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NE MANCAVA ANCORA QUALCUNO DA SCONTENTARE….

di Paolo Turati

 …ma i vari Dottor Tritorchia(Ricordate?Il temutissimo agente del Fisco della Paperopoli disneyana) dell’attuale esecutivo ulivista hanno pensato anche a loro: ai Risparmiatori??

Non che l’aumento della tassazione del Risparmio mobiliare degli italiani non fosse inserito nel programma presentato in sede preelettorale, ma l’inopportunità di alcuni membri del Governo nel richiederne l’applicazione in momenti come questo, in cui l’intera finanza mondiale è appesa ad un filo, ha forse davvero dello "scandaloso"(aggettivo utilizzato espressamente in merito a questa questione da Luca Cordero di Montezemolo, il quale non è peraltro mai stato tenero con il trattamento delle Rendite, a margine di un proprio intervento il 23 Agosto).

E’ ben vero che certa parte del Governo è saggiamente contraria a questo nuovo inasprimento fiscale (come Santagata e Nicolais) e si spera che la tentazione venga rintuzzata, però il pericolo di dover accontentare demagogicamente i "radical" della compagine è consistente.

Sulla vicenda va fatta un po’ di chiarezza. Intanto, è inveritiero quanto dichiarato da molti esponenti della maggioranza e che, cioè, l’aumento della tassazione dal 12,50% al 20% previsto sulla stragrande maggioranza degli prodotti finanziari che costituiscono il Risparmio degli Italiani venga compensata dalla riduzione dal 27% al 20% dell’imposizione del rendimento sui conti correnti bancari e strumenti assimilabili.

L’incremento impositivo, peraltro, "apparente"(a seconda che si agisca retroattivamente o meno sulle vecchie emissioni di titoli, con tutti i dubbi di costituzionalità inerenti), ammonterebbe ad una cifra fra 4 ed 1-2 miliardi di Euro annui.

Ma torniamo sul termine "apparente", innanzitutto, i titoli di nuova emissione dovrebbero allinearsi sui rendimenti netti (praticamente, tutti i Risparmiatori sono "nettisti") di mercato, sicché le cedole stabilite nelle nuove Aste risulteranno esattamente in crescita del valore relativo alla nuova tassazione, trascinandosi dietro anche quelle di tutti i titoli vecchi indicizzati. Quello che il Fisco prenderà con una mano, il Tesoro dovrà ridarlo con l’altra!!

Ma la cosa più grave sarebbe il rischio di "strozzamento"del mercato finanziario italiano e dell’industria del Risparmio con eventualità inerenti a cali consistenti della Borsa ed a imponenti fughe di capitali all’estero da non sottovalutare, che porterebbero a rischi di incalcolabili decrementi degli introiti fiscali derivanti dalle Rendite di capitale.

Al di là del piacere quasi sadico dimostrato da questo esecutivo nell’ aumentare la tasse su tutto il possibile, con risultati complessivi per il Paese che quasi qualunque passante interrogato per strada in merito definisce ormai solo più con male parole, non si comprende in momenti come questo l’acrimonia contro il Risparmio se non come uno strumento di Lotta di Classe.

E allora, proprio non ci siamo.

In tutto il mondo, le tasse stanno cercando di abbassarle (anche quelle sul Risparmio) per ridare fiato alla Domanda aggregata, sempre più in affanno per l’aumento delle materie prime e per lo scoppio della bolla immobiliare e da noi continuano ad aumentarle, contro ogni logica economica, sociologica, finanche, spesso, giuridica.

Le Rendite sono altre. Sono quelle di uno Stato che "vampirizza" oltre il 50% del PIL per il sostentamento di una "casta" di intoccabili; sono quelle del sistema dei Partiti e dei Sindacati; sono quelle del mondo dei privilegi professionali e cooperativistici.

Il Governo attuale, potere esecutivo di uno Stato in cui l’imposizione fiscale supera il 43% e che si ritrova a carico un sistema previdenziale con falle che farebbero ridere quelle del Titanic può, in verità, fare quello che la propria (peraltro discutibile per vari aspetti) maggioranza parlamentare gli consente. Ma a chi ha tirato troppo la corda la Storia non ha mai concesso una lunga sopravvivenza.

 
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