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Eccomi!.

Sono Dida Neirotti, la candidata sindaco per la lista Grugliasco Democratica. Ho 62 anni, sposata da 37, con un figlio grande.

Sono stata presentata da una lista formata da 30 persone in gamba, decise a mettersi in gioco per migliorare la situazione nella loro città e mi rende molto orgogliosa il fatto che due terzi di queste persone siano donne: non perchè il genere sia una garanzia di per sé ma perché esistono sensibilità diverse nell'affrontare i problemi che devono trovare finalmente il modo di esprimersi.

E' meglio mettere in pratica le pari opportunità piuttosto che seguitare solo a parlarne! Sono cittadina grugliaschese di "adozione" poichè ho lavorato per 25 anni nella Scuola Media "66 Martiri" di Grugliasco tentando di insegnare, devo dire spesso con successo, matematica e scienze a generazioni di piccoli grugliaschesi.

Nel frattempo ho trovato il modo di interessarmi e partecipare alla vita politica della città: sono stata assessore all'ambiente nella giunta Turigliatto e, tra le altre cose, mi sono occupata attivamente della commissione "Non rifiutarti di scegliere" che aveva stilato la graduatoria dei siti per il futuro inceneritore, collocando il Gerbido al 10° posto. Risultato che era stato molto apprezzato dai cittadini: le cose sono poi andate diversamente!

Mi immagino per il futuro una Grugliasco che ritrovi un suo ruolo guida nell'ambito dell'area metropolitana torinese: la città universitaria può esercitare un'attrazione decisiva per nuovi insediamenti industriali ad alto contenuto tecnologico, per iniziative culturali di livello elevato valorizzando il patrimonio esistente, per ridisegnare e ampliare il verde cittadino fruibile per tutti, per migliorare la qualità dei servizi e della mobilità con scelte coraggiose e innovative in campo ambientale ed energetico.

Una vera comunità, dunque, dove gli amministratori siano veramente al servizio della "cosa pubblica" e dei cittadini, dimostrando soprattutto capacità di coinvolgimento e di ascolto delle esigenze di tutti per poter operare scelte efficaci e condivise.

Se avete voglia di comunicare con me, potete scrivermi a questo indirizzo di posta elettronica: didaneirotti@libero.it

 

I difensori delletichetta.

di Stefano Zanotto

È mobilitazione a sostegno dell'obbligo di indicare sull'etichetta dei prodotti alimentari la provenienza geografica delle materie prime. Coldiretti, associazioni di consumatori e associazioni ambientaliste hanno preso posizione contro il Disegno di legge comunitaria 2007 presentato dal Governo. Questo provvedimento, che prevede una serie di disposizioni per l'adempimento degli obblighi dell'Italia in quanto Paese dell'Ue, abolisce la Legge d'iniziativa popolare n. 204/2004 (peraltro mai operativa), che prescrive l'indicazione di provenienza degli alimenti sulle etichette, misura che sarebbe contro le norme del diritto comunitario in materia di libero commercio.

Per i suoi sostenitori l'indicazione d'origine sull'etichetta è uno strumento in più per permettere al consumatore scelte consapevoli: un mezzo che favorisce la trasparenza, il diritto alla salute e a sapere cosa si sta acquistando, oltre che una forma di tutela della qualità dei prodotti della penisola. "Una necessità per combattere l'omologazione degli alimenti, delle culture, dei saperi", l'ha definita Sergio Marini, presidente di Coldiretti.

Non la pensa così Federalimentare, da sempre contraria alla legge fin dalla raccolta firme di Coldiretti nel 2003. Secondo l'associazione di categoria delle industrie alimentari la salute del consumatore è già tutelata dalle norme sulla rintracciabilità, si rischia di far confusione anziché chiarezza dato che molti prodotti richiedono anche 20 materie prime diverse, per molti alimenti tipici italiani è necessaria l'importazione di materie prime dall'estero per far fronte alle richieste. E la qualità e la tipicità deriverebbero dalla lavorazione e dalla ricetta adottate, a prescindere dalla provenienza della materia prima. Qualità che sarebbe poi già tutelata in molti casi dalle certificazioni DOP e IGT.

Senza entrare nel merito di questi argomenti, notiamo però come vi sia un punto su cui la stessa Federalimentare non oppone... Argomenti: sapere da dove proviene ciò che si acquista permette di orientare le proprie scelte in termini di impatto ambientale. Cibi locali e filiera corta vogliono dire meno chilometri percorsi tra i campi e la tavola e quindi meno emissioni di gas serra. E a ricordarci l'impellenza del problema sono le temperature da inizio estate di questo mese d'aprile...

Chiudiamo segnalando l'appello al Parlamento promosso da Coldiretti e Slowfood affinché venga salvaguardata la Legge 204: per sottoscriverlo cliccate qui. 

 

Bilancio regionale, il commento di Mariano Turigliatto.

Nei giorni scorsi è stato approvato in Consiglio il bilancio regionale. Da sottolineare in particolare:

- non c'è incremento della pressione fiscale rispetto all'anno passato e in particolare si riduce la spesa sanitaria;

- vengono stanziati a bilancio i fondi per la costruzione di 10.000 alloggi pubblici;

- l'approvazione del bilancio un mese prima rispetto al 2006. Si può far meglio, ma è un primo passo verso il miglioramento!

Qui di seguito il link da dove è possibile scaricare i commenti di alcuni consiglieri tra cui quello di Mariano:

www.consiglioregionale.piemonte.it/attivita/rotocalco/56k/approfondimento56k.wmv

 

economia, finanza e fisco: un po di sale in zucca.

di Dotturbo

L’attuale congiuntura che interessa Telecom Italia è occasione per alcune riflessioni, in parte già elaborate nel nostro blog, in campo economico, finanziario e fiscale. Sono considerazioni crudeli, che possono venir tacciate di voler fare tabula rasa e che, tuttavia, un Governo che voglia veramente definirsi innovativo dovrebbe aver già fatto sue, quantomeno in fase ipotetica se non proprio in quella programmatica, senza il nostro modesto suggerimento.

Partiamo dal caso Telecom e dalla “distruzione di ricchezza” prodotto in capo agli azionisti a seguito di una gestione scellerata da parte di un capitalismo con poco capitale e tanta arditezza quanto a speculative architetture finanziarie. Le cifre che vengono fatte dagli analisti sono sconfortanti ed ammontano nell’ordine delle decine di miliardi di euro di ricchezza “distrutta”, pur in assenza di un crack vero e proprio (che, pure, sarebbe dietro l’angolo, senza il sostegno del  “sistema"). Non stiamo ad annoiare i lettori con le tecniche utilizzate dai capitani coraggiosi alla Tronchetti Provera, già oggetto di nostre precedenti note, ma ribadiamo che c’è un’unica soluzione a questo stato di cose. Quella, cioè, di vietare la quotazione in borsa di strutture azionarie piramidali. E’ un tema grave, in grado di alienare certamente le simpatie di buona parte dell’establishment finanziario capitalistico, ma andrà prima o poi affrontato per scongiurare danni che si stanno rivelando di dimensioni così ingenti (siamo a livello di una manovra finanziaria) da rischiare di destabilizzare l’equilibrio finanziario del Paese, quantomeno osservando le limitazioni presenti sui mercati di altri paesi. Pur senza intenti punitivi preconcetti, che potrebbero anche arrivare ad una revoca delle quotazioni in borsa per società interessate a tali architetture, questo è un tema che i capitani saggi che dovrebbero governare il Paese non dovrebbero accantonare.

 

progetto archimede.

di Stefano Zanotto

In Italia si torna a scommettere sul solare termodinamico come fonte di energia pulita e rinnovabile. Dopo lo stop del 2005 - che aveva avuto come conseguenza "l'esilio" in Spagna del padre del progetto, il professor Rubbia - lo scorso 26 marzo Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) ed Enel hanno firmato l'accordo per l'impianto di Priolo Gargallo (Siracusa).

Come funzionerà l'impianto? Una serie di specchi concavi "raccoglierà" il calore del sole, convogliandolo in tubi contenenti un fluido costituito da una miscela di sali in grado di raggiungere la temperatura di 550 °C e di conservare a lungo il calore, caratteristica che permetterà il funzionamento dell'impianto anche di notte o con le nuvole. Il fluido andrà poi a trasformare acqua in vapore ad alta pressione, che a sua volta azionerà le turbine della centrale Enel già esistente: l'impianto si integrerà infatti con quello a ciclo combinato a gas naturale, permettendo così di ridurre il ricorso a combustibili fossili per la produzione di energia elettrica. In particolare si calcola che nel 2009, una volta in esercizio, l'impianto solare potrà soddisfare il fabbisogno energetico annuo di 4000 famiglie, con un risparmio di circa 2400 tonnellate di petrolio e tagli alle emissioni di anidride carbonica per circa 7300 tonnellate, sempre calcolati su un anno. I fluidi utilizzati sono inoltre "puliti" in termini ambientali e del tutto sicuri in quanto non infiammabili.

Non a caso il progetto è stato battezzato Archimede: la tradizione vuole che durante l'assedio della sua città il geniale siracusano, per mezzo di una serie di specchi ustori che convogliavano la luce solare in punti precisi, abbia addirittura incendiato le navi romane nemiche.

Vedremo se il progetto del professor Rubbia manterrà le luminose (è proprio il caso di dirlo…) promesse. Intanto ci sembra interessante tra i vari commenti al progetto, quello di Massimo Serafini di Legambiente, che riportiamo dal sito Greenreport, secondo cui un progetto del genere non va visto in alternativa alle altre fonti rinnovabili. Bensì andrebbe considerato come parte di un modello energetico basato sulle fonti rinnovabili, distribuito sul territorio (pensiamo ad esempio al fotovoltaico e alle installazioni su tetti e fabbricati) e quindi diffuso e non monopolizzato dalle grandi centrali.

 

La nota sul Consiglio Regionale.

di Patrizio Brusasco

In questa sessione consiliare a Palazzo Lascaris è emersa in tutta la sua dirompente importanza la difficile situazione in cui versano la montagna piemontese e quindi le Comunità montane dislocate sul territorio alpino, oltre a quelle collinari.

La discussione è figlia del recente dibattito che si è scatenato all'indomani della posizione governativa centrale di portare avanti, nelle sedi appropriate, la volontà del Comune montano piemontese di Noasca, in Val d'Orco, di passare dal Piemonte alla Valle d'Aosta per usufruire di alcuni benefici consistenti che sono accordati alle regioni a Statuto speciale, ma senza scordare la denuncia del Comune nei confronti di una scarsa sensibilità generale nei confronti delle problematiche e delle peculiarità delle Comunità montane regionali.

Maggioranza e opposizione si sono alternati al tavolo dei relatori mettendo comunque tutti in evidenza le criticità riconosciute del settore montano e la necessità conclamata di portare avanti una politica montana regionale che sappia dare una risposta efficace e concreta alle molte istanze delle popolazioni del territorio montano. Alcune critiche della minoranza sono risultate pretestuose non trovando conferma nei dati relativi alle Comunità montane e collinari che possono usufruire in verità di trasferimenti dell'importo di 19 milioni di euro, quota a carico di Regione e Stato centrale, oltre a una serie di fondi aggiuntivi quali i fondi strutturali europei o la cooperazione transfrontaliera.

 

le soluzioni possibili.

di Dotturbo

L’attuale congiuntura che interessa Telecom Italia è occasione per alcune riflessioni, in parte già elaborate da queste pagine, in campo economico, finanziario e fiscale. Sono elaborazioni crudeli, che possono venir tacciate di voler fare “tabula rasa” e che, tuttavia, un Governo che voglia veramente definirsi “innovativo” dovrebbe aver già fatto sue, quantomeno in fase ipotetica se non proprio in quella programmatica, senza il nostro modesto suggerimento.

Partiamo dal caso Telecom Italia e dalla “distruzione di ricchezza” prodotto in capo agli azionisti a seguito di una gestione scellerata da parte di un capitalismo con poco capitale e tanta arditezza quanto a speculative architetture finanziarie. Le cifre che vengono fatte dagli analisti sono sconfortanti ed ammontano nell’ordine delle decine di miliardi di euro di ricchezza “distrutta”, pur in assenza di un crack vero e proprio (che, pure, sarebbe dietro l’angolo, senza il sostegno del  “sistema"). Non stiamo ad annoiare i lettori con le tecniche utilizzate dai “capitani coraggiosi” alla Tronchetti Provera, già oggetto di nostre precedenti note, ma ribadiamo che c’è un’unica soluzione a questo stato di cose. Quella, cioè, di vietare la quotazione in Borsa di strutture azionarie piramidali. E’ un tema grave, in grado di alienare certamente le simpatie di buona parte dell’establishment finanziario capitalistico, ma andrà prima o poi affrontato per scongiurare danni che si stanno rivelando di dimensioni così ingenti(siamo a livello di una Manovra finanziaria) da rischiare di destabilizzare l’equilibrio finanziario del Paese, quantomeno osservando le limitazioni presenti sui mercati di altri paesi. Pur senza intenti punitivi preconcetti, che potrebbero anche arrivare ad una revoca delle quotazioni in Borsa per Società interessate a tali architetture, questo è un tema che i “capitani saggi” che dovrebbero governare il Paese non dovrebbero accantonare.

 

chi misura la natura.

di Dida Neirotti

La metrologia, scienza delle misure, è un ramo della fisica spesso poco noto al grande pubblico e anche i cosiddetti divulgatori scientifici se ne occupano raramente. Eppure si occupa di aspetti fondamentali anche per la nostra vita quotidiana a cominciare dai controlli sulle pompe di benzina, sulle bilance o sui contatori che sono nelle nostre case fino alle misure di tempo o quelle ambientali.

E' proprio a queste ultime che viene dedicata la giornata mondiale della metrologia che si terrà il 20 Maggio 2007: i disastri ambientali dovuti ai cambiamenti climatici impongono non solo misure sempre più affidabili ma soprattutto la possibilità di confrontare i dati a livello modiale e di avere standard di riferimento stabili per decenni poichè gli effetti dei cambiamenti climatici spesso non sono a breve termine ma protratti nel tempo.

E' fondamentale quindi che i vari laboratori e istituti  metrologici collaborino a livello modiale con scambio di dati sperimentali accurati e omogenei affinchè possano essere prese contromisure quanto più possibile efficaci, ad esempio nei confronti dei gas serra o di altri agenti inquinanti.

Un altro esempio  di  inquinamento ambientale dove le misure sono fondamentali è quello relativo al rumore: pensiamo solo all'importanza che questo può avere nella progettazione o estensione di un aeroporto. Dato che l'orecchio umano percepisce una differenza pari ad un dB (decibel), gli strumenti di misura devono poter fare molto meglio. Per quanto riguarda la certificazione di un aereo, una differenza di 0,1 dB può determinare la sua possibilità di operare in un aeroporto piuttosto che in un altro, con tutti gli aspetti economici del caso!

Anche il problema della radioattività, che per altro esiste tutto intorno a noi, richiede misurazioni sempre più accurate a protezione di tutte le forme di vita sulla terra, e soprattutto nelle situazioni in cui è effettivamente un rischio, ad esempio in certi reparti ospedalieri.  

vermeer.

di Dotturbo

Le rare opere, meno di quaranta, attribuite con certezza al maestro di olandese, costituiscono al giorno d'oggi oggetti del desiderio sostanzialmente irraggiungibili anche per i più abbienti collezionisti. La maggior parte di esse, presenti nei più grandi musei del mondo, si ritrovano richiamate in un vastissimo numero di pubblicazioni e vengono riprodotte nelle più svariate occasioni, tanto che Vermeer è ormai raffrontabile per fama al suo contemporaneo e conterraneo, a suo tempo ben più famoso, Rembrandt van Rijn. Dopo un intervallo piuttosto lungo in seguito alla sua morte, lo sviluppo della revisione critica del suo lavoro e l’interesse di collezionisti di livello sempre più elevato (fra i quali non si possono dimenticare, nel corso del tempo, casati come gli Orange, finanzieri come i Morgan e magnati come i Frick) hanno fatto ravvisare nel fascino delicato del pittore olandese il genio di uno dei massimi artisti figurativi di tutti i tempi. Ideatore di un mondo soffuso e ordinato colmo di tenui colori e di atmosfere sognati, che si producono essenzialmente in ambienti interni che dell’ordinarietà casalinga possiedono solo l’apparenza, Vermeer pare aver voluto improntare le proprie opere a un senso esistenziale che appare porsi come in antitesi rispetto alle vicende della vita di tutti i giorni.

 

la nota sul consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

Si è riaperta magistralmente la partita giocata dal paese di Noasca in Val d'Orco, nel Parco del Gran Paradiso, che sembrava perduta a fronte del veto di Piemonte e Valle d 'Aosta. Infatti i provvedimenti delle due regioni annullavano di fatto l'esito del referendum che sanciva il passaggio del piccolo comune dalla nostra regione a quella valdostana.

 

cose una esco: intervista a un imprenditore.

L'ing. Andrea Vacca è il titolare della EUROESCO di Buttigliera Alta (TO). Ci ha gentilmente concesso un'intervista per raccontarci di cosa si occupa esattamente la sua azienda. Ci ha spiegato anche, in parole semplici, cos'è il Conto energia. Ecco il video.

 

chi ha paura del lupo cattivo?.

   di Stefano Zanotto

   

Dalla metà degli anni Novanta il lupo è tornato a frequentare le nostre Alpi. Attualmente sono stanziali alcuni branchi nelle Alpi marittime cuneesi e nelle valli di Susa, Chisone e Germanasca. Dopo tre quarti di secolo di assenza - l'ultima uccisione documentata in Piemonte risale al 1921 - il lupo ha risalito la dorsale appenninica e ha rimesso piede nelle nostre vallate, tutelato ormai dalla legge dopo che per secoli l'assidua attività venatoria lo aveva portato a un passo dall'estinzione in tutta la penisola.

In questi giorni si può visitare una bella mostra dedicata a questo predatore presso il Museo di Storia naturale Don Bosco di Torino, aperta fino all'11 maggio. Si intitola Viva il lupo, è organizzata da Provincia di Torino in collaborazione con WWF Piemonte e Valle d'Aosta, ed è a carattere itinerante. Illustra la storia dei difficili rapporti con l'uomo nel corso dei secoli, ma anche caratteristiche e comportamento di questo predatore, che, al vertice della catena alimentare, riveste un'importante funzione regolatrice ed equilibrante sull'ecosistema. Tra le sue prede preferite ci sono gli ungulati selvatici, il cui numero, proprio per l'assenza di predatori storici come orso, lupo e lince, è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, fino a parlare in alcuni casi di soprannumero (ricordate la vicenda dei caprioli della scorsa estate?). Il lupo preda inoltre di preferenza animali deboli o malati, perché più facili da uccidere, svolgendo così anche una funzione di "selezionatore" sulla popolazione degli ungulati.

Un gradito ritorno, quello del lupo. Ma non per tutti. Tra le vittime degli attacchi dei branchi figurano infatti anche animali domestici. Ecco allora che tornano atavici sentimenti di paura e odio verso questo animale, diffusi nei pastori degli alpeggi, dove il lupo trova condizioni favorevoli per procurarsi il cibo (per un esempio delle rimostranze degli allevatori clicca qui). Lo scorso 30 ottobre la giunta regionale ha approvato lo sviluppo e il rafforzamento del progetto Il lupo in Piemonte, già attivo da qualche anno, con il quale oltre allo studio della specie si toccano i problemi della difficile convivenza con l’attività zootecnica. I pastori colpiti dagli attacchi dei canidi (bisogna ricordare infatti che una parte delle uccisioni di bestiame è imputabile a cani randagi) hanno diritto a un risarcimento, garantito da un Fondo regionale. L'augurio è che con questi e altri provvedimenti - in particolare la diffusione tra i nostri pastori di accorgimenti e strumenti dissuasivi utilizzati già da tempo con successo in Abruzzo e in altri territori - si possano superare incomprensioni e diffidenze. Senza detrimento per l'equilibrio ambientale né per le attività economiche dei margari, che col loro lavoro contribuiscono alla vitalità delle nostre montagne. 

 

di Mariano Turigliatto.

IO, L'INCOMPATIBILE

Dunque, secondo Marcello Mazzù, sindaco uscente di Grugliasco, io sarei "incompatibile" nel ruolo di consigliere comunale nel caso risultassi tra gli eletti della lista civica Grugliasco Democratica. Lui e i suoi supporter ci vanno pesanti con le dichiarazioni di "trasparenza", di "eticità" e chissà di cos’altro ancora. Fanno salotto con le questioni che riguardano la mia persona con la stessa naturalezza con cui nascondono le loro miserie. Non riescono proprio a capire che le regole sono una cosa seria e vanno rispettate. Hanno talmente ben assimilato la cultura berlusconiana (le regole le fai e le disfi a seconda di chi vuoi colpire o premiare) che nemmeno si pongono il problema.

Inoltre non si rendono neppure conto del male che fanno a chi capita loro a tiro, convinti che possono tutto e tutto possono dimenticare. Alcuni di loro, Mazzù in prima fila, sono arrivati dove oggi li vedete senza sforzo, sospinti da una generosità dei loro compagni di avventura che oggi negano perfino di aver conosciuto. Altri approfittano per consumare vendette pseudo-politiche nei confronti -miei e di quelli che "non sono dei loro"- attribuendoci non tanto il merito di avere riscattato una città piegata dalle ruberie di amministratori voluti dai partiti di sinistra, ma la colpa di averlo fatto. Che pena! E che dire di quelli che tacciono pensando che la questione non sia di loro competenza o, peggio, che non c’è niente da fare se non aspettare che passi questa stagione burrascosa…

Ma bisogna andare avanti, non senza aver prima fornito chiarimenti e qualche suggestione a chi legge. Io non sono affatto incompatibile. Non lo sono in quanto consigliere regionale, non lo sono neppure in quanto presidente del consiglio di amministrazione di un consorzio privato che opera su un’area in edilizia convenzionata. Sono palle che i puffi grugliaschesi si raccontano sperando che diventino vere a forza di ripetersele.

Quanto alle questioni di opportunità e di trasparenza, semmai qualche problema è proprio il Mazzù ad avercelo ed è lui doverne rendere conto. Non appartiene alla mia cultura trattare pubblicamente di questioni altrui neanche quando vengo sistematicamente diffamato. Non ho alcuna velleità se non quella di dare speranza ai tanti cittadini che non ne possono più di queste piccolezze e che vorrebbero per la loro città prospettive e amministratori all’altezza delle scommesse future.

In effetti mi sento davvero incompatibile con chi dispensa miserie.

 

i benefattori inconsapevoli.

di Dotturbo

Non ci è noto il livello di sollecitudine delle altre amministrazioni regionali italiane sul tema della difesa del risparmio, ma certamente il seminario patrocinato dalla Regione Piemonte il 27 e 29 Marzo 2007, presso la Scuola di amministrazione aziendale dell’Università di Torino, rappresenta un segnale di attenzione.

Il problema del consumo consapevole non può e non deve essere circoscritto ai prodotti, quando invece è nei servizi che si generano la maggiori sperequazioni. Il caso della telefonia è l’esempio che balza maggiormente agli occhi, per quanto sia di dimensioni enormemente inferiori a quello relativo ai servizi finanziari.

Semplificando al massimo, i servizi finanziari comprendono (peraltro non in maniera esaustiva, dal momento che esiste il comparto assimilabile -dimensionalmente rilevante- del "previdenziale-assicurativo") la raccolta, la gestione e l’intermediazione di valori mobiliari, che i risparmiatori hanno ritenuto di affidare agli operatori abilitati (banche, società d’intermediazione mobiliare, fondi comuni, società di gestione del risparmio, compagnie assicurative) ai sensi della normativa vigente. E’ una massa di dimensioni impressionanti -oltre mille miliardi di Euro- su cui i suddetti intermediari basano ormai la gran parte dei propri ricavi lordi annui.

Tra i critici più feroci di questo sistema: Beppe Scienza, autore del best seller Il risparmio tradito (Edizioni Libreria Cortina, Torino 2005), docente universitario presso la Facoltà di Matematica di Torino) e Marco Vinciguerra, consulente di banche e fondi comuni. Sostengono da anni l’inefficienza del sistema della gestione del risparmio, a tutto vantaggio degli intermediari ed a tutto svantaggio dei risparmiatori. E' difficile dar loro torto, analizzati i dati pluridecennali elaborati da istituti come Mediobanca o dalla stessa Bankitalia.

 

marco travaglio a grugliasco.

Marco Travaglio è stato il protagonista della serata di mercoledì 28 marzo presso il teatro Perempruner, in supporto alla campagna elettorale di Grugliasco Democratica per le elezioni amministrative. La sala, gremita, non è riuscita a ospitare tutto il pubblico intervenuto, c’era gente in piedi nei corridoi, nel foyer, addirittura sul palcoscenico. Travaglio non ha tradito le aspettative: è stato brillante e incisivo come al solito. Ha parlato di informazione. O meglio, delle strategie che consentono l'occultamento e la distorsione delle notizie, in particolare presso la televisione di stato, così come vengono analizzate nel suo ultimo libro La scomparsa dei fatti, edito da Il Saggiatore. Davide Melis di Luna Nuova ha pubblicato un bel resoconto della serata, che compare in versione scaricabile sulla sezione dedicata a Grugliasco Democratica, qui a sinistra, dove è disponibile anche materiale fotografico dell'evento.

 

Che tempo fa a Stalingrado?.

Su La Stampa di oggi è apparso un lungo articolo sulla situazione politica di Grugliasco. Il resoconto dei fatti di questi ultimi anni e gli esiti attuali esposti da Marco Tropeano ci sembrano aderire alla realtà dei fatti. Senza ulteriori commenti, ve lo proponiamo.

IL RITORNO DI TURIGLIATTO SPACCA IL CENTROSINISTRA

 

Umbria equa e solidale.

     di Stefano Zanotto

     

Il Consiglio regionale dell'Umbria ha recentemente approvato una legge per il sostegno del commercio equo e solidale. Il testo ricalca in diversi punti la Legge regionale n. 37 del 23 febbraio 2005, grazie alla quale la Toscana è stata la prima regione italiana a dotarsi di una normativa specifica nel settore del commercio equo e solidale. L'Umbria è però la prima Regione a finanziare e a rendere da subito operativo un provvedimento del genere.

Ma vediamo quali sono in sintesi i punti più importanti della Legge regionale n. 3 del 6 febbraio 2007: sono previsti percorsi di formazione e di educazione nelle scuole, al fine di sensibilizzare i cittadini sulle conseguenze virtuose di questo modello di commercio alternativo alle tradizionali relazioni economiche e commerciali tra Nord e Sud del mondo. Si sostiene poi l'organizzazione annuale di una Giornata regionale del commercio equo e solidale, mentre la Regione, per l'acquisto di beni da terzi è tenuta a prendere in considerazione l'acquisto di prodotti provenienti dal cosiddetto Fair Trade. Ancora, si favorisce nell'ambito della cooperazione internazionale, settore in cui l'Umbria presenta già una legge a riguardo, lo sviluppo di relazioni ispirate ai principi del commercio equo. Infine, si prevede l'istituzione di una Consulta, incaricata di elaborare il regolamento attuativo della legge (comprese le modalità per l'iscrizione a un registro regionale degli operatori del settore), ma dotata anche di funzioni di monitoraggio.

Ancora una volta le istituzioni locali del centro Italia si dimostrano molto attente a movimenti ed esperienze portatrici di principi innovativi in campo ambientale e sociale, alternativi a modelli di sviluppo tradizionali basati sullo sfruttamento di uomini e risorse naturali. Quella del commercio equo e solidale è una realtà ormai di un certo rilievo nel nostro Paese, che coinvolge a vario titolo decine di migliaia di persone: restando sul terreno dei provvedimenti legislativi l'augurio, espresso anche dai promotori della legge umbra, è che si possa giungere presto a una legge nazionale di sostegno al settore.

Per finire segnaliamo un utile documento per addetti ai lavori: il modello di legge regionale, adattabile alle diverse esigenze territoriali, proposto dall'Agices, tra le più importanti associazioni italiane del commercio equo e solidale.

 

i nostri auguri per una.

buona pasqua

 

la nota sul consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

Ultima seduta prima della pausa pasquale, sudivisa in due parti tra la giornata di ieri e di oggi. Ieri il dibattito si è incentrato su alcuni punti chiave che hanno acceso il confronto-scontro tra giunta e maggioranza coese da una parte e opposizione dall'altra.

I temi caldi: la situazione apparentemente ondivaga della ormai celebre autostrada Asti-Cuneo, la sicurezza regionale e lo stato dell'arte dell'assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. Recentemente la Guardia di Finanza di Asti ha sequestrato il tratto dell'autostrada Asti-Cuneo compreso tra Isola d'Asti e Motta di Costigliole. 13 km. di arteria in fase di ultimazione, con l'ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture in relazione al materiale usato per la costruzione del sedime autostradale. Il fatto rischia di allungare di molto i tempi dell'apertura integrale dell'infrastruttura; senonché nei giorni scorsi il ministro Di Pietro ha rassicurato le autorità piemontesi e ha garantito di accelerare i tempi di risoluzione del grave imprevisto dai risvolti penali: il peggio dovrebbe dunque essere scongiurato, così come si stemperano le feroci critiche dell'opposizione consiliare.

La presidente Mercedes Bresso ha poi preso la parola sulla situazione della sanità in Piemonte alla luce dell'indisponibilità attuale dell'Assessore Mario Valpreda nel proseguire il suo incarico, spiegando come al momento si sia assunta ad interim la responsabilità di tale assessorato, in attesa che l'attuale assessore Valpreda, che comunque è in fase di recupero dopo i problemi fisici di questo ultimo periodo, sciolga la riserva in merito al mantenimento dell'incarico di assessore; scelta che, ha ricordato la presidente della Regione Piemonte, spetta solo a lui che più di ogni altro può verificare su se stesso la capacità e la voglia di continuare un'esperienza tanto esaltante quanto sfibrante, previo logicamente un sufficiente e auspicabile recupero della salute.

Sulla sicurezza infine il clima si è surriscaldato tra botte e risposte salaci di maggioranza e minoranza, il tutto anche in parte favorito da una disamina del consigliere Buquicchio (Italia dei valori) che aveva lo scopo di stimolare a una maggiore azione vigorosa l'operato della giunta amica. In risposta è arrivata una doccia fredda capeggiata da tutti i partiti di opposizione a cui ha risposto con piglio il consigliere Ronzani, in quota Ds, che ha ricordato la longevità della legge sulla sicurezza, l'ineludibile interconnessione concertata tra le varie istituzioni locali e centrali, le necessità reali nel sostenere la legge già in essere con un capitolo di bilancio, mentre il Consigliere Laus ha stigmatizzato il tentativo di facile propaganda politica messa in atto dalla minoranza su un tema di tale delicatezza, complessità e importanza, auspicando altresì una proficua collaborazione bipartisan in sede di VIII commissione, e con la volontà di realizzare un piano programmatico in tutta la Regione Piemonte e con tutti i distinguo del caso, favorendo parallelamente l'azione municipale e il finanziamento dei progetti prodotti dagli oltre 1000 comuni piemontesi. Ora si attende un'azione incisiva e concreta in quella - la sicurezza- che rischia di diventare per mille e più ragioni, oggi e soprattutto nel futuro, un'urgenza a tutti gli effetti.

Nella seduta pomeridiana di oggi invece il dibattito riguarda interamente il bilancio regionale, e dunque alla finanziaria locale, che rimane tuttora, per vari motivi e non ultimo in relazione alla finanziaria nazionale, in attesa di approvazione.

 

Vecchia Italia del XXI secolo.

di Dida Neirotti

L’Italia è uno tra i paesi al mondo dove si fanno meno figli, in cui si vive più a lungo con i genitori e sono maggiori la longevità e l’invecchiamento. L’immigrazione è in fase di grande effervescenza. 

Questa la fotografia del "Rapporto sulla popolazione" presentato all’Irpps-Cnr (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche) dal Gruppo di coordinamento per la demografia della Società italiana di statistica.

Tra il 2002 e il 2005 la popolazione italiana è cresciuta di circa 440 000 unità l’anno ma il saldo demografico tra nascite e morti è stato negativo e di circa 15 000 unità l’anno. La crescita è dovuta soprattutto all’iscrizione all’anagrafe di circa 305 000 stranieri l’anno, dovuta alle regolarizzazioni collegate alla Bossi-Fini e a nuovi ingressi di immigrati.

In questo stesso periodo sono nati circa 170 000 figli di madre straniera, poco meno dell’8%del totale delle nascite; inoltre l’età media degli stranieri è di 31 anni contro i 43 dei cittadini italiani. L’Italia è il paese con la maggior quota di popolazione anziana, circa il 20% della popolazione ha più di 65 anni, mentre agli inizi degli anni '90 la percentuale era inferiore di poco al 15%.

L’età media del matrimonio, e quindi della riproduzione, si è innalzata, raggiungendo rispettivamente i 29,4 anni per le donne e i 32,2 per gli uomini. Nel frattempo, il 38% dei maschi tra i 30 e i 34 anni, non sposati, continua a vivere con i genitori contro il 21% delle loro coetanee. Leggi tutto il comunicato stampa.

I dati trasmessi in questi giorni dall' Ocse confermano queste tendenze e le mettono in relazione con gli altri paesi del mondo, confrontando i trend delle varie nazioni e stilando curiose classifiche. Per dare un'occhiata ai dati dell'Ocse clicca qui

 

e se mi scappa la pipì?.

di Eva Milano

Vi informiamo che d'ora in poi rompersi una gamba, prendere il treno e dover fare pipì sono tre cose incompatibili. Sta girando l'Italia la notizia della liberatoria che Trenitalia ha prodotto per deresponsabilizzarsi di fronte all'inefficienza rispetto ai servizi per i disabili. Per esempio, una citazione testuale: il viaggiatore dichiara "di essere informato che il/i treni scelti sono privi di carrozze attrezzate e di servizi igienici per disabili". Lupo, capra o cavoli? Mica si può avere tutto dalla vita...

Per vedere di cosa si tratta, non c'è niente di meglio che possiamo fare se non consigliarvi la lettura della liberatoria in tutto il suo autentico spledore. Guardate con i vostri occhi...

 

Paesi "non graditi": in che senso?.

di Dida Neirotti

Avete sentito? Un gruppo di ragazzi in gita scolastica a Londra sono stati rispediti a casa direttamente dall’aeroporto in cui erano appena sbarcati in quanto nativi di paesi “non graditi”, anche se residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno e frequentanti un Istituto di Bergamo.

La Repubblica di mercoledì scorso ha poi confermato che i ragazzi sono sei, che sono stati trattenuti per ore in aeroporto, che sono stati loro sequestrati i documenti e che sono state prese loro le impronte digitali:  il tutto prima di buttarli fuori sul primo aereo in partenza per l’Italia!

Sconvolgente è l’elenco dei paesi d’origine:  Perù, Ecuador, Albania, Burkina Faso e Moldavia, notoriamente covi di terroristi di ogni genere e di guerrafondai armati fino ai denti!

Che tristezza!

E’ un altro segnale che in nome di una presunta lotta al terrorismo, i margini della libertà, della democrazia, delle regole del vivere civile si vanno sempre più restringendo, soprattutto in quei paesi che sono stati, nel passato, esempi proprio del vivere civile.

Chissà cosa penserebbe un cittadino britannico se fosse costretto a subire una discriminazione di questo genere, atterrando, per esempio, all’aeroporto di Malpensa?