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Consigliere Giovine: One Man Shock!.

di Patrizio Brusasco

Nella due giorni che ha contraddistinto i lavori del Consiglio regionale del Piemonte, in cui si è discettato ancora di Piano socio-sanitario e della annosa riforma della Finpiemonte, la finanziaria regionale che viene, negli intenti della maggioranza, scorporata in due distinte società sinergiche, è spiccato il grande show del consigliere di minoranza Giovine, che peraltro e per ironia della sorte si occupa da poco dei pensionati, e che ha tenuto un vero e proprio "One man show".

Oramai è risaputo come l’attuale regolamento interno del Consiglio regionale piemontese, quello che regola, per intenderci, il funzionamento dell’assemblea legislativa regionale, contenga un articolo che di fatto impedisce, qualora ci si voglia avvalere di tale possibilità, il regolare funzionamento del Consiglio stesso: in pratica si permette a qualsiasi consigliere di godere di un numero pressoché infinito di interventi al fine, nella migliore delle ipotesi, di sviluppare la normale dialettica politica e, nella peggiore delle ipotesi, che poi rappresenta quasi univocamente la quotidiana realtà operativa, di bloccare le attività consiliari con il ben immaginabile danno per tutti noi.

Ebbene, nella giornata di mercoledì 25 luglio il consigliere Giovine, quasi in continuo assolo e virtuosismo ostruzionistico, ma non sempre di lucida arte oratoria dotato, si è prodotto in una girandola caleidoscopica di interventi messi ad hoc per inficiare l’operosità dell’emiciclo regionale. Sicuramente serviva al centrodestra una "testa di cuoio" da spendere o meglio da sacrificare sull’altare tanto della cinica logica politica quanto dell’impopolare rinomanza mediatica: Giovine incarnava perfettamente questa figura e ha interpretato il ruolo, nella sostanza e mai nella forma, – questo almeno gli va riconosciuto – con arte consumata al pari di un vero istrione.

Ha anche ripreso con una certa veemenza il presidente del Consiglio regionale, Davide Gariglio, ricordandogli i propri sacrosanti diritti di chiedere la parola, al fine di emendare il testo di legge o di cambiare l’ordine del giorno, per un numero imprecisato di volte (in realtà ha parlato di oltre 100 volte!!!!!!) e si è risentito allorché il consigliere Boeti, in forza Ds, gli ha ricordato il suo arcinoto pendente ovvero quello di uso privato di struttura pubblica (in pratica gli si addebita il fatto di aver utilizzato l’ufficio per feste e festini).

Nella sua obnubilata luminescenza ha poi ricordato la sua ferma intenzione di prolungare i lavori, cioè di bloccarli, ad interim, garantendo sulla sua lucidità, frutto di dolci sonni notturni.

Insomma, un vero e proprio Giovine show-shock che se da un lato appare persino divertente, se pur recitato con approssimativa arte attoriale, dall’altro mostra ancora una volta tutta la difficoltà del funzionamento regolare del Consiglio a causa di un regolamento che, per paure varie e interessi, non è mai stato mutato.

Come dire: "Cin Cin, la notte è ancora Giovine"!

 
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