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La casalinga di Voghera e gli straordinari.

 

Su Repubblica è comparso ieri un articolo di Carlo Clericetti dal titolo Non basta lavorare di più, che  annuncia  la conferma, data dalle ultime proiezioni Istat, dell'inutilità della detassazione degli straordinari per aumentare la produttività e manifesta lo scetticismo dell'autore di fronte questa misura apparentemente vantaggiosa. Un amico ci scrive sottoponendoci il testo e esprimendo il suo commento, secondo noi assolutamente giustificato, che vi proponiamo.

di Giovanni Nepote 

Non è che Repubblica sia la Bibbia, ma tutto sommato conferma un paio di cose che ricordo di aver studiato in economia e su cui invece c'è un inquietante silenzio da parte degli opinion-maker (a differenza dei sostenitori del concetto esattamente opposto, che è la posizione di Confindustria). Montezemolo, Marcegaglia e banda continuano a ripeterci che "ogni aumento salariale deve derivare solo da aumenti di produttività".

Bene. Si può discutere, ma:
la produttività come ogni fenomeno economico si può misurare e i fattori sono: lavoro, capitale e tecnologia. La casalinga di Voghera a questo punto si chiederebbe: "ma perchè solo chi lavora deve pagare il prezzo dell'aumento di produttività e non anche chi mette il capitale (spesso non proprio) o dovrebbe investire in ricerca e sviluppo?" La stessa massaia direbbe: "ma se i salari si sono fortemente deprezzati negli ultimi anni, per quale motivo per avere lo stesso salario di uno, due o tre anni fa i lavoratori dovrebbero lavorare di più, mentre l'inflazione nel frattempo ha fatto guadagnare di più gli imprenditori? Non dovrebbero essere loro a pagare?"  Non mi risulta che la casalinga di Voghera sia comunista, è solo una che ha studiato un po' di economia prima di uscire dal mercato del lavoro diventando "inoccupata" e non risultando neanche più nelle statistiche della forza-lavoro.
L'altra questione è: aumentare la produttività del lavoro significa solo lavorare di più o lavorare meglio e/o con sistemi più avanzati? La norma sulla detassazione degli staordinari sembrerebbe dare una risposta chiara (la prima ipotesi) che però è puramente ideologica, perchè basata sull'esatto contrario di una vecchissima teoria condivisa da tutte le scuole economiche,  nota come "produttività decrescente dei fattori di produzione". La teoria in sostanza dice che se una macchina producenormalmente 100 pezzi all'ora, puoi aumentare la produzione sempre di più, 120, 150 pezzi, finchè la macchina si romperà, bloccando la produzione (chi ha studiato seriamente economia scusi la semplificazione, ma la brava massaia se la ricorda così). Stessa storia per il lavoro: oltre un certo numero di ore lavorate i lavoratori rendono sempre di meno, e magari distrattamente finiscono pure sotto una pressa o cadono dal ponteggio. Ma queste cose da noi non succedono...


Il silenzio sul tema è assordante. Forse il tema non è pruriginoso come le intercettazioni sulla Carfagna o emergenza nazionale come la "magistratura politicizzata", ma è storia di tutti i giorni. Meno male che ci sono i sindacati e l'opposizione a spiegare alla gente come la stanno fregando. Ops, non ne stanno parlando nè i sindacati nè l'opposizione. Scusate, forse mi sono sbagliato io, e l'economia sta andando bene. Basta solo lavorare un po' di più...

 
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