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Lopinione: Grattacielo si, grattacielo no, grattacielo forse.

di Dida Neirotti

Un tormentone si è abbattuto sulla città di Torino da alcune settimane e rischia di durare ancora a lungo: il grattacielo progettato da Renzo Piano per la banca Intesa -San Paolo. Come sempre la città si è divisa tra chi lo vuole e chi non lo vuole (oltre a chi non è per nulla interessato!).

Vorrei spendere due parole dal fronte del NO: la mia contrarietà al grattacielo non è legata al fatto che sia più o meno alto della Mole Antonelliana. Ritengo questa posizione perdente oltrechè priva di qualsiasi significato, se è effettivamente così come i media ce la descrivono.

Ben più importante mi sembra il fatto che opere di questo tipo, cioè a forte impatto visivo e non solo, devono inserirsi in un progetto urbanistico complessivo e lungimirante che mi pare manchi del tutto. Non possiamo avere grattacieli che nascono come funghi un po' qua e un po' là sul territorio cittadino senza un progetto organico: e non mi si dica che i torinesi sono contrari al "nuovo"! Semmai sono contrari all'estemporaneità che, pur di avere il progettista di grido, ottiene come risultato un Piazzale Valdo Fusi!

Perchè non pensare ad un quartiere nuovo, moderno, con grattacieli in vetro-cemento-acciaio sul modello della Défence parigina, in cui collocare banche, uffici pubblici e quant'altro, in una zona ad hoc della città magari operando una meritoria opera di riqualificazione?

Un altro aspetto fondamentale riguarda l'impatto ambientale e il consumo energetico: Renzo Piano aveva espresso in altre occasioni interesse per soluzioni architettoniche non troppo energivore. Nessun organo di stampa riporta analisi sui consumi energetici, sui flussi di traffico pubblico e privato, sulle ricadute che un edificio di questo genere comporta: una costruzione isolata e di quella altezza non può sfruttare più di tanto l'orientamento per un riscaldamento ma soprattutto un raffreddamento passivo, è prevista una autonomia energetica da fonti rinnovabili (pannelli solari e fotovoltaici)?

Ritengo che su questi aspetti l'Amministrazione torinese dovrebbe discutere e coinvolgere i cittadini per evitare le solite diatribe a base di aria fritta che hanno l'unico scopo di lasciar fare a chi è più forte quello che già aveva in mente di fare.

 
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