV digitale terrestre e satellitare, niente DVD e niente alte definizione (è tutto "digitale" e compresso con algoritmo informatico)

Niente telefonini, Gameboy, Playstation e Xbox

Niente iPod, Mp3, CD e radio (i dischi sono incisi e trasmessi in digitale)

Niente lavatrice, frigorifero e forni a microonde con display e pulsantini (ammessi solo quelli con le manopole)

Niente acquisti on-line, carta di credito e bancomat in presenza di bambini

Si potrebbe continuare a lungo ma di questi tempi, tenere i bambini lontani dall’informatica è diventato veramente impossibile.

In una recente ricerca commissionata dalla Logitech risulta che gli italiani si circondano volentieri di tecnologia che non sono in grado di controllare. Aiutati dalle false idee molto snob del tipo "il computer mi serve solo per scrivere" e "il computer mi vanto di non usarlo" ignoriamo che tutti gli oggetti che usiamo quotidianamente esistono grazie all’informatica e non ci preoccupiamo minimamente di capire come questi funzionino.

Per certi aspetti il problema potrebbe essere perfino etico: nel mondo ci sono più di 20 miliardi di microprocessori attivi che, ogni millisecondo, controllano, gestiscono e prendono decisioni. Spesso da queste decisioni impercettibili dipendono la vita e la salute delle persone. E tutto questo accade con soltanto una piccola parte dell’umanità in grado di controllare e di programmare questi microprocessori…

 

25 aprile.

Che programmi avete per oggi?

Se siete a Torino vi proponiamo due eventi, quello istituzionale e quello off. Il Consiglio Regionale organizza il consueto appuntamento per ricordare la liberazione in piazza Castello.

Ma non dimenticate di fare un giro al V2Day, in piazza San Carlo, organizzato dal meetup di Beppe Grillo di Torino. Una giornata di raccolta firme per i tre referendum a tutela del diritto di informazione.

Vday

Sebbene le due piazze si schierino come rappresentanti di forze e volontà opposte, vogliamo presentarvi i due eventi insieme. Perché la cosa più importante è sostenere le intenzioni valide per il bene comune senza pregiudizi, da una parte e dall'altra.

 

Pericolo vivisezione.

di Dida Neirotti

Malgrado numerose e ormai consolidate evidenze scientifiche circa l'inutilità, nel migliore dei casi,e la crudeltà, sempre, della vivisezione, questa continua ad essere una pratica purtroppo diffusa e finanziata soprattutto nel mondo cosiddetto civile ed industrializzato.

Per questo vi invitiamo ad essere molto attenti nel devolvere il 5 per 1000 della dichiarazione dei redditi per non rischiare di finanziare associazioni, enti e università che coltivano ancora questa pratica indegna di paesi cosiddetti civili!

Maggiori informazioni ed un elenco di enti da evitare sul sito di Agireora  e Novivisezione.

 

VOGLIA DI LISTE CIVICHE.

di Patrizio Brusasco

Torna la voglia, il bisogno delle liste civiche! Lo abbiamo appreso dalla viva voce del segretario regionale del Partito Democratico, Gianfranco Morgando, nell'intervista di oggi su Repubblica, in cui dichiarava: "Prioritario il tema delle alleanze, anche attraverso accordi con liste civiche sui diversi territori".

Dichiarazione che non può che rallegrare il presidente del gruppo Sinistra per l'Unione, Mariano Turigliatto, promotore ante litteram delle liste civiche nonché sempre eletto nei vari incarichi istituzionali - sindaco al Comune di Grugliasco e ora Consigliere regionale -attraverso l'appartenenza alle più dirette rappresentanti del popolo, le liste civiche per l'appunto.

Sarà stato l'effetto delle recenti elezioni politiche; sarà il nuovo vento che da po' aleggia su tutte le istituzioni tradizionali e sui partiti di vecchia concezione; sarà che il successo leghista impone un maggior rapporto con le autonomie locali e con i suoi cittadini; sarà che esiste, al pari di quella meridionale,  una questione settentrionale; sarà che si è in cerca di un ulteriore consenso politico che sempre più deve radicarsi sul territorio; sarà per via della famigerata sussidiarietà, a cui i politici sempre più rimandano, almeno nei loro discorsi; sarà anche il caso, ma certo è che il vento dell'antipolitica, dei grillismi di sorta e delle denunce alle varie caste italiane, impone un riposizionamento della politica verso i reali bisogni di quello che, linguisticamente e terribilmente, si suol definire il popolo che, guarda caso, ingloba senza pietà noi tutti.

Il passato, il vissuto di Mariano Turigliatto fa rima con liste civiche; sono profondamente radicate nel suo animo. Certo non è il solo e unico fautore di questa risorsa politica che invero, a macchia di leopardo, si spinge in tutti gli angoli della nostra regione con l'operato e la tenacia di molti liberi cittadini che hanno a cuore le politiche del loro territorio.

Molti infatti ricorderanno il convegno organizzato dal nostro gruppo lo scorso 2 febbraio presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, in cui si incontrarono e si confrontarono le liste civiche del Piemonte (circa 50 all'epoca!), e senza contare la gradita e importante presenza di Pancho Pardi, grande ideologo delle liste civiche, e l'indiretta presenza di Rita Borsellino, coordinatrice delle liste civiche siciliane.

Ne nacque un coordinamento regionale, con lo scopo di cominciare a contarsi, di aggregare nuovi soggetti politici, e di ipotizzare scenari futuri o futuribili piuttosto ravvicinati, come le provinciali torinesi del prossimo anno. Ma qualcuno provò anche la scommessa delle recenti elezioni politiche, per quanto concerne il Senato che, come è risaputo, viene calcolato su base regionale, con l'unico scopo di cominciare a esistere nel concreto e non solo nella "galleria del vento".

 

 

La primavera studentesca.

di Eva Milano

Ieri si è svolta in molte piazze d'Italia la manifestazione organizzata da Progetto Nazionale Prometeo in favore dell'abolizione del numero chiuso all'università. Un gran numero di personalità note del mondo della cultura, della politica e del sociale si sono mobilitate per sostenere l'accesso a un diritto che è stato negato con la legge 624/99. A Torino c'eravamo anche noi, per dare il nostro appoggio all'iniziativa contro questa misura nata per garantire una maggiore qualità dell'insegnamento superiore, ma che mostra oggi di avere ampiamente fallito i suoi scopi. Questo il senso dell'intervento di Mariano, che ha ricordato come il sistema universitario italiano non abbia tratto vantaggi dalla trasformazione avvenuta in questi anni, che, anzi, ha prodotto un impoverimento culturale dalle dimensioni preoccupanti.

Vi rimandiamo al documento di presentazione del Progetto Prometeo, che recita: "Il Progetto Prometeo nasce da un gruppo di volontari impegnati a ripristinare la legalità violata dalla legge 264/99 sul numero chiuso, che viene a negare il diritto allo studio e la libertà di scelta dello studente, definita “sacrosanto diritto” dallo stesso Ministro Mussi. Tale sacralità è infatti nei principi della democrazia periclea (quindi imprescindibile in qualsiasi democrazia) ed è sancito anche dall’art.3 della nostra Costituzione. Il numero chiuso universitario è un atto incostituzionale, antidemocratico, immorale e gravemente discriminante a livello sociale. Va assolutamente e al più presto abolito".

 

Sprechi.

Il post che vi proponiamo oggi proviene dal sito di Paolo Turati, che sottolinea un tasto dolente dell'organizzazione regionale, ossia il ravvisamento di grandi sprechi così come è stato in una recente occasione pubblicamente segnalato dalle associazioni dei consumatori.

di Paolo Turati

Che debbano risultare le Associazioni dei consumatori come denuncianti istituzionali (hanno preannunciato l’intenzione di adire in merito alla Corte dei Conti) degli sprechi degli ultimi tre anni in campo consumeristico dell’Ente regionale piemontese (il quale in parte non disprezzabile ne finanzia l’attività nei confronti del pubblico ed i relativi sportelli) è una contingenza che merita di venir segnalata.

E’ quello che è accaduto giovedì 17 aprile (noi c'eravamo), durante la conferenza stampa promossa a Torino da Associazione Consumatori Piemonte, Adiconsum, Acu, Adoc Piemonte e Movimento Consumatori.

Goccia che ha fatto traboccare il vaso, rilevano dall’Associazione Consumatori Piemonte, tre "operazioni" della Regione Piemonte che, in ordine di grandezza, sono costate, rispettivamente, circa 200 mila Euro, quasi 60 mila Euro e oltre 11 mila Euro, in assenza di reale utilità per il sistema del consumerismo regionale. Seguono alcuni dettagli.

Due milioni di pieghevoli divulgativi, prodotti senza una progettazione distributiva, giacciono da tempo inutilizzati presso le sedi delle Associazioni.

La Regione imputa alle associazioni stesse la responsabilità della mancata distribuzione ma erano state le stesse Associazioni (alle quali si può chiedere al massimo di esporre i pieghevoli nelle proprie sedi e non certo di girare la città per distribuirli) a mettere in guardia dell’inutilità di produrre una tale massa cartacea, sostanzialmente non distribuibile.

Un sito internet (Progetto Infocons), costato alle casse regionali oltre 57.000 Euro nel 2006, che è stato utilizzato per dieci contatti in totale (con un costo consulenziale per unità di 5.700 Euro).

Sessanta targhe di alluminio, per gli altrettanti sportelli delle Associazioni convenzionati con la Regione, costate 11.900 Euro quando, per un prodotto equivalente e, anzi, qualitativamente anche un po’ superiore, una qualunque tipografia avrebbe preteso al massimo 1.800 Euro + Iva.

Ma c’è anche altro fra le varie lamentazioni ed i vari responsabili degli enti associativi non hanno lesinato particolari. Il rappresentante di Acu ha denunciato una convenzione con la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, costata 233 mila Euro (oltre ad un contratto aggiuntivo di fornitura di servizi da terzi del costo di ulteriori 30 mila Euro), che ha dato esiti di funzionalità di servizio di totale inefficienza (irreperibilità del centro documenti, segreteria non funzionante, corsi sporadici –8, di tre ore- con al massimo 7 persone a frequentarli): considerando che questa spesa rappresenta la metà del Progetto "Scuola del consumo consapevole", è naturale che, osserva l’Acu, di fastidio nell’ambiente ne serpeggi.

Adoc Piemonte segnala poi come la decisione di elevare il numero degli sportelli per il consumatore a 60 (finanziandoli con 10mila Euro annui a sportello e con tetto massimo di 6 sportelli per Associazione), abbia favorito la proliferazione di nuovi enti associativi ma, al tempo stesso, ogni singolo sportello risulti in questo modo finanziato in maniera assolutamente insufficiente rispetto ai costi da sostenere per fornire un servizio adeguato.

In conclusione, evidenziano a loro volta dal Movimento Consumatori e dall’Adiconsum, è un dato consolidato che solo il 20% del finanziamenti regionali siano utilizzati a copertura, malpagata, del costo per il servizio istituzionale a favore del consumatore e che il resto si perda in rivoli di spese e sprechi strapagati quali quelli di cui sopra.

 

GIU LE MANI DALLO STUDIO!.

di Patrizio Brusasco

Si possono accettare crimini di ogni tipo poiché connaturati alla bestialità umana; si possono accettare soprusi per ogni motivazione che sia, ma sempre legata alla umana bestialità. Non si può accettare il crimine che stanno perpetrando in Italia ormai da molti anni, vale a dire L'UCCISIONE DEL DIRITTO ALLO STUDIO! Un CRIMINE gravissimo, soprattutto nella società di oggi, quanto mai affamata di sapere, come radice e unica fonte di sviluppo presente e futuro, in primis umano poiché lo studio, di per sé, rimane altamente formazione dell'individuo e della persona, anche se sempre più spesso si trasforma in esercizio di potere di qualsivoglia natura.

Che il suk dei numeri chiusi all'Università sia uno scempio dell'intelligenza, è cosa arcinota e che nasce da inaccettabili logiche di lobby e di difesa dei propri feudi baronali, a partire dall'arroganza debordante di una classe docente accademica sempre più esautorata dal suo blasone e sempre più attenta a logiche extra-intellettive, legate allo scambio di interessi privati e a mercimoni corporei che si consumano vergognosamente in tutti gli Atenei di ogni facoltà. Ma non è il caso di dilungarci su un tema che necessiterebbe di un ipertesto piuttosto che di uno striminzito articolo su web!

Il massimo del clamore lo suscitò il medico Massimo Citro che, plurilaureato con lode e mai dimentico delle sane conoscenze umanistiche, affrontò il test di medicina a Torino per dimostrarne l'assurdità, quando non anche - è cronaca di questi tempi - le irregolarità di ogni tipo e il mercimonio che vi era dietro (il discorso peraltro si proietta bene anche sulle scuole di specializzazione e sull'ingresso nel mondo del lavoro - almeno quello tradizionale e non precario - e sul prosieguo della carriera di ogni individuo!!!!!). E' chiaro che il medico Citro, anzi l'alunno Citro, non passò il test: troppo difficile, complicato e volutamente astruso!

 

Vedo nero.

di Eva Milano

Il nero va di moda, e in questi giorni è sicuramente il tono che corrisponde all'umore di molti italiani (ma meno della metà...). Anche on-line il nero impazza. Provate a impostare la vostra ricerca su motori come Blackr (ex Neroogle) o Scuroogle (Google nero). Il vostro pc acquisterà in eleganza, non c'è dubbio, e se usate uno schermo tradizionale contribuite al risparmio energetico (per quanto riguarda gli schermi a cristalli liquidi, invece, non c'è differenza di consumo). L'idea è buona, in fondo l'unico motivo della dominanza del bianco come sfondo, se ci si pensa, è l'analogia con il colore della carta. Forse il valore di questa novità è tutto qui, perché purtroppo non ce ne sono altre e la ricerca sfocia invariabilmente su pagine bianchissime o coloratissime, come al solito. Inoltre, è probabile che questo trend prenda il sopravvento, ammesso che succeda, mentre i vecchi schermi cadranno in disuso, fattore che con ogni probabilità sarà definitivamente più risolutivo. In ogni caso ci piace, perché è bello e perché ci ricorda che le cose non sono per forza come ce le ritroviamo davanti.

 

COHOUSING, I CONDOMINI SOSTENIBILI.

di Stefano Zanotto

Le relazioni all’interno di un condominio non sempre sono facili. Chi ha mai partecipato a una riunione lo sa bene: non è difficile assistere in queste occasioni a scene fantozziane, con arzilli vecchietti che si trasformano in scalmanati ultrà. Per ovviare a tutto questo, una soluzione potrebbe essere quella di scegliere i vicini di casa con cui si andrà ad abitare. Non è una fantasia campata in aria: questo è ciò che già accade nelle esperienze di cohousing, nate in Danimarca tra gli anni 60 e 70 e diffusesi poi in diverse altre parti del mondo, Italia compresa.

Le comunità di cohousing consistono in 20-40 unità abitative a cui si affiancano una serie di spazi e servizi comuni. Famiglie o single che decidono di andare a vivere in cohousing si incontrano e si conoscono prima di andare ad abitare, progettando insieme, in maniera partecipata, sia gli aspetti architettonici dell’abitato sia quali spazi e servizi condividere. A seconda dei casi possono essere in comune la lavanderia, orti o altri spazi verdi, automobili o biciclette, magazzini per un eventuale gruppo di acquisto. Oppure si possono organizzare servizi interni all’abitato come ad esempio un micro-nido o una palestra.

Da un modo di vivere di questo tipo derivano vantaggi di diverso ordine per gli inquilini: economici, ecologici, sociali. È un modo per recuperare la dimensione della socializzazione, della convivialità, in contrapposizione allo stile di vita imperante improntato all’individualismo; condividere beni e servizi comporta meno sprechi, meno rifiuti, e può essere una risposta alle difficoltà che le famiglie di oggi, pressate da tempi e ritmi frenetici, incontrano spesso nella loro quotidianità.

Se volete saperne di più su questo modello di insediamento abitativo sostenibile vi segnaliamo alcuni siti: www.coabitare.org, www.cohousing.it (su questo sito si presenta un progetto per un villaggio in cohousing a Bruino, alle porte di Torino), www.ispcohousing.org.

 

OGM: ja(mais).

di Paolo Turati

Le conclusioni del recente rapporto di Nòmisma sull’approvvigionamento di mais nel medio periodo, con particolare riferimento al fenomeno italiano, mettono in rilievo criticità di cui non si può non tener conto in rapporto alla vita stessa di tutti i giorni per la nostra popolazione.
Innanzitutto, i margini per rimanere un Paese "non ogm", diventeranno sempre più limitati, dal
momento che la previsione di medio periodo sulla produzione mondiale di mais non ogm risulta, nella migliore delle ipotesi, attestarsi sulla metà di quella attuale, con il differenziale del prezzo rispetto all’omologa granella ogm che esorbiterà ben più che l’attuale 5%.

E’ una previsione che reca con sé ulteriori complessità, in particolar modo per quanto riguarda l’Italia, stanti le contestuali problematiche di resa collegate all’emergenza idrica ed alle applicazioni della normative europea sui nitrati e sui limiti di tolleranza delle micotossine per il mais destinato all’alimentazione. I numeri sono, in effetti, impietosi: da un tasso di autoapprovvigionamento di mais del 98% nel 2001, siamo passati all’ 86% nel 2006, in presenza dell’aumento della domanda internazionale di granella destinata alle biomasse che ha fatto superare ai prezzi i 180$ per tonnellata.

 

I numeri di Pino Catania.

di Massimiliano Abbruzzese

Una lettura un po' approfondita dei dati elettorali ci aiuta a capire come sono andate le elezioni per Giuseppe Catania, candidato indipendente al Senato per Italia dei Valori (IDV) e voce del mondo delle liste civiche Diciamo subito che non è riuscito ad essere eletto, ma sicuramente ha ottenuto un ottimo risultato in Regione Piemonte IDV, in particolare nella provincia di Torino.

Qui diseguito riportiamo in sintesi i dati dell'IDV:

Camera dei deputati provincia di Torino (Piemonte 1) 5,9%;

Il resto della Regione (Piemonte 2) 3,9%;

Camera riepilogo nazionale 4,4%.

Senato, che comprende tutto il territorio della Regione 4,9% in aumento 1,3% rispetto alle passate elezioni del 2006 (3,3%);

Senato riepilogo nazionale 4,3%.

Un'analisi più approfondita del voto al Senato, dove ricordiamo era presente Pino Catania, ci permette di indicare come Italia dei Valori abbia ottenuto un lusinghiero 6,71% nella provincia di Torino dato percentuale più alto rispetto a tutte le altre provincie che rafforza e supera il trend positivo nazionale, dove IDV si attesta al 4,3%. Molto interessante è il dato in alcuni comuni dove l'influenza di Pino si è sentita in modo particolare. Il risultato più importante arriva da Venaria, che ha assegnato alla lista IDV l'11.8%!! Ben al di sopra della media anche Collegno e Grugliasco, rispettivamente al 7.1% e al 7.5%.

Infatti, IDV ha ottenuto un ottimo risultato è un pò di questo merito va alla lungimiranza di Antonio Di Pietro di inserire nelle sue liste esponenti non appertenti al mondo dei partiti come Giuseppe Giulietti e, appunto, Pino Catania. Speriamo sia l'inizio di un nuovo modo di fare politica.

 

Il risveglio.

di Mariano Turigliatto

Ha vinto Berlusconi, ha vinto benissimo anche al Senato. Altro che pareggio! Adesso, mentre la destra si attrezza per fare ciò che ha promesso, restano le macerie di larga parte del centrosinistra.

La scomparsa della Sinistra Arcobaleno ha dell’incredibile: credo che nessuno avrebbe immaginato un risultato del genere, visto che sono del tutto spariti da entrambi i rami del parlamento.

Anche il PD non se la passa molto bene: due/tre punti in più dell’Ulivo di due anni fa e a spese dell’altra sinistra non possono essere spacciati come un successo, specie se comparato alla "potenza di fuoco" dispiegata in campagna elettorale e dagli entusiasmi che ha suscitato Veltroni nel suo lungo giro per l’Italia.

In tanti si erano illusi della possibilità di una ripresa grazie al fattore novità, alla bontà di un progetto politico simpatico e proiettato nel futuro. Tutte queste cose non sono bastate, così come non sono riuscite a soffocare l’idea che il PD sia ancora un frutto acerbo che potrebbe marcire prima di diventare maturo, gravato dal peso di ceti politici stracchi e boriosi. Gli stessi che prossimamente andranno all’ennesima resa dei conti, con l’idea che tutto nasca e finisca con loro, variamente aggregati e inamovibili come sempre.

Allora, sarebbe già una buona cosa se il brusco risveglio servisse almeno a segnare uno stacco con il passato: senza una profonda ridiscussione delle basi del centrosinistra italiano – operata con umiltà, coraggio, disinteresse personale e forte coinvolgimento intellettuale ed emotivo – non c’è vittoria elettorale e non c’è neanche riscatto per questo strano paese.

 

Io voto Pino.

di Mariano Turigliatto

Come tanti anch’io sono indeciso su chi votare. Ho perfino contemplato l’ipotesi di non andarci proprio, ma credo che non sia giusto farlo. Pur essendo parte del mondo della politica, vivo come lontane le polemiche e le diatribe che quotidianamente giornali e tv amplificano fino a farle diventare l’argomento principale dei loro interessi. Mi immagino perciò quanto sia ampia e radicale la disaffezione verso la politica, oltretutto ulteriormente accentuata dalla sistematica mortificazione delle istanze di partecipazione.

La candidatura di Pino Catania al secondo posto della lista di Italia dei Valori al Senato mi ha fornito una buona ragione per andare a votare. Pino è parte di quel mondo – quello delle liste civiche e delle associazione di cittadinanza attiva – che sento più mio, che rispetto e apprezzo per la vivacità che riesce ad esprimere perfino in condizioni difficili come quelle d’oggi.

Pino è stato un grande sindaco, vicino alla gente e lontano dalle segreterie dei partiti, e ha ridato dignità a Venaria Reale, la sua città, curandone anche il rilancio attraverso il recupero della Reggia.

E poi la sua umanità e la sua voglia di dialogare con tutti i suoi concittadini, l’intransigenza ai compromessi che gli ha procurato non pochi guai con i partiti del centrosinistra piemontese, la sua voglia di giustizia e di legalità.

Al Senato voterò per la lista di Italia dei valori, con l’obiettivo di portare Pino in Parlamento. La sua presenza qualificherebbe l’istituzione e contribuirebbe al rilancio di un’idea nobile dell’impegno politico.

Non andrebbe di farlo anche a voi?

CARTOLINA CATANIA

 

Un paese in guerra con se stesso.

di Mariano Turigliatto

Il vino adulterato - mica semplicemente allungato con l’acqua o "pompato" con lo zucchero taroccato, oltretutto con sostanze pericolose – le mozzarelle di bufala alla diossina; le strade asfaltate con i rifiuti tossici che le piogge, sempre più scarse, trasferiscono in quelle piccole parti di terreno non cementificate e da lì alle falde acquifere; le regioni dove regna incontrastata la malavita; una campagna elettorale surreale; l’economia che va sempre peggio e le preoccupazioni di non farcela a sopravvivere, l’egoismo sfrenato e il menefreghismo diventato virtù.

Basta aprire i giornali per leggere ogni giorno nuove puntate delle guerra che gli Italiani combattono contro se stessi: sanno che la pacchia è finita e che adesso si paga il conto, eppure rivendicano ancora festa e sperpero, disponibili perfino a caricare figli e nipoti di altri debiti; sanno che il conto dei dissesti e dei disastri naturali prima o poi si paga, ma chi se ne frega: ci si penserà al momento, magari gridando invettive contro lo Stato assente; sanno che fregare il prossimo va bene fino a quando non diventiamo noi il prossimo da fregare, eppure tutti avanti come se niente fosse, convinti dell’impunità, per sempre. Tutti contro tutti, eppure tutti solidali quando le cose si mettono male, a indicare le responsabilità degli altri sorvolando allegramente sulle proprie. Tutti pronti a dire sempre no o sempre sì senza neppure studiare le questioni complesse di una società frammentata.

C’è da avere paura, ma anche da sperare che il fondo sia questo, che adesso si possa solo risalire. Prima di tutto ritrovando quella solidarietà e quella comunanza d intenti senza la quale non c’è nazione che tenga.

 

incontro pubblico.

SALA DEL TEATRO DEL CASTELLO

CASTELL’ALFERO

DIBATTITO PUBBLICO

SALVAGUARDIA E SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DEL TERRITORIO ASTIGIANO:

TRA PRESENTE E FUTURO

Italia dei Valori con le Istituzioni, verso le elezioni

GIOVEDI’ 10 APRILE 2008, ORE 21

SALA DEL TEATRO DEL CASTELLO

CASTELL’ALFERO

Intervengono:

Paolo Briziobello, candidato indipendente ITALIA DEI VALORI al consiglio provinciale collegio 4 Asti Ovest e collegio 17 Castell’Alfero - Moncalvo

Giuseppe Catania, candidato ITALIA DEI VALORI n. 2 al Senato in Piemonte, già Sindaco di Venaria

PARTECIPA: Mariano Turigliatto, Consigliere Regione Piemonte

Ingresso libero                          per info: www.presente-futuro.it  

GLACIAZIONE DI LIQUIDO.

di Paolo Turati
Ci si è da più parti interrogati sull'origine dell' attuale crisi finanziaria globale e le risposte consuete si sono concentrate sull'insolvenza di milioni di mutuatari immobiliari (non solo subprime, ma anche alt-a ed “ex” prime), che un' espansione del credito mondiale decennale ed una correlativa dinamica di tassi d'interesse epocalmente bassi aveva messo in condizione di osare un po' troppo. Altra ragione addotta, l'eccessiva proliferazione dei prodotti finanziari derivati. Certamente sono vere entrambe le cose, con la seconda (quella dei derivati, in cui sono stati impacchettati per cartolarizzarli molte centinaia di -ma, forse, anche più di mille- miliardi di dollari di controvalore), che deve ancora dare il "peggio" di se stessa: si pensi, infatti, che l'ammontare di tali prodotti in giro per il mondo ammonta, secondo le stime di Bankitalia, a 450 mila miliardi di dollari (provate a scrivere in cifre questo importo!), pari a dieci volte la somma dei controvalori monetari dei Pil annuali di tutte le nazioni. Va da sé che un "granellino" un po' più grande nell'ingranaggio e… saranno dolori quali non si può neppure immaginare, per questa nostra strana civiltà economica del Terzo Millennio in cui , ormai, si consuma per poter produrre anziché, come è sempre stato, produrre per consumare. Un problema corrente su cui si pone anche un certo rilievo risiede, ovviamente, nell'aumento dei prezzi petroliferi, susseguente l'incremento della domanda mondiale, e nell'induzione inflattiva da ciò determinata. Nello specifico questa circostanza avversa per l'economia mondiale presenta aspetti quantitativi sono davvero emblematici. Si pensi che solo Arabia Saudita e Kuwait incassano ogni giorno dalla vendita del petrolio a questi prezzi (105$ al barile) un miliardo e trecentomilioni di dollari: vuol dire oltre cinquecento miliardi di dollari l'anno, anziché poco più dei centoquaranta che (ripetiamo, da parte dei soli Arabia Saudita e Kuwait) sarebbe stati incassati con il petrolio a 30 dollari di qualche tempo fa. Si tratta di trecentosessanta miliardi di dollari annui sottratti ai consumi mondiali ed investiti, solo da questi due Paesi produttori di greggio, in attività finanziarie ad ampio raggio (non solo più Treasury bills ma anche Sovereigns wealth funds e prodotti finanziari anche derivati). Grazie a questo surplus, le nazioni petrolifere stanno assumendo un potere finanziario mondiale sempre più vasto, ancorché tendenzialmente localizzato nell'Africa mediterranea (dove, e infatti non è un caso, le borse stanno dando buoni risultati) . La liquidità che manca al sistema finanziario mondiale è ibernata lì: chissà se questa “glaciazione finanziaria” di origine petrolifera troverà qualcosa che la sciolga in tempo, prima che le conseguenze per la crescita mondiale o, quantomeno, per il suo equilibrio divengano irreparabili? Nessuno degli interlocutori con cui mi sono ultimamente confrontato (e parlo di soggetti con responsabilità ministeriali a livello internazionale, banchieri, docenti universitari, economisti e amministratori di multinazionali) ha saputo dare una risposta univoca a questa risposta. La mia sensazione è (ma, ripeto è una sensazione) che, per questa volta, forse, il sistema reggerà e che si recupererà una stabilità accettabile, pur  “sottotracciata”, per qualche tempo. Poi, o si cambierà registro, e gli eccessi di cui si è accennato sopra verranno in qualche modo fatti rientrare, oppure il “big one” prossimo venturo sarà un terremoto finanziario che lascerà in piedi ben poco.  

IL PANNELLO SOLARE ME LO FACCIO IO.

di Stefano Zanotto
Si chiama Rete per l’autocostruzione del solare termico, è nata nel 2005 ispirandosi a un’analoga esperienza austriaca e può essere un punto d’appoggio importante per chi voglia dotarsi di un impianto solare per l’acqua calda ricorrendo al fai da te e risparmiando un po’ di soldini. Costruirsi i pannelli solari nel garage di casa non è un’impresa impossibile: i materiali base necessari sono una lastra di rame, un pannello isolante, un vetro, un telaio di legno. Da un punto di vista economico l’autocostruzione è sicuramente conveniente: insieme all’eventuale ricorso per procurarsi il materiale per l’intero impianto ai gruppi di acquisto che fanno riferimento alla Rete, permette di risparmiare fino al 50% rispetto ai prezzi di mercato. In riferimento ai costi bisogna ancora considerare la possibilità, confermata dalla Finanziaria 2008, di detrarre al 55% in tre anni le spese sostenute per l’adozione dell’impianto, per non parlare poi del risparmio che si ottiene negli anni a venire una volta ammortizzati i costi iniziali. Ci sono poi naturalmente i vantaggi in termini di risparmio energetico e tutela dell’ambiente in virtù delle mancate emissioni di gas serra. Di cosa si occupa nello specifico la Rete? Oltre alla formula dei gruppi di acquisto per la fornitura dei materiali, una delle attività principali è quella dei corsi di autocostruzione dei pannelli solari: prevedono momenti di teoria e pratica e terminano con l’installazione del pannello costruito durante il corso su un edificio già individuato in precedenza. Ci sono poi laboratori di autocostruzione rivolti alle scuole. Tra gli scopi c’è infatti anche quello di promuovere la “cultura” delle energie pulite e rinnovabili e di diffondere le conoscenze in materia. La Rete offre anche servizi di consulenza e progettazione di grossi impianti, oltre alla possibilità di far ricorso a esperti installatori per la posa dei pannelli e l’allacciamento all’impianto. Per ogni step del percorso che va dalla progettazione di un impianto al suo utilizzo finale, si offrono quindi supporto e possibilità di risparmio. Per saperne di più vi rimandiamo al sito della Rete, dove è possibile scaricare preventivi di spesa, manuali tecnici, e dove trovate contatti e calendari dei corsi.  

Iniziativa: piedini in concorso!.

La Provincia di Torino partecipa per il terzo anno a un'interessante iniziativa internazionale, un concorso che coinvolge gli istituti scolastici, i comuni ma soprattutto i piedi, quelli dei bambini che vanno a scuola. Lo scopo è quello di sensibilizzare le famiglie a ridurre l'uso dell'automobile per accompagnare i propri figli a scuola e di spingere alla creazione di percorsi più sicuri casa-scuola per limitare il traffico e l'inquinamento che ne consegue, e per riscoprire un modo più piacevole e salutare per recarsi a scuola. Le informazioni sui bandi, che scadono a maggio, per le scuole e i comuni sono disponibili sul sito della Provincia, mentre il 5 giugno, al museo A come Ambiente di Torino si svolgerà lacerimonia di premiazione.

 

LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

di Patrizio Brusasco

L'opposizione blocca i lavori del Consiglio regionale del Piemonte: questo è quanto accaduto nell'ultima seduta dei lavori consiliari che vedranno ora lo stop forzato per via delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile. Un film peraltro già visto molte, troppe volte ultimamente nell'emiciclo di Palazzo Lascaris.

Il pretesto del centrodestra, questa volta, è stato fornito dalla scelta della giunta di Mercedes Bresso di localizzare la sede legale dell'Asl di Alessandria - una querelle che va avanti da molto tempo -  a Casale Monferrato. Il consigliere leghista Oreste Rossi, che peraltro è di Alessandria, proprio all'inizio dei lavori consiliari ha presentato qualcosa come oltre 50 richieste di inversione dell'ordine del giorno.

Non si è dovuto attendere molto per una risposta secca e giustamente piccata della maggioranza che ha provocato un espulso dall'Aula, segnatamente il consigliere capogruppo dei Comunisti Italiani, Luca Robotti. Quindi è seguita una celere riunione dei capigruppo di maggioranza dove è emersa, preso atto del blocco imposto dalla minoranza, la volontà di cancellare la seduta.

Secondo Mercedes Bresso: "Protestano su una cosa ridicola. In provincia di Alessandria era stato trovato un accordo che soddisfaceva tutti i sindaci, e che prevedeva per il sindaco di Alessandria la presidenza della Conferenza dei Sindaci. Hanno fatto saltare quell'accordo - ha proseguito la presidente della Regione Piemonte - ma il risultato non cambierà. La scelta sulle sedi delle Asl è di competenza della giunta regionale, abbiamo aspettato il pronunciamento dei sindaci ma teoricamente non era neppure necessario. A questo punto procederemo direttamente con un atto della giunta."

 

Cosa voto? Il genio guastatori.

di Eva Milano
Un'altra campana sulla scelta del voto. Marco Travaglio ha rilasciato la sua dichiarazione. L'articolo è comparso qualche giorno fa su Micromega.

"In attesa che rinasca qualcuno di simile e riesca a entrare in politica, penso che l’astensione – da cui sono stato a lungo tentato – finisca col fare il gioco della casta, anzi della cosca. Il non voto, anche se massiccio, non viene tenuto in minimo conto dalla partitocrazia: anche se gli elettori fossero tre in tutto, i partiti se li spartirebbero in percentuale per stabilire vincitori e vinti. E infischiandosene degli assenti, che alla fine hanno sempre torto. Dunque penso che si debba essere realisti, votando non il «meno peggio», ma ciò che si sente meno lontano dai propri desideri."

Ecco la premessa. L'aria che tira non è entusiasmante in generale e la voce di Travaglio sembra essere rappresentativa di una tendenza diffusa.  Queste le conclusioni:  "Che vinca Berlusconi sia che Pdl e Pd arrivino al pareggio e magari tentino un bel governissimo di larghe intese, mi auguro che arrivi in parlamento una pattuglia di guastatori capaci di fare opposizione con fermezza e competenza sui due temi cruciali, la libertà d’informazione e la giustizia uguale per tutti."
Leggi l'articolo.  

A PROPOSITO DI PINO MASCIARI: MARIANO SCRIVE AI CONSIGLIERI.

 

 Al Signor Presidente del Consiglio Regionale

e                  

ai Signori Consiglieri regionali,

 

 

Caro presidente e care/i colleghe/i,

 

            con questa lettera vorrei metterVi al corrente di alcune iniziative in corso di attuazione che segnano una nuova tappa nella lotta contro le Mafie e la malavita organizzata, per chiederVi di sostenere tutti coloro che in prima persona rischiano grosso per affermare la supremazia del vivere civile sulla sopraffazione. Si tratta della vicenda di Pino Masciari – imprenditore calabrese che, per aver denunciato gli autori di estorsioni e di reati collegati – ha dovuto rinunciare a qualunque possibilità di sviluppare una vita “normale” per sé e la sua famiglia nella sua terra di origine. Pino Masciari vive in una località del nord Italia da oltre dieci anni segregato, sotto scorta, nell’impossibilità di lavorare e di costruire un futuro per la sua famiglia.

L’altro ieri Pino Masciari ha deciso di tornare in Calabria per sfidare chi lo vuole lontano e morto, per incontrare i suoi genitori, i suoi parenti, gli amici, insomma la sua storia e il suo futuro.  E’ accompagnato da Davide Mattiello di Libera Piemonte e da Andrea Sacco e Roberto Laddaga del Meet Up di Torino.

 

Ci siamo impegnati recentemente discutendo ed approvando la Legge 14/2007 (Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della "Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie”) che apre possibilità interessanti di intervento. Vi propongo di testimoniare la vicinanza alla battaglia che Pino Masciari sta conducendo per intanto inviando messaggi ed e-mail al suo sito www.pinomasciari.org, ricco di suggestioni e di informazioni sulla sua storia straordinaria.

 

I ragazzi di Libera Piemonte, insieme ad ACMOS e Terra del Fuoco, hanno organizzato un presidio permanente per tutta la durata del viaggio di Pino, davanti alla prefettura di Torino in p.za Castello. Un messaggio di solidarietà, il passare qualche ora al presidio con loro, una e-mail, una sollecitazione ai mass media torinesi, sarebbero tutti buoni segni di sostegno della loro battaglia e di vicinanza con temi che ancora troppo spesso la politica lascia ai margini del suo dibattere e operare.

 

Vi ringrazio di cuore.

 

Torino, 2 aprile 2008                                                Mariano Turigliatto

 

Approfondimento: Prodi e Ricolfi sul ring.

Nei giorni scorsi c'è stato un interessante e animato scambio tra Luca Ricolfi e Romano Prodi. Uno scontro a fil di lama e a suon di numeri sulle scelte della passata legislatura in materia fiscale e, soprattutto, sui risultati ottenuti. Ricolfi organizza la sua analisi sulla valutazione dei due schieramenti politici sulla valutazione come dato da cui partire per la scelta del voto. Per scegliere, andiamo a vedere chi mente e chi dice la verità sul suo operato. Qui di seguito pubblichiamo il testo di  Ricolfi, comparsa su La Stampa il 18 marzo e il commento che lo stesso giornalista riporta a chiusura dell'episodio. Ecco la risposta di Ricolfi, comparsa sul sito di Polena, relativa ai dati  tencnici  su cui si basa la sua  analisi. Un approccio interessante e, magari, uno stimolo per approfondire e ponderare la scelta.