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La nota sul Consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

Il gran caldo estivo, che è scoppiato proprio in questi giorni, sembra riverberarsi magistralmente sull'alta "temperatura" che si respira in queste settimane in Consiglio regionale e che rende tutto un po’ instabile come il magma di un vulcano in continua fibrillazione.

Il motivo del contendere: l'approvazione dell'ormai celebre Piano Socio-sanitario che, in origine e nelle intenzioni della presidente Bresso, si sarebbe dovuto approvare prima della pausa estiva. Senonché il Consiglio regionale del Piemonte, convocato eccezionalmente ogni giorno, sere comprese, ha manifestato un'impossibilità reale nel portare avanti ciò che era stato definito sulla carta: e questo per una pletora di motivi, non ultima l'estrema complessità della materia in esame e lo stuolo di interessi mossi da un siffatto provvedimento, mentre la presidente Bresso, tirata spesso nell'agone politico, denunciava l'atteggiamento assolutamente ostruzionistico dell'opposizione, fine a stesso.

Il risultato è che il Consiglio ne è risultato paralizzato tra alcune legittime perplessità della stessa maggioranza - il consigliere Lepri, per esempio, capogruppo della Margherita, ha ricordato alla presidente la valenza non puramente formale dei partiti di coalizione - , che non hanno comunque inficiato minimamente l'ordine del giorno, e ovviamente dell'opposizione che ha rivendicato la volontà di tornare in sede di commissione (la IV, ndr) per ridiscutere alcuni punti ritenuti essenziali prima del licenziamento di un così importante e delicato piano regionale.

 
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