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Altro che Kyoto: libertà di inquinare.

 

di Mariano Turigliatto 

Il nostro governo ha sposato la tesi del rinvio delle condizioni contenute nel Protocollo di Kyoto che pure ha firmato a suo tempo. Secondo il nostro governo, in tempi di crisi va data alle imprese libertà di inquinare allentando le maglie dei protocolli per la riduzione delle emissioni in atmosfera.
L’Italia si è trovata contro tutti gli altri paesi europei fondatori dell’Unuione europea. Il nostro paese si trova oggi a capeggiare una strana alleanza con i paesi dell’est europeo, contro il resto d’Europa.
Eravamo nel gruppo dei primi, nonostante tutto. Oggi siamo a capo degli ultimi, in un’alleanza che si sta già sgretolando e che lascerà l’Italia isolata da sola, ultima fra i paesi dell’Ue in fatto di attenzione all’ambiente e allo sviluppo industriale.
E’ ormai chiaro che il nostro paese – al pari degli altri dell’Europa “matura” – non può competere sul piano dei beni a basso contenuto tecnologico. Le magliette e gli oggettini di plastica costeranno certamente meno se prodotti altrove: competere su questo piano significa ridurre progressivamente gli stipendi e le condizioni generali di vita dei lavoratori, oltre limiti difficilmente accettabili. L’unica speranza di sviluppo sta nell’ideazione, nella ricerca, nella manifattura di prodotti ad alto tasso di innovazione.
Fra i settori da curare quello delle energie rinnovabili è forse quello principale. In Europa l'hanno capito tutti e stanno massicciamente investendo. Noi lottiamo per continuare a inquinare. Ultimi tra gli ultimi.

 
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