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Vandana Shiva a Letteraltura.

 

di Eva Milano 

A Verbania si è svolta lo scorso fine settimana la seconda edizione di Letteraltura, festival di letteratura di montagna, viaggio e avventura, attento ai canoni della sostenibilità e della salvaguardia ambientale. A piedi per le vie della città, gli appuntamenti con scrittori e alpinisti si sono svolti nell'atmosfera serena di un week-end estivo di fronte al lago. Tra gli interessanti approcci tematici proposti nell'edizione 2008, un percorso legato all’acqua e all’approvvigionamento idrico, tema che parte da riflessioni legate alla montagna per estendersi a coinvolgere tutto il pianeta e i suoi abitanti. L’incontro con Vandana Shiva, vincitrice del Right livelihood award, comunemente considerato una sorta di Premio Nobel alternativo per la pace, ha chiuso il ciclo di conferenze. L'acqua ha ringraziato a suo modo per l'attenzione, e Vandana Shiva è stata accolta da uno scrosciante temporale di benvenuto. La scenziata indiana ha espresso chiaramente la sua posizione di fronte all’emergenza idrica di fronte alla quale il mondo si trova. Non si può evitare di fare fronte agli sprechi provocati dall’adesione agli standard di vita del mondo occidentale, all’agricoltura intensiva, alla crescita caotica di sistemi economici come quello cinese. L’atteggiamento miope delle politiche agricole portate ad esempio hanno ricevuto la forte critica della studiosa e autrice del saggio Le guerre dell’acquaAlcune riflessioni proposte da questo testo presentano le tematiche affrontate ieri. In particolare riportiamo un estratto che esprime una critica rispetto alle modalità della Rivoluzione Verde, modello di sviluppo agricolo che ha interessato specialmente i paesi del sud del mondo negli ultimi decenni. Un approccio che, lontanto dal realizzare colture secondo criteri di sostenibilità, sfrutta in modo sconsiderato le risorse idriche e si serve di fertilizzanti chimici dannosi.

“L'agricoltura industriale ha spinto la produzione alimentare a usare metodi che hanno determinato una riduzione della ritenzione idrica del suolo e un aumento della domanda d’acqua. Non riconoscendo all'acqua il suo carattere di fattore limitante nella produzione alimentare, l'agricoltura industriale ha promosso lo spreco. Il passaggio dai fertilizzanti organici a quelli chimici e la sostituzione di colture idricamente poco esigenti con altre che abbisognano di grandi quantità d'acqua hanno rappresentato una ricetta sicura per carestie d’acqua, desertificazione, ristagni e salinizzazione [...]

 

 
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