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UN PULLMAN MOLTO PARTICOLARE.

di Stefano Zanotto

Si chiama Ciclobus ed è la prima ciclofficina di Torino, un centro di autoriparazione e vendita aperto a tutti i ciclisti "urbani". Si trova nel cortile dell'Hiroshima mon amour, in via Bossoli 83: qui, nel vecchio bus GTT adibito a officina, si può ricevere assistenza per la riparazione, si possono recuperare pezzi di ricambio da vecchie bici, se ne possono acquistare di "nuove" assemblate con pezzi di recupero. Il Ciclobus nasce nell'ambito del progetto internazionale Yepp (Youth Empowerment Partnership Programme), grazie all'impegno dell'associazione Arcobaleno e del circolo di Legambiente Ecopolis, con il sostegno economico della Compagnia di San Paolo. Ha iniziato la sua attività nel novembre 2005, presso il circolo Arci Guido Rossa di Mirafiori; lo scorso febbraio è stata inaugurata la nuova sede all'Hiroshima.

Il progetto ha tra i suoi principi ispirativi - come ci spiegano Daniele di Arcobaleno e Patricia di Ecopolis - la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto pulito e sostenibile, e la cultura del riciclaggio. Ma non solo: a destreggiarsi tra camere d'aria, mozzi e pedivelle sono persone seguite dai servizi di salute mentale. Il progetto si occupa infatti dell'inserimento lavorativo di queste persone: attualmente ci sono due ragazzi con borsa lavoro e due volontari. «In questi mesi abbiamo raggiunto coi ragazzi buoni risultati in termini di capacità acquisite e continuità», racconta Daniele, che li segue e li indirizza nel lavoro di riparazione.

Per il futuro il Ciclobus ha in serbo idee e progetti in più direzioni: per il prossimo anno scolastico sono in cantiere percorsi con le scuole su temi di educazione civica (codice della strada e ciclabilità) e ambientale (nozioni di autoriparazione e riciclaggio). Un progetto a lungo termine è quello di fare del Ciclobus un punto di deposito-noleggio bici, favorendo l'interscambio con altri mezzi di trasporto, vista anche la vicinanza con la stazione ferroviaria del Lingotto. Più nell'immediato, si punta ad ampliare gli orari di apertura (attualmente sono da martedì a giovedì, dalle 16 alle 19), magari col sostegno di volontari appassionati di bicicletta in grado di mettere a disposizione tempo e conoscenze in materia. A proposito, una mano la si può dare anche donando biciclette in disuso: chi di noi non ha in famiglia una vecchia bici appesa in cantina a prender polvere?

 
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