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Storie di spazzatura e paradossi.

di Eva Milano

          C’era una volta una montagna di spazzatura che cresceva vertiginosamente e con grande velocità. Cominciò a preoccuparsi, la gente, bisognava inventarsi un modo perché non cominciasse a invadere le loro case. In sogno alcuni lo videro: un enorme gigante mangia-immondizia, scintillante e nuovo di zecca, la maestosa soluzione ai loro problemi. Ma...

Nei pressi di Ivrea dovrebbe sorgere il secondo termovalorizzatore della provincia di Torino. Fino a qualche mese fa i sindaci della zona sembravano essere tutti d’accordo, ma in questi giorni, all’approssimarsi della scadenza per la comunicazione definitiva all’Autorità d’ambito, l’apparente solidità della decisione vacilla. Chiamati a rispondere alla richiesta di ospitare il complesso, i comuni proposti tentennano, uno dopo l’altro: prima Scarmagno e Borgofranco, ora Pavone e Colleretto. Cos’è mai cambiato?

          Il gigante, a immaginarselo da vicino, tutto sommato non allettava quanti avevano valutato l’idea di fargli spazio nel proprio giardino. Era sì nuovo e maestoso, ma anche scomodo, così ingombrante e puzzolente, e, quel che più li dissuadeva, tossico. Al momento di stabilire chi avrebbe dovuto ospitare quel mostro tutti cominciarono a tirarsi indietro.

Il paradosso si ripropone con estrema puntualità quando si tratta di temi energetici e ambientali. La situazione dell’eporediese è indicativa di una situazione critica che a tutt’oggi non sembra tendere verso vie percorribili senza rimuovere olimpicamente l’una o l’altra faccia della medaglia. La soluzione dell’inceneritore alletta perché propone una soluzione definitiva, eppure trova resistenze non solo negli ambientalisti, ma anche, a quanto pare, nell’espressione dei cittadini, rappresentati dalle amministrazioni pubbliche.

Inoltre la nuova finanziaria taglia i fondi a questo genere di investimenti, che prima venivano sostenuti grazie ai contributi versati nella bolletta dai cittadini per la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili. Almeno una contraddizione, pur con gran fatica, è stata rimossa. Chissà come continuerà la fiaba...

 

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