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LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

Anteprima

 

                                                                                                                                                     di  Patrizio Brusasco


Questa settimana il Consiglio regionale del Piemonte si occupa di federalismo, grande tema da tempo agli onori della cronaca, ma che oggi diviene sempre più apicale dal punto di vista della riforma delle autonomie locali in ossequio al dettato costituzionale.

Il problema si pone ormai da molto tempo, a partire dalla lontana Bassanini per arrivare alle novità costituzionali in materia di decentramento e di sussidiarietà, e le ultime decisioni finanziarie messe in atto dal governo di centrodestra hanno spinto sull'acceleratore di una maggiore autonomia locale, soprattutto finanziaria, in un panorama affatto complesso e variegato laddove si affrontano gli snodi delle materie concorrenti Stato-Regioni, delle disparità ormai insensate tra Regioni a Statuto speciale e a Statuto ordinario, del grande dibattito che si è acceso sulle Città metropolitane e sulle province, in un più vasto riordino amministrativo dell'apparato statale italiano.

La grande novità di questo passaggio epocale delle politica nazionale è la verosimile convergenza tra il Partito democratico e la Lega che, mai come ora, vede la concreta possibilità di realizzare quel federalismo che da sempre ha rappresentato la vera ratio della sua presenza governativa e della sua identità: due sensibilità dunque che si uniscono perfettamente tra la giunta regionale piemontese e i leghisti dell'aula consiliare.

Lo slogan con il quale Mercedes Bresso ha invocato la necessità di autonomia locale - "Si potrebbe dire che chiediamo al governo di ridarci i nostri castelli" - sintetizza magistralmente, con una semplice battuta, il senso del "federalismo differenziato" che si dovrebbe estendere a tutte le Regioni, criteri di perequazione a parte.

Infrastrutture, Università, ricerca scientifica, ambiente, sono i settori nei quali la Regione Piemonte chiede un ruolo principe e un ruolo rilevante in termini di poteri e risorse, attraverso un documento che dovrà essere approvato dal Consiglio regionale questa settimana. Un ruolo ugualmente importante è altresì giocato dal federalismo fiscale e da una più netta e chiara definizione di "materie concorrenti" che finiscono per creare un numero elevatissimo di ricorsi in materia di competenza costituzionale Stato-Regioni.

Per capire meglio quanto incida l'operato del governo centrale sulle autonomie locali, basti pensare a quanto sta accadendo in questi giorni con la cancellazione dell'Ici, che si ripercuoterà inesorabilmente sui bilanci dei comuni, e coi tagli alla sanità, che notoriamente rimane di competenza regionale (è chiaro che siamo tutti felici di risparmiare sulla tassa sugli immobili o sulle tasse per la salute, ma resta da vedere come si pensa di trovare le risorse necessarie a coprire i buchi creatisi nel frattempo).

Nelle prossime ore la presidente della Regione Piemonte incontrerà il ministro Calderoli, insieme agli altri presidenti regionali, per discutere di federalismo fiscale, che pare "l'unico modo - dichiara Mercedes Bresso - per garantire competitività tra Regioni e più risorse per tutti". 

 

 
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