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BOICOTTARE LE OLIMPIADI CINESI?.

E meno male che tutte le guerre dell'antichità si fermavano di fronte al sacro fuoco di Olimpia e ai giochi che ne derivavano. Si stabiliva la famosa tregua e l'uomo si riappropriava, se pur per poco, della sua innata umanità o presunta tale...

Oggi viviamo nell'assurda contraddizione di chi, organizzando i XXI Giochi Olimpici, che come è arcinoto rappresentano un'icona di giustizia e di rispetto assoluto dei diritti umani, almeno per quel misero frangente, si presenta al proscenio del mondo in tutta la sua più reale e feroce veste contro i diritti umani. In effetti, se ne potrebbe persino sarcasticamente elogiare la longeva coerenza di pensiero e di azione e altresì la trasparenza niente affatto ipocrita, se non fosse per la poca eleganza nel gestire il problema tibetano.

Del resto il grande impero cinese sapeva benissimo che l'altra faccia della medaglia olimpica sarebbe stata quella dei diritti umani e di un suo modo, diciamo non troppo democratico, nel gestire l'impero che fu. E ora sta succedendo proprio quello paventato: dalla protesta dei giornalisti francesi durante la cerimonia dell'accensione del sacro fuoco di Olimpia, all'indignazione internazionale per quanto sta capitando in Tibet e ai tibetani.

Situazione che, dopo molte dichiarazioni all'acqua di rosa, rilasciate un po' da tutti i leader delle massime potenze mondiali - e come dimenticare gli enormi interessi economici in gioco con la Cina?! -  pare ora trovare una nuova via, non potendo, oltre misura, fare finta di nulla. E così le organizzazioni internazionali e alcuni leader politici forti, come sanno essere la teutonica Merkel piuttosto che il caleidoscopico Sarkozy, stanno iniziando a prendere delle misure concrete per fermare il triste spettacolo messo in scena sul tetto del mondo.

Tra queste misure, qualcuno, fra le righe del discorso tenuto dal presidente francese, ha intravisto la parola "boicottaggio", che nel caso dei Giochi Olimpici è sempre stato una mera rarità, perché alla fine è sempre prevalsa la concordia oppositorum. Molto però dipenderà prossimamente dal colosso cinese.

Si spera che questa volta, almeno questa volta, l'economia non l'abbia vinta! 

 
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